ROMA - Un'ispezione ministeriale negli uffici giudiziari di Trani: Angelino Alfano annuncia la sua decisione all'indomani delle rivelazioni sull'inchiesta dei magistrati pugliesi a proposito di presunte pressioni del premier, Silvio Berlusconi, per bloccare Annozero (il capo del governo è indagato assieme al commissario dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi, e al direttore del Tg1, Augusto Minzolini, del quale sono state intercettate alcune telefonate con Berlusconi). «L'inchiesta di Trani, il cui contenuto non conosco nel merito - ha dichiarato il ministro della Giustizia a margine di un incontro che si è svolto all'ospedale di Agrigento - evidenzia almeno tre gravissime patologie che sono chiare anche allo studente che affronta all'università l'esame di procedura penale. E cioè: un problema gravissimo di competenza territoriale, un secondo problema di abuso delle intercettazioni, e un terzo che riguarda la rivelazione del segreto d'ufficio». «Oggi stesso invierò gli ispettori a Trani per andare a verificare cosa è successo - ha annunciato il Guardasigilli. - Ovviamente senza interferire nell'indagine, potere che non mi compete, ma soltanto per capire come possano verificarsi queste gravi patologie».
BERLUSCONI - Lo stesso Silvio Berlusconi commenta l'inchiesta di Trani, ma per dire che «mi occupo di cose serie, non di cose ridicole e addirittura grottesche». «Per quanto concerne la Rai - continua il presidente del Consiglio durante un collegamento con il Tg4 - posso dire che ho sempre ritenuto inaccettabile, come lo ritengono inaccettabile tutte le persone di buon senso, che si sottopongano a processi in tv delle persone che sono già sotto processo davanti ai giudici e che si accusano in tv di tutto con ferocia e senza dare loro la possibilità di difendersi. E ho sempre chiesto a destra e a manca che si facessero esposti in tal senso all'autorità apposita per le comunicazioni perché assumesse gli opportuni provvedimenti». «A 15 giorni dal voto - aggiunge il premier, criticando la manifestazione dell'opposizione - questa magistratura sta intervenendo gettando fango su di noi e dettando i tempi e i temi della campagna elettorale. Questo in una democrazia è inaccettabile».
I DEMOCRATICI - Opposta la posizione del Partito democratico, che torna ad accusare il premier: «Le notizie trapelate sulla inchiesta della magistratura di Trani - afferma l'esponente del Pd Marina Sereni - creano grande sconcerto e rafforzano la preoccupazione per la libertà di informazione nel nostro paese. Se davvero il Presidente del Consiglio ha investito un consigliere dell'Authority sulle comunicazioni e successivamente il direttore generale della Rai per impedire la messa in onda di trasmissioni scomode, saremmo di fronte ad un fatto gravissimo, che conferma l'allergia di Berlusconi a un sistema di informazione libera, di inchiesta, pluralista». «Anche per questo oggi saremo in piazza a Roma e chiederemo agli elettori di far pesare nelle urne il 28 marzo il giudizio sull’azione del governo, incapace di rispondere a problemi dei lavoratori, dei disoccupati, delle aziende e delle famiglie che soffrono le conseguenze della crisi economica».
Fonte: Corriere.it
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