Di Nicola Sorrentino: Marcello Veneziani scriveva ieri sul Giornale le lodi per il partito della Lega, l'unico ad essere rimasto in equilibrio quando dall'altra parte il PDL perdeva pezzi su pezzi. Da buon uomo pugliese non ti aspetti certo un elogio al partito di Bossi, ma (s)fortuna vuole che invece ti ritrovi un vero e proprio attestato di stima nei confronti del color verde. Ricorda un pò di storia, partendo dal 94 quando cadde il primo governo Berlusconi: a quel tempo la Lega era un partito "grezzo, che però per meriti o demeriti degli altri ha cominciato ad affermarsi dopo un inizio altalenante". Da qui partono poi le nomine e gli elogi per i più stimati rappresentati del partito. Veneziani comincia con Bossi, immortalato sul piedistallo come un vero e proprio capo pellerossa, nonostante l'infortunio subito non ha perso la sua baldanza, anzi ha quel profilo del gran poeta, come ricorda Veneziani, che durante un comizio ha lanciato un saluto alla madre che abitava di li a pochi passi. Non si leggono meriti, ma solo elogi per non si sa bene cosa. Il giornalista parla di un partito saldo e ben strutturato: vada bene lo strutturato ma in quanto a essere saldo forse è meglio andare a rivedere alcune dichiarazioni passate. Nel 1998 la Padania in prima pagina titolava contro Silvio Berlusconi, accusandolo di mafia e corruzione, in più lo invitava a rispondere a 11 domande che servivano a scagionarlo.
Enrico Fierro del Fatto ricordava come quando "il senatur" si ritrovò a lasciare dichiarazioni sui pentiti di mafia, affermando che le attività criminali si sono attenuate da quando le leggi lo hanno permesso, in più "Non credo che Silvio Berlusconi sia uno che vada in giro a mettere bombe". Ma nel 1998 lo stesso Bossi all'Ansa ricordava come era stata la sua prontezza a metter fine al partito del mafioso, costruito dal Sud, a Palermo precisamente, per distruggere quello del Nord. Il suo giornale non era da meno, anzi all'interno si trovava un'intera lista di peccati commessi dal cavaliere paragonato a Lucky Luciano, famoso boss mafioso; "in suo soccorso giornalisti, parlamentari e avvocati"; "il suo curriculum farebbe invidia a un mafioso". Oggi invece è tutto sparito, Bossi sostiene che la legge per i pentiti andrebbe cambiata e che Spatuzza non è attendibile (lo dicesse ai pm di Firenze che invece lo hanno ritenuto fondamentale per effettuare altri arresti per le stragi del 93). "Dal ce l'ho duro al ce l'ho tenero", concludeva Veneziani, in favore dell'ideologia italiana del mammismo. Invece noi ricordiamo come proprio questo mammismo al contrario, fece dichiarare allo stesso Bossi, in occasione dell'ennesima bocciatura del figlio quando il senatur era Ministro delle Riforme: "Non possiamo lasciare martoriare i nostri figli da gente che non viene dal Nord.
Un nostro ragazzo è stato bastonato agli esami perché aveva presentato una tesina sul federalista Cattaneo. Questi sono crimini contro il nostro popolo e devono finire”. La lista comunque prosegue e i personaggi menzionati sono tanti: dal ministro Maroni, superlativo nel combattere la criminalità: un pò come la proposta punti per salvare gli immigrati: gli stranieri devono imparare la lingua italiana, far studiare i loro figli e anche imparare la Costituzione. E' un paradosso, se si pensa che la Costituzione è in continua evoluzione e che più della metà dei parlamentari neanche la conoscono. Oppure quando da Fazio a Che tempo che fa sostenette che il gesto di Borghezio nel disinfettare dei posti in treno occupati da nigeriani, non era da considerare un atto violento o che potesse far scaturire dei disordini. C'è violenza e violenza sosteneva Maroni, un pò come il suo gesto di mordere al polpaccio un agente, ma secondo molti bisognava inquadrare per bene il contesto prima di definirla violenza.
Veneziani conclude la sua arringa ricordando che, lui da "terrone", rivendica la leadership della Lega fra tutti i partiti. Gli altri a confronto stanno sprofondando ventimila leghe sotto i mari. Aggiungo che però gli altri partiti, non hanno dei personaggi come Piergiorgio Stiffoni, senatore della Lega Nord, che in diretta televisiva disse che avrebbe usato volentieri il forno crematorio di Santa Bona per sbarazzarsi degli altri immigrati rimasti. Non hanno un personaggio come Roberto Calderoli che sbeffeggiava Maometto con una maglietta, proprio quando imperversava una polemica furiosa fra satira e Islam. E poi Berlusconi parla di clima d'odio della Sinistra.
Se vogliamo essere ancora più pignoli, diciamo anche che negli altri partiti nessuno confeziona bustine di sapone liquido in bustine, per disinfettarsi meglio dagli immigrati. Così almeno diceva Emanuele Calchetti, consigliere comunale di Rifondazione a Sansepolcro, militate leghista. All'inizio dell'articolo del Giornale, Marcello Veneziani ribadiva che per incompatibilità geografica non avrebbe mai votato Lega Nord, ma comunque per lui rimane tutto il concetto di serietà del partito. Concetti molto diversi a quanto pare
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