UDINE - Il Tribunale di Udine ha messo la parola fine alle indagini per omicidio volontario sulla morte di Eluana Englaro, che vedevano come indagati il parde della donna, Bettino Englaro, e altre 13 persone. Il Gip di Udine, Paolo Milocco, ha emesso oggi il decreto di archiviazione relativo alle indagini, accogliendo un'istanza presentata lo scorso 26 novembre dalla Procura al termine di investigazioni durate quasi un anno.
Secondo il giudice per le indagini prelimiari, "la prosecuzione dei trattamenti di sostegno vitale di Eluana Englaro non era legittima in quanto contrastante con la volontà espressa dai legali rappresentanti della paziente, nel ricorrere dei presupposti in cui tale volontà può essere espressa per conto dell'incapace". In altre parole, chi ha deciso di "sospendere il trattamento e rimuovere i mezzi attraverso cui veniva protratto" lo ha fatto " in presenza di una causa di giustificazione, quella prevista dall'articolo 51 del Codice Penale", e ha dunque agito nel pieno rispetto delle leggi.
"Per uno che ha sempre agito nella legalità e nelle trasparenza non poteva esserci altra conclusione", ha detto Beppino Englaro in riferimento alla decisione del Gip di Udine. "Io sono sempre stato tranquillo, se si può usare questo termine considerando la tragedia che ho vissuto", ha aggiunto il papà di Eluana. "Ho sempre detto che agivo e avrei agito solo nelle legge e nella giustizia, e questo mi è stato riconosciuto".
L'inchiesta era stata aperta dalla Procura di Udine dopo la morte di Eluana, avvenuta il 9 febbraio scorso nella clinica La Quiete di Udine dopo 17 anni di stato vegetativo persistente. Alla donna erano state interrotte e la nutrizione e l'idratazione secondo il protocollo definito sulla base del decreto della Corte d'Appello di Milano.
Nell'inchiesta erano stati sottoposti a indagini, oltre al padre di Eluana, Beppino Englaro, l'anestesista Amato De Monte, capo dell'equipe medica che attuò il protocollo, e altre 12 persone. Nei riguardi di Beppino Englaro era stato ipotizzato il reato di omicidio volontario e per altre 13 persone quello di concorso in omicidio volontario aggravato.
La Procura della Repubblica aveva chiesto l'archiviazione dopo il deposito, il 16 novembre scorso, di una perizia sull'encefalo di Eluana eseguita dai neurologi Fabrizio Tagliavini di Milano e Raffaele De Caro di Padova, in cui si spiegava che la situazione del cervello di Eluana "era coerente con lo stato vegetativo persistente" in cui la donna si trovava dopo l'incidente automobilistico avuto nel 1992 e che "i danni neuropatologici osservati erano anatomicamente irreversibili".
Nel decreto di archiviazione, sette pagine in tutto, il Gip Milocco ricostruisce la complessa e lunga storia di Eluana, ricordando i pronunciamenti e le vicende giudiziarie fino ad arrivare a quello che definisce il "caotico diluvio di 'sollecitazioni'" che sono state inviate alla magistratura dopo la morte della donna e che "hanno trovato sede unitaria" nel fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Udine, archiviato oggi.
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Secondo il giudice per le indagini prelimiari, "la prosecuzione dei trattamenti di sostegno vitale di Eluana Englaro non era legittima in quanto contrastante con la volontà espressa dai legali rappresentanti della paziente, nel ricorrere dei presupposti in cui tale volontà può essere espressa per conto dell'incapace". In altre parole, chi ha deciso di "sospendere il trattamento e rimuovere i mezzi attraverso cui veniva protratto" lo ha fatto " in presenza di una causa di giustificazione, quella prevista dall'articolo 51 del Codice Penale", e ha dunque agito nel pieno rispetto delle leggi.
"Per uno che ha sempre agito nella legalità e nelle trasparenza non poteva esserci altra conclusione", ha detto Beppino Englaro in riferimento alla decisione del Gip di Udine. "Io sono sempre stato tranquillo, se si può usare questo termine considerando la tragedia che ho vissuto", ha aggiunto il papà di Eluana. "Ho sempre detto che agivo e avrei agito solo nelle legge e nella giustizia, e questo mi è stato riconosciuto".
L'inchiesta era stata aperta dalla Procura di Udine dopo la morte di Eluana, avvenuta il 9 febbraio scorso nella clinica La Quiete di Udine dopo 17 anni di stato vegetativo persistente. Alla donna erano state interrotte e la nutrizione e l'idratazione secondo il protocollo definito sulla base del decreto della Corte d'Appello di Milano.
Nell'inchiesta erano stati sottoposti a indagini, oltre al padre di Eluana, Beppino Englaro, l'anestesista Amato De Monte, capo dell'equipe medica che attuò il protocollo, e altre 12 persone. Nei riguardi di Beppino Englaro era stato ipotizzato il reato di omicidio volontario e per altre 13 persone quello di concorso in omicidio volontario aggravato.
La Procura della Repubblica aveva chiesto l'archiviazione dopo il deposito, il 16 novembre scorso, di una perizia sull'encefalo di Eluana eseguita dai neurologi Fabrizio Tagliavini di Milano e Raffaele De Caro di Padova, in cui si spiegava che la situazione del cervello di Eluana "era coerente con lo stato vegetativo persistente" in cui la donna si trovava dopo l'incidente automobilistico avuto nel 1992 e che "i danni neuropatologici osservati erano anatomicamente irreversibili".
Nel decreto di archiviazione, sette pagine in tutto, il Gip Milocco ricostruisce la complessa e lunga storia di Eluana, ricordando i pronunciamenti e le vicende giudiziarie fino ad arrivare a quello che definisce il "caotico diluvio di 'sollecitazioni'" che sono state inviate alla magistratura dopo la morte della donna e che "hanno trovato sede unitaria" nel fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Udine, archiviato oggi.
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Grande uomo
Il Signore Englaro. Complimenti alla sua forza, coraggio, determinazione e coerenza. Ma ancor di Piu' un inchino al suo Amore x la figlia Eluana