LONDRA - Il commento più significativo trai servizi di oggi della stampa internazionale sul caso Berlusconi è un editoriale sul Times di Londra, firmato da James Walston, dicente di relazioni internazionali alla American University di Roma.
"Nel lanciare i suoi mastini all'attacco contro i pochi media di opposizione che rimangono", scrive il professor Walston, "stavolta il premier italiano ha esagerato, mordendo più di quello che poteva digerire: la Chiesa cattolica e una coalizione di giornali italiani e stranieri sono troppo anche per lo smisurato ego di Berlusconi".
L'articolo ricostruisce gli ultimi sviluppi, la denuncia per diffamazione contro Repubblica e vari organi di stampa internazionali, l'attacco del Giornale di Feltri al direttore dell'Avvenire, le crescenti tensioni tra il Vaticano e il capo del governo, e i precedenti mesi di rivelazioni e polemiche, la richiesta di divorzio di Veronica Lario, le serate con veline ed escort a Villa Taverna e Palazzo Grazioli.
"In un mondo più semplice e diretto, Berlusconi avrebbe dovuto dimettersi già da tempo", afferma l'editorialista del Times. "Ma egli è la risposta dell'Europa al Chavez del Venezuela, un populista che alternativamente minaccia e seduce per conquistare il potere e smantellare ogni tipo di opposizione".
Walston asserisce che Berlusconi resta popolare grazie al controllo sui media nazionali, grazie all'immunità che ha fatto approvare dal Parlamento, grazie ai limiti che ha posto all'opposizione istituzionale, come i poteri del presidente della Repubblica e della magistratura, e grazie alle divisioni interne dell'opposizione politica. Tuttavia, conclude, oggi il premier appare diviso tra "il ridicolo e la megalomania", come "un uomo che ha perso il controllo" e che, pur essendo tra i più ricchi e potenti del mondo, "sembra deluso e frustrato".
Il motivo potrebbe essere che "nessun ammontare di ricchezza può renderlo più giovane o più bello, né può costringere il Vaticano ad accettarlo, né può dargli l'influenza di Sarkozy, della Merkel o di Brown, né può conferirgli lo status che avevano gli Agnelli". In più, "vari medicamenti" potrebbero pesare sul suo comportamento e le sue "smorfie allegre non riescono a celare la rabbia". La resa dei conti, prevede il docente dell'American University, verrà probabilmente in autunno, "quando nessuna manipolazione potrà nascondere gli errori della conduzione economica del suo governo, la disoccupazione e le difficoltà per le quali egli è largamente responsabile".
Un ampio articolo sul caso Berlusconi appare stamani anche su El Pais, un altro dei quotidiani europei contro cui gli avvocati del premier hanno minacciato causa per diffamazione. Il quotidiano spagnolo torna sul tema con una lunga intervista al governatore della Puglia, Niki Vendola, "omosessuale, cattolico e comunista". Nell'intervista, Vendola critica la "cultura dei figli di papà che formano la nuova cupola della criminalità" e si scaglia contro "un establishment islamofobico, omofobico e machista, degna di una repubblica islamica, l'India sta meglio di noi". Infine il governatore della Puglia afferma che il modo in cui la Rai e in particolare il primo canale ha seguito la vicenda Berlusconi "grida vendetta", definendolo "un giornalismo delinquenziale".
Tra gli altri numerosi articoli che appaiono sulla stampa straniera, degni di nota un servizio sul francese Figaro, che parla "dell'aggravarsi dello scontro tra Berlusconi e la Chiesa", osservando che "non ci saranno indulgenze" per il presidente del Consiglio; uno dello spagnolo La voz de Asturias, che parla dei dissidi fra Palazzo Chigi e il Quirinale sulle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia; e uno sul britannico Independent, che rileva come Berlusconi sarà "il solo leader dell'Unione Europea" a partecipare ai festeggiamenti per il quarantennale del colpo di Stato che portò al potere Gheddafi in Libia.
