Riportiamo di seguito, un'intervista rilasciata ad Antonio di Pietro al quotidiano La Repubblica.
Antonio Di Pietro: Raccolgo lappello del capo dello Stato fermo restando il diritto-dovere dell'Italia dei Valori di fare opposizione. Chiara nel linguaggio, dentro e fuori il Parlamento.
La Repubblica: Si rende conto, onorevole Di Pietro, che Napolitano ce l'aveva anche con lei? Non ha senso che gli uni diano la colpa agli altri per il clima che si è creato.
Antonio Di Pietro: Cosa le devo dire? Cifaremo carico delle sue raccomandazioni.
La Repubblica: Una risposta tiepida.
Antonio Di Pietro: Allora, aggiungo: far in modo determinato la mia opposizione e star ancora pi attento a non dare l'occasione di strumentalizzarmi a coloro che vorrebbero a tutti i costi trovare un colpevole per il clima di disagio sociale. E facile accusare noi, che siamo considerati fuori dal solito giro degli amici del sistema. Ma io sono sempre stato nei limiti, rispettando le leggi.
La Repubblica: Non le sembra di aver superato i limiti quando ha paragonato Berlusconi a Hitler?
Antonio Di Pietro: Ho scattato la fotografia del momento. Non è colpa mia se alcuni provvedimenti voluti dal premier, come le leggi ad personam, hanno il chiaro senso di una violenza alla Costituzione. Ma Berlusconi l'ho contrastato raccogliendo un milione di firme per le strade d'Italia, non brandendo un bastone.
La Repubblica: A maggior ragione, domenica poteva esprimere la solidarietà al premier senza fare distinguo, senza dire che era lui l'istigatore.
Antonio Di Pietro: I piani sono due. C'è il gesto inconsulto di un matto da legare che va condannato. Un atto riprovevole contro la persona, le istituzioni, il Paese. Dall'altra parte c'è un'italia esasperata: 1O mila persone stanno scioperanlo a Termini Imerese. Non solo dipendenti Fiat, ma anche commercianti e famiglie. Nelle fabbriche italiane gli operai non arrivano alla fine del mese. Non è giusto fare finta di niente. E non accetto che con un colpo di spugna si faccia il lavacro di una politica menefreghista.
La Repubblica: Il lancio della statuetta potrebbe essere il colpo di spugna?
Antonio Di Pietro: Ho buona memoria. Non dimentico che Berlusconi qualche giorno fa voleva strozzare gli autori delle fiction sulla mafia. Non dimentico che criminalizza i magistrati che fanno il loro dovere, che irride e deride gli organi di garanzia, che pretende di non essere giudicato perché è stato eletto dal popolo.
La Repubblica: Il violento è il premier?
Antonio Di Pietro: Intendo dire che sarei davvero un ipocrita ad andarlo a trovare in ospedale. Non aiuterebbe il dialogo, farebbe solo confusione rispetto alla chiara distinzione dei ruoli. Confermo la mia solidarietà, ma anche la mia ferma opposizione al governo. Anche perché tra pochi giorni sarà portato alle Camere il trittico processo breve - lodo Alfano bis - impedimento strumentale. Non possiamo certo smettere di contrastare il governo. O vogliamo dire che il lodo Alfano bis serve alle quattro più alte cariche dello Stato? Diciamolo ma non è vero. O che il legittimo impedimento e il processo breve servono ai cittadini? Ma non prendiamoci per i fondelli. Servono a Berlusconi per non essere chiamato dalla magistratura.
La Repubblica: Bersani ha fatto visita al premier. E un ipocrita?
Antonio Di Pietro: Rispondo delle mie dichiarazioni e delle mie azioni. E lo faccio davanti ai miei elettori.
La Repubblica: Ha letto gli attacchi che le arrivano dal Pdl al Pd? E se avessero ragione loro?
Antonio Di Pietro: Prendo atto. Posso essere criticato, ma non si può dire che sia ambiguo. Non intendo modificare la mia opposizione parlamentare solo perché c'è stato un gesto violento, questo è il punto.
La Repubblica: La parlamentare dell'Idv Sonia Alfano si rifiuta di esprimere solidarietà a Berlusconi mafioso, corruttore, piduista. Questa è violenza?
Antonio Di Pietro: La stanno strumentalizzando. Lei dice che condanna il gesto ma non si iscrive al partito che adesso vorrebbe cancellare le questioni legate ai rapporti tra mafia e politica. Vuole tenere distinte l'aggressione personale a Berlusconi dall'azione politica di Berlusconi. In realtà stiamo tutti dicendo la stessa cosa ma fa comodo puntare il dito solo contro di me, contro di noi. Perché siamo visti come un corpo estraneo all'ipocrisia istituzionale.
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