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"Una notte a Fiumicino, nessun controllo" Il primo scalo italiano è vulnerabile


ROMA - Fiumicino è vulnerabile. L'aeroporto di Roma dovrebbe essere un bunker e invece ogni notte c'è una falla nella sicurezza: metal detector spenti, varchi incustoditi, check-in e uffici aperti. Due ore in cui le zone off limits del terminal internazionale T3 diventano accessibili. Teoricamente anche con armi o esplosivo. E così mentre il governo impone l'acquisto dei body scanner, nello scalo più grande d'Italia è possibile aggirare i controlli anti-terrorismo. Il viaggio de L'espresso comincia poco dopo l'una di notte di una domenica di fine gennaio. Si dovrebbe accedere da una sola porta per ogni livello. Ma è pura teoria. Le fotocellule sono spente e gli ingressi incustoditi sono almeno quattro. Nessuno fa caso a chi entra. Nemmeno ai metal detector dove ogni giorno vengono controllate più di 90 mila persone. Oltre quelle porte sequestrano di tutto. Devi levare la cintura, sfilare l'orologio e gli stivali. Ma non di notte. E poco cambierebbe se fossero già installati i nuovi scanner, perché a quest'ora il passaggio è libero. Non c'è allarme, né un piantone di guardia.

Il sito Internet degli Aeroporti di Roma celebra il piano sicurezza. Tre nuove sale operative, "presidiate costantemente dalla polizia e dal personale Adr Security, per adeguare i controlli ai livelli internazionali", scrivono sul Web. Il punto di forza della capitale candidata alle Olimpiadi 2020. Intanto i banchi del check-in restano incustoditi per ore. Non c'è una transenna che impedisca il passaggio. Puoi sabotare, danneggiare, rubare, connetterti alla rete interna, azionare i nastri trasportatori. Sotto il desk c'è un pedale nero che mette in moto il sistema. Comincia a muoversi dopo un segnale acustico, eppure nessuno lo nota. Grave se si pensa che a Fiumicino ci sono 10 chilometri di nastri che smistano le valige fino nelle stive dei Boeing. Qualcuno che osserva, in effetti, c'è. Solo che non si tratta di un poliziotto. È un barbone, con una coperta addosso e la sigaretta accesa. Resta pochi secondi, poi si dirige al piano rialzato. Là c'è l'unico bar sempre aperto durante la notte. L'area non è presidiata, nessun addetto verifica che tu sia davvero in partenza.

La maggioranza di quelli che dormono, mangiano, addirittura urinano su quelle panchine, non sono passeggeri in attesa ma sono senzatetto accampati. Un piccolo villaggio di disperati dentro l'aeroporto Leonardo da Vinci. Ma c'è dell'altro. Perché quello che tutti ormai chiamano "il bagno dei barboni", dove all'alba il popolo notturno si lava, sta dentro un'area protetta, la zona più interna del piano, con una vetrata che affaccia dritta sulle piste. La porta dovrebbe rimanere sempre chiusa, ma di notte è aperta. A pochi metri c'è un altro ufficio profanabile: Alitalia Service. Scrivanie in vista, computer e un paio di dossier con la scritta: "Non toccare". Così come in bella mostra ci sono quadri elettrici senza protezioni e alcuni server di "storage", archivi informatici. Il paradiso per un hacker.

Fonte: Repubblica.it
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