ROMA - Il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, torna in video per un editoriale, dopo le polemiche dell'ottobre scorso, intervenendo dopo la deposizione del boss Filippo Graviano che al processo a Marcello Dell'Utri ha smentito il pentito Gaspare Spatuzza. Minzolini si è chiesto se la grande eco data alle parole, anzi "le balle", o per dirla come hanno detto tutti "alle minchiate" di Spatuzza si «poteva evitare». «Forse sì - risponde - se si fosse seguita alla lettera la legge sui pentiti». Minzolini, dopo aver ricordato che l'importanza attribuita, anche a livello mondiale, alle parole di Spatuzza ha danneggiato l'immagine dell'Italia e del presidente del Consiglio, ha ricordato anche il caso di Giulio Andreotti: era già capitato con lui, ha detto, «ci ha messo più di dieci anni per liberarsi della leggenda del bacio a Riina, ed è stato danneggiato non solo l'interessato ma anche il Paese».
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - Per Minzolini «il caso Spatuzza è solo l'ultima prova, ma l'elenco è infinito, del fatto che nel nostro sistema giudiziario c'è qualcosa di sbagliato. Le polemiche su questioni di forma - ha concluso - non devono impedire di guardare ai problemi veri, e la riforma della giustizia è uno di questi».
LE REAZIONI - Il primo a scendere in campo contro l'editoriale è stato Paolo Gentiloni, presidente del forum Comunicazioni del Pd: «Evidentemente Minzolini non si è accorto di essere il direttore del maggiore telegiornale del servizio pubblico: crede di essere alla guida del Il Giornale o di Libero. Lo informiamo che la Rai non è ancora di proprietà di Berlusconi o dei suoi amici». Roberto Zaccaria ha parlato di editoriale «pericoloso» perché tenta di «schierare il Tg1 come un giornale di parte». Per Pancho Pardi, capogruppo del Pd in Vigilanza, «Minzolini non è il direttore del più importante telegiornale italiano, ma avvocato difensore e soprattutto megafono di Berlusconi». E il segretario Usigrai Carlo Verna ha definito Minzolini «un corpo estraneo al servizio pubblico» Dal Pdl ha replicato il portavoce, Daniele Capezzone: «Gli attacchi contro Augusto Minzolini sono ormai indecenti. Secondo i signori della sinistra la libertà di parola vale per tutti tranne che per Minzolini?». Per il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, «i paladini della libertà di stampa del centrosinistra vogliono imbavagliare Minzolini. Ad essi va bene solo un'informazione al loro servizio».
E Giorgio Lainati, vicepresidente della Vigilanza, ha bollato l'atteggiamento dell'opposizione come «la "spedizione punitiva" di chi vorrebbe negare anche al direttore del Tg1 la possibilità di parlare sempre e comunque nel rispetto dei telespettatori e degli abbonati al servizio pubblico». «È sempre la solita storia: l'informazione è libera solo quando dice ciò che fa comodo al Pd e all'Italia dei Valori. Gli attacchi al direttore del Tg1, Minzolini, reo di aver fatto delle osservazioni di buonsenso su temi che interessano i cittadini, sono la prova che per l'opposizione esistono due pesi e due misure»: così Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera. «Qual è la vera informazione - aggiunge - i gossip senza fondamento di Repubblica, le 'ballè di Spatuzza o i filmini di Santoro?».
I PRECEDENTI - Anche i precedenti editoriali di Minzolini avevano suscitato polemiche: da quello di insediamento sul gossip e sull'inchiesta di Bari, all'intervento contro la manifestazione per la libertà di informazione a quello, più recente, sull'immunità parlamentare.
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RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - Per Minzolini «il caso Spatuzza è solo l'ultima prova, ma l'elenco è infinito, del fatto che nel nostro sistema giudiziario c'è qualcosa di sbagliato. Le polemiche su questioni di forma - ha concluso - non devono impedire di guardare ai problemi veri, e la riforma della giustizia è uno di questi».
LE REAZIONI - Il primo a scendere in campo contro l'editoriale è stato Paolo Gentiloni, presidente del forum Comunicazioni del Pd: «Evidentemente Minzolini non si è accorto di essere il direttore del maggiore telegiornale del servizio pubblico: crede di essere alla guida del Il Giornale o di Libero. Lo informiamo che la Rai non è ancora di proprietà di Berlusconi o dei suoi amici». Roberto Zaccaria ha parlato di editoriale «pericoloso» perché tenta di «schierare il Tg1 come un giornale di parte». Per Pancho Pardi, capogruppo del Pd in Vigilanza, «Minzolini non è il direttore del più importante telegiornale italiano, ma avvocato difensore e soprattutto megafono di Berlusconi». E il segretario Usigrai Carlo Verna ha definito Minzolini «un corpo estraneo al servizio pubblico» Dal Pdl ha replicato il portavoce, Daniele Capezzone: «Gli attacchi contro Augusto Minzolini sono ormai indecenti. Secondo i signori della sinistra la libertà di parola vale per tutti tranne che per Minzolini?». Per il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, «i paladini della libertà di stampa del centrosinistra vogliono imbavagliare Minzolini. Ad essi va bene solo un'informazione al loro servizio».
E Giorgio Lainati, vicepresidente della Vigilanza, ha bollato l'atteggiamento dell'opposizione come «la "spedizione punitiva" di chi vorrebbe negare anche al direttore del Tg1 la possibilità di parlare sempre e comunque nel rispetto dei telespettatori e degli abbonati al servizio pubblico». «È sempre la solita storia: l'informazione è libera solo quando dice ciò che fa comodo al Pd e all'Italia dei Valori. Gli attacchi al direttore del Tg1, Minzolini, reo di aver fatto delle osservazioni di buonsenso su temi che interessano i cittadini, sono la prova che per l'opposizione esistono due pesi e due misure»: così Maurizio Lupi, vicepresidente Pdl della Camera. «Qual è la vera informazione - aggiunge - i gossip senza fondamento di Repubblica, le 'ballè di Spatuzza o i filmini di Santoro?».
I PRECEDENTI - Anche i precedenti editoriali di Minzolini avevano suscitato polemiche: da quello di insediamento sul gossip e sull'inchiesta di Bari, all'intervento contro la manifestazione per la libertà di informazione a quello, più recente, sull'immunità parlamentare.
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