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Amministrative, il Pd vince a Lecco, Castelli battuto. Ko anche Brunetta a Venezia. Fitto si dimette


Stamattina alle 8 è iniziato lo spoglio delle schede per le provinciali e comunali. I comuni capoluogo di provincia interessati dall'elezione del sindaco sono Chieti, Barletta-Andria-Trani, Lecco, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa-carrara, Matera, Venezia e Vibo Valentia. Le province in cui si è votato per l'elezione di giunte e consigli sono, oltre all'Aquila (dove ha vinto il candidato del Pdl), Caserta, Imperia e Viterbo.

A Venezia, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, candidato per il centrodestra, ha perso contro Giorgio Orsoni, candidato del centrosinistra. Orsoni (Pd-Idv-Rifondazione-Psi-Udc-Lista civica) registra il 51,4% dei consensi contro il 42,2% di Brunetta (Pdl-Lega-Lista Civica-Pensionati-Dc). Dopo aver telefonato a Giorgio Orsoni, per congratularsi, ammettendo in questo modo una sconfitta già al primo turno, Renato Brunetta ha detto che per lui non ci sarà una terza corsa a Cà Farsetti. «Non ci riprovo più», ha spiegato Brunetta dopo aver detto che in queste elezioni «è prevalso il conservatorismo rispetto alla progettazione del nuovo». Per il ministro, fra cinque anni qualcuno raccoglierà la sua bandiera della progettazione del nuovo ma «non sarò certo io». Già nel 2000, infatti, Brunetta era stato sconfitto, questa volta al ballottaggio, da Paolo Costa, che aveva avuto circa il 55% di preferenze contro il 45% circa arrivato dieci anni fa a Brunetta. «Se avessi avuto i voti della Lega che ieri ha avuto Zaia avrei vinto al primo turno», protesta Brunetta.. «È un problema che andrà analizzato nell'ottica di coalizione - ha avvertito Brunetta - probabilmente l'elettorato della Lega vota quando ha un proprio candidato. È un problema culturale su cui bisognerà riflettere». Per il ministro è una questione che riguarda solo gli elettori del partito di Bossi e non i suoi dirigenti, della cui lealtà è sicuro: «Non ho dubbi sulla lealtà della Lega, ho dubbi invece sulla cultura di coalizione dei suoi elettori. La Lega così fa del male anche a se stessa visto che a Venezia ha dimezzato i suoi voti». Da parte sua Brunetta non ha niente da rimproverarsi: «Dal mio punto di vista non posso che essere soddisfatto, la mia lista ha avuto tra il 6 e il 7%. Quelle collegate hanno fatto il loro dovere, il Pdl è andato bene. Insomma è andato tutto bene, a parte l'amara sorpresa finale»

Certa anche la sconfitta di Roberto Castelli, che si era candidato a sindaco di Lecco. L'ex Guardasigilli, ora viceministro alle Infrastrutture, ha perso al primo turno: il sindaco della città di Formigoni sarà Virginio Bruno (50,22% delle preferenze), candidato del Pd, sostenuto anche da Sel, Rifondazione, Comunisti Italiani, Idv e una lista civica. Il risultato, determinato al primo turno per un pugno di voti (Brivio ne ha ottenuti 13.690), il 50% degli espressi ammontava a 13.303), si era già andato profilando quando erano state scrutinate metà delle sezioni; in corso di spoglio poi era parso che il candidato della Lega e PdL potesse riuscire a strappare almeno il ballottaggio per tentare il colpo al bis delle consultazioni, magari contando sull'appoggio dell'Udc che ha corso in proprio il primo turno con Marco Cariboni (2,93%). Il gong alle 43 sezioni su 43 scrutinate ha sancito altro: la vittoria di Brivio con il 50,22% dei voti. Fermo a 44,20% Castelli che rappresenta forse l'unica sconfitta di un Carroccio che ha per il resto fatto bottino pieno in questa tornata elettorale.

Ma nel Pdl si fa sentire anche la sconfitta in Puglia. Il ministro per gli affari regionali, il pugliese Raffaele Fitto ha presentato le dimissioni dall’incarico. Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, commentando i risultati delle urne, aveva detto poco fa: «Oggi sconfitto Fitto? Questo è indubitabile. Spero che non lo dicano troppo perchè non vorrei che Fitto subisse una estromissione dai luoghi del potere. Fitto è stato per me un alleato troppo prezioso. La sua idea della lotta politica è talmente primitiva e insultante». «La prima causa della crisi del centrodestra in Puglia si chiama Raffaele Fitto. Per quello io - ha detto Vendola - ho fondato questa associazione: "Nessuno tocchi Raffaele"».

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