ROMA - Secondo Daniela Santanchè, leader del Movimento per l'Italia, «Maometto era poligamo e pedofilo, perché aveva nove mogli e l'ultima di 9 anni». Le frasi di Santanchè sono state pronunciate nel corso del programma Domenica Cinque su Canale 5 durante un intervento sulla decisione della Corte europea di Strasburgo di vietare l’affissione del crocifisso nelle scuole.
L'esponente politica, che fu candidata della Destra alla carica di primo ministro alle elezioni dello scorso anno, ha suscitato una dura reazione sia da parte dei suoi interlocutori che dei musulmani presenti nel pubblico. «È la storia», ha ribattuto Santanchè.
LA LITE - «Noi vogliamo parlare di cose serie, non delle sue schifezze», ha replicato Ali Abu Schwaima, presidente del Centro islamico di Milano e Lombardia, a Daniela Santanchè. I due si sono accusati reciprocamente di non lasciarsi parlare. «Ecco l'ignoranza sua e di tutti quelli come lei, che non hanno altri argomenti per controbattere quel che dico», ha detto sempre Schwaima, mentre la Santanchè ha continuato a ripetere «per noi era pedofilo», mentre Vittorio Sgarbi, silenzioso, rideva di gusto e Barbara D'Urso, la conduttrice, scuoteva la testa (ricordando però che anche lei ha un crocifisso in camerino). Anche nello studio si sono scaldati gli animi, con una persona tra il pubblico intervenuto animatamente, ma senza microfono le sue parole non si sono sentite. Alla fine il presidente del Centro islamico ha ribadito che «Cristo per noi è uno dei cinque profeti maggiori e lo rispettiamo come il crocifisso, che, pur ritenendolo un falso storico, non chiediamo di toglierlo dalle scuole». Da parte sua la Santanchè ha ribadito che «noi non ascolteremo mai Maometto che era un poligamo e pedofilo» e ha invitato l'Europa a «occuparsi del fatto che in Arabia Saudita danno le bambine agli sceicchi».
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L'esponente politica, che fu candidata della Destra alla carica di primo ministro alle elezioni dello scorso anno, ha suscitato una dura reazione sia da parte dei suoi interlocutori che dei musulmani presenti nel pubblico. «È la storia», ha ribattuto Santanchè.
LA LITE - «Noi vogliamo parlare di cose serie, non delle sue schifezze», ha replicato Ali Abu Schwaima, presidente del Centro islamico di Milano e Lombardia, a Daniela Santanchè. I due si sono accusati reciprocamente di non lasciarsi parlare. «Ecco l'ignoranza sua e di tutti quelli come lei, che non hanno altri argomenti per controbattere quel che dico», ha detto sempre Schwaima, mentre la Santanchè ha continuato a ripetere «per noi era pedofilo», mentre Vittorio Sgarbi, silenzioso, rideva di gusto e Barbara D'Urso, la conduttrice, scuoteva la testa (ricordando però che anche lei ha un crocifisso in camerino). Anche nello studio si sono scaldati gli animi, con una persona tra il pubblico intervenuto animatamente, ma senza microfono le sue parole non si sono sentite. Alla fine il presidente del Centro islamico ha ribadito che «Cristo per noi è uno dei cinque profeti maggiori e lo rispettiamo come il crocifisso, che, pur ritenendolo un falso storico, non chiediamo di toglierlo dalle scuole». Da parte sua la Santanchè ha ribadito che «noi non ascolteremo mai Maometto che era un poligamo e pedofilo» e ha invitato l'Europa a «occuparsi del fatto che in Arabia Saudita danno le bambine agli sceicchi».
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