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Privacy, occhio alle telecamere Ecco la mappa "anti-intrusione"

ROMA - Nasce dalle frange irrequiete del web italiano e subito diventa un caso: è un progetto per contrastare il proliferare delle videocamere di sorveglianza. Si chiama Anopticon ed è sul sito Tramaci.org, gestito dal 31enne veneziano Enzo A., che si autodefinisce un hacker (il suo nickname è Etno) e preferisce rimanere anonimo, "per paura delle ritorsioni delle autorità". Beninteso, il progetto è legale: è una mappa delle videocamere di sorveglianza (installate in luoghi pubblici) sparse per le città italiane. Tutti possono partecipare al progetto, segnalando al sito le videocamere che riescono a individuare. Per ora l'hanno fatto in sei città (Venezia, Foggia, Padova, Urbino, Pisa e Solero, in provincia di Alessandria) e al momento sono state catalogate 510 videocamere, ognuna con immagini localizzate su una mappa e l'indicazione dell'area coperta. "Lo scopo è chiedere al Garante della Privacy di limitare il fenomeno della videosorveglianza - spiega il promotore dell'iniziativa - Gli manderemo una segnalazione per ciascuna delle videocamere che abbiamo trovato. Alcune di quelle individuate nemmeno rispettano le attuali leggi sulla privacy: nelle vicinanze non c'è neppure un cartello per avvisare i passanti".

Il sito si fa interprete anche delle idee contenute nel saggio degli anni Settanta "Sorvegliare e punire" del filosofo francese Michel Foucault, secondo il quale l'eccesso di sorveglianza riduce non solo la privacy ma anche la libertà dei cittadini. "La mappa serve a sorvegliare i sorveglianti: per rispondere allo sguardo del grande fratello, neutralizzandolo", dice Enzo. Un'idea che può ricordare anche la filosofia dello sguardo di Sartre. "Anopticon", del resto, è la negazione di Panopticon, il nome della prigione disegnata nel 1791 da Jeremy Bentham, dove ogni carcerato è sempre sotto lo sguardo di un controllore.

"Ci interessa ricevere queste segnalazioni, prestiamo massima attenzione al moltiplicarsi delle videocamere di sorveglianza. In particolare, proliferano quelle dei Comuni e dei privati collegate a strutture di sicurezza", dice Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità garante per la privacy. "Abbiamo appena ultimato - aggiunge - nuove linee guida per regolamentarne l'uso e a febbraio approveremo un provvedimento". Che porrà alcuni limiti, laddove finora c'è stato il Far West o quasi. Per esempio, vieterà di tracciare gli spostamenti dei cittadini da una parte all'altra della città. In certi casi, obbligherà a sottoporre la videocamera a un controllo preventivo da parte del Garante (per esempio, se ha funzioni biometriche ed è in grado di riconoscere in automatico i volti delle persone). "Anopticon è forse un esempio di nuova democrazia digitale che sta nascendo dal basso, avvalendosi di nuovi strumenti tecnologici", commenta Edoardo Fleischner, tra i massimi esperti italiani di nuovi media e docente della Statale di Milano. "La sicurezza che ci danno le videocamere è pure importante, non le si possono eliminare. La privacy ridotta può essere un costo da pagare. Solo, bisogna evitare gli abusi e quindi vigilare sul rispetto delle norme", ribatte Gianpietro Mazzoleni, docente di Comunicazione politica e sociale all'ateneo milanese. "Anopticon - conclude - ha però il pregio di indicare ai politici che la gente non è cieca di fronte al fenomeno. E potrebbe cambiare le cose: gli utenti Internet, quando si muovono compatti, possono influire sull'agenda politica".

Fonte: repubblica.it
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