MILANO - «Il Pd si è avviato verso il fallimento e ormai non è più la formazione politica alla quale ho aderito». Ha il sapore di un addio ai democratici quello di Paola Binetti. L'esponente teo-dem, intervistata da La Stampa, non ha digerito la candidatura alla Regione Lazio di Emma Bonino, con la quale a detta sua «il Pd ha abdicato a ogni forma di leadership culturale, consegnandosi a quella radicale». E alla domanda se stia per salutare definitivamente il Partito democratico, la Binetti replica prontamente. «Il Pd - si domanda - è ancora il Pd o un oggetto geneticamente modificato? Io - spiega - ho chiesto di sapere, ma le risposte ancora non mi sono state date. Se queste risposte non arrivano o saranno insufficienti ne trarrò le conseguenze».
VERSO IL CENTRO - Nell'intervista al quotidiano di Torino, la Binetti registra inoltre «il forte e crescente disagio» di colleghi come Castagnetti, Merlo o Maria Pia Garavaglia, che evidenzierebbero la «crisi profonda» del Pd, e spiega che la sua missione in politica è quella di «affermare certi valori e principi». Guarda al Centro?. «La mia prospettiva - risponde - è certamente quella», spiega la deputata cattolica del Pd. «Credo che anche l'Udc debba ripensarsi in un modo nuovo - aggiunge -. E da questo punto di vista la componente di Pezzotta è importante per condurre verso un rapporto con l'Api di Rutelli teso a generare un soggetto politico forte». «Mi auguro davvero - sottolinea - che Francesco Rutelli e Pierferdinando Casini si mettano insieme per dare via a una formazione capace di dire al Paese che c'è uno spazio per pensare la politica in modo diverso». Per quanto riguarda infine le prossime elezioni regionali nel Lazio, Binetti avverte i cattolici: «Devono stare molto attenti a chi consegnano le chiavi della Regione».
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