Fonte. Repubblica.it
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"Nel lanciare i suoi mastini all'attacco contro i pochi media di opposizione che rimangono", scrive il professor Walston, "stavolta il premier italiano ha esagerato, mordendo più di quello che poteva digerire: la Chiesa cattolica e una coalizione di giornali italiani e stranieri sono troppo anche per lo smisurato ego di Berlusconi".
L'articolo ricostruisce gli ultimi sviluppi, la denuncia per diffamazione contro Repubblica e vari organi di stampa internazionali, l'attacco del Giornale di Feltri al direttore dell'Avvenire, le crescenti tensioni tra il Vaticano e il capo del governo, e i precedenti mesi di rivelazioni e polemiche, la richiesta di divorzio di Veronica Lario, le serate con veline ed escort a Villa Taverna e Palazzo Grazioli.
"In un mondo più semplice e diretto, Berlusconi avrebbe dovuto dimettersi già da tempo", afferma l'editorialista del Times. "Ma egli è la risposta dell'Europa al Chavez del Venezuela, un populista che alternativamente minaccia e seduce per conquistare il potere e smantellare ogni tipo di opposizione".
Walston asserisce che Berlusconi resta popolare grazie al controllo sui media nazionali, grazie all'immunità che ha fatto approvare dal Parlamento, grazie ai limiti che ha posto all'opposizione istituzionale, come i poteri del presidente della Repubblica e della magistratura, e grazie alle divisioni interne dell'opposizione politica. Tuttavia, conclude, oggi il premier appare diviso tra "il ridicolo e la megalomania", come "un uomo che ha perso il controllo" e che, pur essendo tra i più ricchi e potenti del mondo, "sembra deluso e frustrato".
Il motivo potrebbe essere che "nessun ammontare di ricchezza può renderlo più giovane o più bello, né può costringere il Vaticano ad accettarlo, né può dargli l'influenza di Sarkozy, della Merkel o di Brown, né può conferirgli lo status che avevano gli Agnelli". In più, "vari medicamenti" potrebbero pesare sul suo comportamento e le sue "smorfie allegre non riescono a celare la rabbia". La resa dei conti, prevede il docente dell'American University, verrà probabilmente in autunno, "quando nessuna manipolazione potrà nascondere gli errori della conduzione economica del suo governo, la disoccupazione e le difficoltà per le quali egli è largamente responsabile".
Un ampio articolo sul caso Berlusconi appare stamani anche su El Pais, un altro dei quotidiani europei contro cui gli avvocati del premier hanno minacciato causa per diffamazione. Il quotidiano spagnolo torna sul tema con una lunga intervista al governatore della Puglia, Niki Vendola, "omosessuale, cattolico e comunista". Nell'intervista, Vendola critica la "cultura dei figli di papà che formano la nuova cupola della criminalità" e si scaglia contro "un establishment islamofobico, omofobico e machista, degna di una repubblica islamica, l'India sta meglio di noi". Infine il governatore della Puglia afferma che il modo in cui la Rai e in particolare il primo canale ha seguito la vicenda Berlusconi "grida vendetta", definendolo "un giornalismo delinquenziale".
Tra gli altri numerosi articoli che appaiono sulla stampa straniera, degni di nota un servizio sul francese Figaro, che parla "dell'aggravarsi dello scontro tra Berlusconi e la Chiesa", osservando che "non ci saranno indulgenze" per il presidente del Consiglio; uno dello spagnolo La voz de Asturias, che parla dei dissidi fra Palazzo Chigi e il Quirinale sulle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell'unità d'Italia; e uno sul britannico Independent, che rileva come Berlusconi sarà "il solo leader dell'Unione Europea" a partecipare ai festeggiamenti per il quarantennale del colpo di Stato che portò al potere Gheddafi in Libia.
Fonte. Repubblica.it
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