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Banche, Obama vuole tassare le big Usa "Vogliamo i nostri soldi indietro"


WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha proposto un prelievo, che ha definito "tassa sulla responsabilità", sui più grandi gruppi finanziari del Paese. Scopo dell'iniziativa è recuperare una cifra fino a 117 miliardi di dollari, pari alle perdite sostenute dai contribuenti attraverso il piano Tarp, il fondo per il salvataggio delle grandi imprese allestito all'apice della crisi finanziaria. "Vogliamo i nostri soldi indietro e stiamo lavorando per questo", ha detto a chiare lettere Obama nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca.

Il leader Usa ha definito "osceni" i bonus che le banche di Wall Street si apprestano a distribuire ai dipendenti. "Il mio impegno è quello di recuperare ogni centesimo dovuto al popolo americano - ha sottolineato - e la mia determinazione a raggiungere questo obiettivo si rafforza nel sentire notizie di enormi profitti e bonus osceni per quelle società che devono la loro stessa sopravvivenza agli americani". Questi ultimi, ha aggiunto, "continuano a confrontarsi con le reali difficoltà di questa recessione".

Per i dettagli bisognerà però attendere l'approvazione della legge finanziaria per l'anno fiscale 2011, prevista per i primi di febbraio. La parola definitiva spetterà quindi al Congresso. Secondo Obama, la tassa avrà una durata minima di dieci anni, anche di più se necessario, fino a quando "il popolo americano non sarà stato totalmente compensato per l'assistenza straordinaria fornita a Wall Street". Tuttavia il presidente ha sottolineato che le nuove misure fiscali su banche e società finanziarie "non hanno una finalità punitiva ma hanno lo scopo di evitare che abusi ed eccessi si ripetano nuovamente".

Il prelievo dovrebbe ammontare allo 0,15% delle "covered liabilities", somma determinata sottraendo agli asset totali il capitale tier one. Non saranno esentate le società che hanno restituito interamente i prestiti ricevuti. E' inoltre previsto che solo i grandi gruppi, con almeno 50 miliardi di dollari di patrimonio, siano soggetti all'imposizione. Le stime degli analisti indicano in una cinquantina il numero di società coinvolte dall'imposizione, di cui 10-15 filiali americane di gruppi esteri. Tra le americane sarà coinvolto il gigante assicurativo Aig, mentre saranno esclusi Fannie Mae e Freddie Mac, che stanno ancora ricevendo supporto dal governo. La proposta riguarda unicamente società di tipo bancario, finanziario e assicurativo, non toccando invece il settore automobilistico.

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