MILANO - «Ogni giorno in Italia undici persone contraggono il virus Hiv: due di queste risiedono a Milano». Lo ha riferito l'assessore comunale alla Salute, Gianpaolo Landi di Chiavenna, intervenendo al convegno per i vent'anni della sezione lombarda dell'Associazione nazionale per la lotta contro l'Aids (Anlaids) in corso all'Università Statale di Milano
«La Lombardia è la prima regione italiana nel rapporto tra casi e numero di abitanti: sei ogni centomila l'anno contro i quattro dell'Emilia Romagna e i tre dell'Umbria - ha sottolineato Landi di Chiavenna -. Quasi la metà di queste persone non si rivolge ai centri specializzati. Ci sono 14-15 mila malati di Aids a Milano invece degli 8-9 mila regolarmente censiti».
LA PROPOSTA - Secondo l'assessore, uno dei fattori su cui bisogna agire per ridurre il numero dei casi è la prostituzione. «È necessario toglierla dalla strada e creare luoghi controllati dal punto di vista giuridico, sanitario e fiscale - ha detto -. Per me la soluzione migliore sono le cooperative autogestite di professionisti. Non bastano le ordinanze contro i clienti delle prostitute».
LA SITUAZIONE - Secondo le stime della Regione aggiornate a giugno di quest'anno, ogni anno in Lombardia circa duemila persone contraggono l'infezione da virus Hiv. In tutta Italia i nuovi sieropositivi sono circa 4.000 l'anno. «In Lombardia abbiamo più di un terzo delle persone in terapia con farmaci antiretrovirali (su 50 mila circa in Italia, ndr) e più di un terzo delle persone che vivono con l'Aids (su 110-130 mila in Italia, ndr)», ha detto Massimo Galli, direttore del Dipartimento di malattie infettive del polo universitario Sacco di Milano. Uno dei problemi principali è il cosiddetto «sommerso», cioè le persone che non sanno di essere sieropositive e non si rivolgono alle strutture sanitarie. Se in Europa la percentuale è del 25-30%, in Lombardia si stima che si avvicini al 40%.
Fonte: Corriere.it
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«La Lombardia è la prima regione italiana nel rapporto tra casi e numero di abitanti: sei ogni centomila l'anno contro i quattro dell'Emilia Romagna e i tre dell'Umbria - ha sottolineato Landi di Chiavenna -. Quasi la metà di queste persone non si rivolge ai centri specializzati. Ci sono 14-15 mila malati di Aids a Milano invece degli 8-9 mila regolarmente censiti».
LA PROPOSTA - Secondo l'assessore, uno dei fattori su cui bisogna agire per ridurre il numero dei casi è la prostituzione. «È necessario toglierla dalla strada e creare luoghi controllati dal punto di vista giuridico, sanitario e fiscale - ha detto -. Per me la soluzione migliore sono le cooperative autogestite di professionisti. Non bastano le ordinanze contro i clienti delle prostitute».
LA SITUAZIONE - Secondo le stime della Regione aggiornate a giugno di quest'anno, ogni anno in Lombardia circa duemila persone contraggono l'infezione da virus Hiv. In tutta Italia i nuovi sieropositivi sono circa 4.000 l'anno. «In Lombardia abbiamo più di un terzo delle persone in terapia con farmaci antiretrovirali (su 50 mila circa in Italia, ndr) e più di un terzo delle persone che vivono con l'Aids (su 110-130 mila in Italia, ndr)», ha detto Massimo Galli, direttore del Dipartimento di malattie infettive del polo universitario Sacco di Milano. Uno dei problemi principali è il cosiddetto «sommerso», cioè le persone che non sanno di essere sieropositive e non si rivolgono alle strutture sanitarie. Se in Europa la percentuale è del 25-30%, in Lombardia si stima che si avvicini al 40%.
Fonte: Corriere.it
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