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Par condicio, pronta la legge per toglierla

ROMA - Il testo c’è e punta a modificare le regole della comunicazione politica radiotelevisiva prima delle elezioni. Via la par condicio, sì alla distribuzione degli spazi su base proporzionale, con un diritto di tribuna e gli spot a pagamento. Un testo presentato da Ignazio Abrignani, consulente politico del ministro Scajola, e che Silvio Berlusconi appoggerebbe in pieno.
Ma Gianfranco Fini è scettico sui tempi, e tra gli ex An c’è anche qualche dubbio sui contenuti.

DUBBI SUI TEMPI - Fini, a quanto si apprende, non entra tanto nel merito del testo, ma è scettico sulla possibilità che il testo venga approvato in tempo per le regionali di fine marzo. Il decreto sull’election day deve essere ancora presentato, e calendario alla mano i tempi sono stretti, considerato anche lo stop obbligato nei lavori della Camera, fino al 9 novembre, a causa della mancata copertura finanziaria di alcune proposte di legge. Insomma, per Fini difficilmente la legge potrebbe essere approvata in tempo utile.

IL DIRITTO DI TRIBUNA - Ma tra gli ex An si sollevano dubbi anche sulla quota degli spazi per il diritto di tribuna che, secondo il testo presentato da Abrignani, spetta a tutte le forze politiche presenti in Parlamento, o almeno in una delle assemblee, oltre che all’Europarlamento. Troppo poco il 10 per cento degli spazi, si dovrebbe arrivare al 20.

GLI SPOT A PAGAMENTO - E poi ci sono gli spot a pagamento. Ma se questi punti potrebbero essere modificati (lo stesso Abrignani spiega che «per togliere alibi alla sinistra, proporrò autonomamente un emendamento soppressivo del comma che prevedeva la reintroduzione degli spot elettorali a pagamento sulle emittenti televisive nazionali») resta lo scoglio dei tempi. In ogni caso, osserva Italo Bocchino, vice capogruppo alla Camera, «sul testo bisogna riflettere e la riflessione è aperta». E un primo confronto ci sarà domani, tra lo stesso Bocchino, Abrignani, e il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto.

LE OPPOSIZIONI ALL'ATTACCO - Sul testo intanto attacca l’opposizione. La priorità, sottolineano Roberto Zaccaria, Pd, e Pancho Pardi, Idv, è adottare una legge sul conflitto di interessi. Quanto alle modifiche della par condicio, «pensare di adottare un meccanismo proporzionale anche negli spazi così ridotti della par condicio è iniquo - osserva Zaccaria - e soprattutto consen
tire gli spot a pagamento significa avvantaggiare le forze politiche che hanno più fondi. E sappiamo tutti a chi ci riferiamo».

Fonte: Corriere.it
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