Per valutare quali siano gli effetti del processo breve a Torino il presidente del tribunale Luciano Panzani attende di conoscere il nuovo testo e le modifiche introdotte, e capire così se davvero procedimenti importanti e complessi come quello della Thyssenkrupp o dell’Eternit siano salvati dalla scure del tempo. L’unica certezza è che le strategie difensive porteranno a prediligere i dibattimenti, nella speranza di superare i limiti di tempo, e non più i riti alternativi come abbreviati e patteggiamenti.
In linea di principio il pm Raffaele Guariniello trova ''giusto'' un provvedimento che accorci a tre o a quattro anni il limite per una sentenza di primo grado: pero' "la normativa deve essere inserita in un contesto" e, quindi, sarà necessario garantire al sistema giustizia le risorse "per fare 'tutti' i processi". "Quattro anni per una sentenza di primo grado? E' giusto - ha infatti commentato Guariniello - La giustizia deve essere ragionevolmente veloce. Ma poi, una volta promulgata la legge, qualcuno dovrà fare uno sforzo per permettere ai giudici di celebrare tutti i processi, risolvendo problemi che possono apparire banali, e che non lo sono". Il magistrato ad esempio ha citato la questione delle udienze al pomeriggio: ''Non se ne fanno quasi mai, perché poi bisogna pagare gli straordinari...". Il tribunale torinese è comunque uno di quelli in cui la giustizia si celebra in tempi più rapidi: le cause che non sono a "rischio Strasburgo" (in cui la durata ragionevole è di tre anni) superano infatti il 95 per cento del totale, e il dato è ovviamente ancora più alto, oltre il 98 per cento, per quelle non a "rischio Pinto" (in cui la durata ragionevole è di oltre i tre anni). Nel penale sinora i dibattimenti hanno avuto una durata media di 142 giorni.
''Se non si modifica la crisi funzionale della giustizia l'obiettivo del processo breve e' destinato a rimanere un miraggio. Ma intanto gli effetti possono essere devastanti''. Così aveva invece replicato in un’intervista a Micromega.it il procuratore capo Giancarlo Caselli al ministro Alfano. "La mannaia dei termini fissati rigorosamente, senza preoccuparsi della loro concreta effettiva praticabilita', si abbatterà su una infinità di processi che sarà materialmente impossibile concludere. si estingueranno i processi che interessano al premier o i colletti bianchi ma si estingueranno anche molti processi relativi a forme insidiose di delinquenza diffusa, assai spesso in danno delle persone piu' deboli. Sara' il trionfo della tecnica di Erode, farà strage di una massa di processi innocenti per eliminare quei pochi che interessano a chi puo', senza tenere nella giusta considerazione la fatica delle forze dell'ordine per assicurare alla giustizia gli autori dei reati, senza preoccuparsi dei torti e delle ragioni dei soggetti del processo, delle sofferenze, delle aspettative e dei diritti delle vittime, della sicurezza dei cittadini".
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