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D'Addario:" Il complotto? Un castello di bugie,


BARI - Per qualche mese un pezzo della malavita di Bari ha custodito i segreti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: lo sfruttatore di Patrizia D'Addario, Giuseppe Barba, meglio conosciuto come "Pinuccio Spaghetto", sapeva dell'esistenza dei nastri che documentavano gli incontri tra la escort e il premier. E lo sapeva anche Barbara Montereale, compagnaa quei tempi di un rampollo della mala locale. «In quei mesi mi sono successe cose molto strane, ho raccontato tutto ai magistrati» dice oggi la donna. «Ora vorrei sapere la verità: ho la massima fiducia negli investigatori».

Dopo giorni di silenzi e un comunicato striminzito, Patrizia D'Addario ha deciso di risponderea Panorama: il settimanale ha raccontato di un'indagine della procura di Bari che la vedrebbe coinvolta in un complotto contro Berlusconi. Patrizia ha chiesto al suo avvocato, Maria Pia Vigilante, di parlare con alcuni giornalisti per raccontare la sua versione dei fatti.

Signora D'Addario, esiste questo complotto?

«Siamo davanti a un castello di bugie. Non ho ordito, né ho mai pensato di farlo, alcun complotto nei confronti del presidente del consiglio. La sola verità è quella che ho raccontato al magistrato e ai giornali».

Qual è la verità?
«Che Gianpaolo Tarantini mi ha scelta per andare dal premier. Mi ha pagata. E io, che di mestiere facevo la escort, ci sono andata. Tarantini me l'ha presentato Massimiliano Verdoscia, che è un suo grande amico, ma è stato Tarantini a scegliermi. È anche lui un mio complice? E poi: se ci fosse stato un complotto, perché la prima sera a Palazzo Grazioli non sarei dovuta rimanere? Come hanno detto altre ragazze, solitamente non c'era il secondo invito. Basterebbe questo per smontare il castello di bugie».
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È vero che ha conti cifrati all'estero?
«Ho un solo libretto bancario, a Bari, intestato a mia madre Vincenza. C'è una cifra molto inferiore al milione di euro, frutto delle vendite di alcune proprietà immobiliari fatte dopo la morte di mio padre. Per il resto non è un mistero che ho lavorato per anni come escort. Sono soldi che non tocco, però. Quelli mi servono per costruire il residence».

È mai stata in Qatar?

«Mai. L'ho raccontato anche al magistrato, al quale ho consegnato i miei passaporti e quelli della mia famiglia. Sono stata due volte a Dubai: una volta con Barbara Montereale, per lavoro. E una con la mia famiglia in crociera».

Il suo ex convivente, nonché sfruttatore, Pinuccio Barba, ha raccontato altro: sostiene che lei sia stata all'esteroa portare denaro per conto di un politico.

«Non so perché ha raccontato queste bugie. Mi ha sfruttato per anni ed è stato arrestato soltanto quando ho filmato le sue violenze. In un'intervista ha dichiarato: se l'avvocato Ghedini mi fa un assegno posso dire qualsiasi cosa».

Barba sapeva che era stata da Berlusconi?

«Sì. È venuto anche all'aeroporto a prendermi. Sapeva delle registrazioni ma non mi ha mai proposto né di minacciare né di ricattare il premier. Certo, dopo ne sono successe di cose strane».

Cosa?

«Era maggio, pochi giorni prima della visita di Berlusconi a Bari, quando c'è stato il furto a casa mia: hanno portato via tutti i miei vestiti, i cd di mia figlia, il computer. Ma hanno lasciato beni di valore come i televisori. Che cercavano? In quello stesso periodo c'erano persone, anche in divisa, che venivano dietro la porta di casa per spaventarmi. Un uomo, un giorno, è entrato e ha tentato di violentarmi. Ero per strada, invece, quando mi spinsero in una macchina. Avevano un distintivo, mi dissero: "Ti facciamo arrestare". Peccato che si spense il registratore...».

Una che registra dà l'idea che voglia ricattare.

«Il mio registratore era sempre acceso, era un'arma di difesa. È come lo spray al peperoncino. L'ho spento dopo il 17 giugno».

Ha paura?
«No, sono come Giovanna D'Arco, lotterò fin quando non mi metteranno al rogo. Ho mandato mia figlia fuori da Bari, in un college. Ma per fortuna la gente mi vuole bene. Mi abbracciano per strada, mi scrivono mail di solidarietà. Soprattutto le donne».

Rifarebbe tutto quanto?

«Assolutamente no».

Fonte: Repubblica.it
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