Il Fatto: Domenica "Il Fatto" titolava con ironia sulla decisione presa al congresso dipietrista: "La svolta di Salerno". In prima pagina un editoriale di Marco Travaglio (critico) sulla scelta di appoggiare Vincenzo De Luca a Salerno. Eppure il padre della Svolta, Tonino Di Pietro, non si scompone: "L’alternativa era consegnare la Campania al clan dei Casalesi. Quindi non sono per nulla pentito, anzi. Sono soddisfatto". Onorevole Di Pietro, da uno a dieci quanto l’ha fatta arrabbiare il fondo di Travaglio?
Antonio Di Pietro: Zero.
Il Fatto: Zero?
Antonio Di Pietro: Anzi, sono stato contento. Non solo non mi è dispiaciuto, ma si sta aprendo, dentro e fuori dall’Italia dei valori un dibattito interessante e utile.
Il Fatto: Cosa può produrre?
Antonio Di Pietro: Prima di tutto più informazioni. E poi un percorso di crescita. Un pacchetto di garanzie per gli elettori di tutta la coalizione.
Il Fatto: In che senso?
Antonio Di Pietro: De Luca è il candidato del Pd, quello che hanno scelto loro. Potevamo combattere la sua candidatura condannandolo alla sconfitta certa. Non solo lui, purtroppo, ma tutto il centrosinistra.
Il Fatto: Evitare questo è la sua priorità?
Antonio Di Pietro: Certo. Significa condannare la Campania a essere governata per cinque anni da Cosentino, dai suoi amici, e dal suo candidatino.
Il Fatto: E invece?
Antonio Di Pietro: Invece possiamo ingabbiare De Luca con una serie di condizioni. Ed è quello che stiamo provando a fare.
Il Fatto: Ma lei ha letto i documenti dei suoi processi, prima di invitarlo al congresso?
Antonio Di Pietro: E certo che l’ho fatto.
Il Fatto: Che idea ne ha tratto?
Antonio Di Pietro: Ho letto il rinvio a giudizio e le carte processuali nella loro sostanza.
Il Fatto: Se l’accusa non è fondata vuol dire che i magistrati hanno sbagliato?
Antonio Di Pietro: No, I magistrati hanno fatto bene ad aprire l’inchiesta. Il magistrato agisce perchè ha l’obbligo dell’azione penale. Ma De Luca ha altrettanto diritto a far valere le sue ragioni nel processo e deve dimostrare la sua estraneità nel processo.
Il Fatto: Travaglio ha dei dubbi sul primo punto del vostro accordo.
Antonio Di Pietro: L’impegno a dimettersi se condannato?
Il Fatto: La condanna definitiva potrebbe arrivare fra un decennio.
Antonio Di Pietro: Dal punto di vista legale è innocente fino a fine processo.
Il Fatto: E dal punto di vista politico?
Antonio Di Pietro: Dal punto di vista politico, e questo non è giustizialismo a vanvera, gli chiederei di dimettersi subito dopo una eventuale condanna.
Il Fatto: Glielo chiedo in modo esplicito. L’Idv se De Luca non lo facesse toglierebbe la fiducia alla giunta?
Antonio Di Pietro: E ci mancherebbe altro! E’ venuto fino al nostro congresso a darci garanzie!
Il Fatto: Lei tre giorni fa definiva De Luca un rospo da baciare per non far vincere il coccodrillo...
Antonio Di Pietro: Non mi sono rimangiato nulla, è quello che pensavo.
Il Fatto: Oggi De Luca è diventato principessa?
Antonio Di Pietro: Per nulla. In questo momento storico ho chiesto al congresso di fare uno sforzo di realismo politico.
Il Fatto: Quanto ha contato il discorso di De Luca?
Antonio Di Pietro: E’ venuto a giurare di fronte a 5mila persone. Ha promesso di usare la ramazza contro il clientelismo: noi staremo lì sa controllare che questo avvenga.
Il Fatto: Ci sono molti che promettono.
Antonio Di Pietro: Intanto lui ha spiegato che non farà come Berlusconi. Che accetterà il verdetto. Chi vota noi sa che siamo lì per fare in modo che accada.
