
Il deficit eccessivo previsto dall'Italia può essere, secondo Bruxelles, considerato "eccezionale" per via della crisi economica, "ma non può essere considerato temporaneo". Per questo, si legge nel rapporto, "il criterio di deficit del Trattato non è rispettato".
Un problema che riguarda ben nove Paesi dell'Unione Europea, e cioè, oltre all'Italia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Olanda, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. I paesi dell'Ue con i conti non in linea con i parametri di Maastricht, che prevedono che il rapporto deficit/Pil non superi il 3%, salgono così a 20 su 27. Era infatti già partita una raccomandazione per Grecia, Irlanda, Francia, Spagna, Romania, Lettonia, Malta, Lituania, Polonia, Regno Unito e Ungheria.
Il Pil dell'Eurozona nel secondo trimestre 2009 è calato dello 0,2% rispetto al precedente, secondo la stima diffusa da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea, rivista leggermente al ribasso alla precedente per lo stesso periodo (-0,1%). Per l'Italia invece nessun cambiamento, come nella prima stima è previsto nel secondo trimestre un calo dello 0,5% rispetto ai primi tre mesi del 2009. Per l'Ue a 27 stati membri il calo previsto è dello 0,3%, rivisto al ribasso rispetto al -0,2% della prima stima.
Su base annua, dunque rispetto allo stesso trimestre del 2008, il calo è stato del 4,8% nell'Eurozona, anche questo in ribasso rispetto alla prima stima (-4,9%). Per l'Italia il calo annuo del Pil è pari al 6%, a conferma della prima stima. Per l'Ue-27 la contrazione stimata è del 4,9%.
Ai problemi comuni agli altri Paesi dell'Unione Europea, sostiene Bruxelles, per l'Italia si aggiunge un problema di "debolezza strutturale", che renderà difficile la ripresa. Nel documento la Ue rileva, in sintesi, che questa situazione deriva in parte dagli effetti della crisi e in parte da altri fattori strutturali, tra cui una spesa pubblica che resta elevata.
Il deficit - si legge - programmato dal governo italiano al 5,3% "va oltre e non è prossimo al valore di riferimento del 3%" e "sebbene possa essere considerato come eccezionale, non può essere considerato temporaneo". Il debito, poi, programmato al 115,1% del Pil nel 2009", per la Commissione Ue "non diminuisce in maniera sufficiente, con un andamento verso il valore di riferimento non soddisfacente".
Nel rapporto si ribadiscono le stime della Cmmissione, secondo cui il Pl si riprenderà "in modo molto moderato nella seconda metà del 2009, in linea con un moderato miglioramento del contesto economico globale e con alcuni recenti indicatori che suggeriscono un lento miglioramento nei prossimi mesi". Per il 2010 Buxelles punta su un -5% per l'Ialia.
"Nel 2010 - si legge nel rapporto - l'attività economica dovrebbe stabilizzarsi ad un livello basso, grazie al rimbalzo atteso nella domanda esterna e ad una ripresa dei consumi privati. Il divario produttivo dovrebbe diventare nettamente negativo nel 2009 e ad accrescersi nel 2010, mentre la crescita potenziale dovrebbe indebolirsi".
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