Il Fatto: E’ un compromesso?
Antonio Di Pietro: Sì, ma non cedo di un millimetro sui nostri principi. Non è la situazione ideale. Era o mangi la minestra o salti dalla finestra.
Il Fatto: E lei cosa ha fatto?
Antonio Di Pietro: Non mi sono buttato di sotto. Faccio in modo che la ministra sia condita di garanzie, e se possibile meno indigesta.
Il Fatto: In altri tempi avrebbe buttato la ministra dalla finestra?
Antonio Di Pietro: In altri tempi sul fornello del centrodestra non c’erano persone accusate di avere rapporti con i poteri criminali. Per me era facile salvarmi l’anima. Magari prendevo pure più voti! Ma abbiamo il dovere di sapere quale è il contesto.
Il Fatto: Il congresso ha votato per acclamazione, senza scrutinio.
Antonio Di Pietro: Ma avevano tutti alzato le mani! E’ stata una scelta partecipata e libera. Ci fossero stati dubbi avrei contato uno ad uno io stesso.
Il Fatto: Barbato, il suo oppositore ha ritirato la candidatura. Gliel’ha chiesto lei?
Antonio Di Pietro: Ma proprio per niente! Anzi. Non aveva rispettato tutte le regole statutarie, ma non ho fatto il pignolo.
Il Fatto: Lei ha fatto il direttore d’orchestra sulle mozioni.
Antonio Di Pietro: Oh caspita. Ce n’erano seicento, anche dieci sullo stesso punto! Molte sono state accorpate per semplicità. Accade in tutti i congressi.
Il Fatto: Quella contro il familismo è stata un po’ annacquata.
Antonio Di Pietro: Io ho proposto di rivederla. In quel modo era incostituzionale. Nessuno può impedire a qualcuno di far politica perché ha un parente che lo fa.
Il Fatto: E’ contento di come è stata approvata?
Antonio Di Pietro: Sì. Perché nessun parente otterrà cariche esecutive o rappresentative per nomina. Se vuole deve trovarsi i voti.
Il Fatto: Arriviamo all’alleanza con il Pd. Solo due settimane fa lei aveva rotto i rapporti. Ha ceduto, lei o Bersani?
Antonio Di Pietro: Il Pd era come una bella donna che deve scegliere un partner, ma si tiene due amanti.
Il Fatto: L’altro era Casini?
Antonio Di Pietro: Sì, l’inciucismo possiblista dell’Udc.
Il Fatto: E adesso ha scelto voi?
Antonio Di Pietro: Bersani ha detto chiaramente che l’asse portante è quello tra il Pd e noi. E che il Pd si oppone a tutti i tentativi di inciucio. E’ una bella conquista ottenuta grazie alla nostra iniziativa e alla nostra forza.
Il Fatto: Ha voluto l’accordo su De Luca per rompere l’isolamento, visti gli attacchi del Corriere?
Antonio Di Pietro: Mavà! Non ci azzecca proprio per niente!
Il Fatto: Mi convinca.
Antonio Di Pietro: Secondo lei mi spavento per quattro balle condite con una foto in una caserma dei carabinieri e un assegno che non abbiamo nemmeno incassato? Tzeee....
Il Fatto: Era arrabbiato, però.
Antonio Di Pietro: Beh, certo....Mi sparano addosso! Che sono masochista? Però sono dei fondi di barile, ho visto ben altro, e lei lo sa.
Il Fatto: Il patto con il Pd ha delle contropartite?
Antonio Di Pietro: Ecco, proprio questo dovrebbe farle capire. Non abbiamo chiesto un poltrona, una! Non abbiamo nemmeno un candidato nostro!!!
Il Fatto: Ci sarebbe Callipo....
Antonio Di Pietro: Beh. In primo luogo non è dell’Idv. E poi non abbiamo nessuna certezza che lo votino. Magari. Vede, si potrà dire tutto di noi, in questa storia. Ma l’unica cosa certa è che non vogliamo poltrone.
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0 commenti to " Di Pietro sul FQ. "Travaglio mi critica, ma sono orgoglioso dei giornalisti liberi come lui"" "