Dopo il contributo dato per tappare i buchi di bilancio di Catania e Palermo, Berlusconi con una ordinanza autorizza la giunta comunale del capoluogo...
...siciliano a raddoppiare l’addizionale Irpef dallo 0.4 allo 0.8.
Il governo, quindi, ancora una volta si fa complice del disastro finanziario di Palermo, creato da un’amministrazione comunale incapace. In questi anni sono calati a picco tutti gli indicatori economici e sociali relativi alla città, occupazione e sviluppo in primis. La qualità dei servizi è peggiorata – trasporti, smaltimento rifiuti, gestione dell’acqua – mentre sono aumentati vertiginosamente i costi per i cittadini. Per fare un esempio concreto è di ieri la notizia che sulla raccolta differenziata Palermo è agli ultimi posti, col 4.6 %.
Di fronte a questo scenario drammatico cosa fa l’amministrazione comunale? Piuttosto che sviluppare un piano di riqualificazione della spesa, a partire dalla riorganizzazione delle municipalizzate, che gestiscono per conto del Comune i servizi di base, risolve il problema scaricando sui cittadini i costi della propria cattiva amministrazione. Nessuna assunzione di responsabilità da parte di amministratori e dirigenti, nessuna idea, nessun progetto politico. Alla fine gli unici a pagare sono sempre i cittadini, che ricevono servizi scadenti e a peso d’oro. Una situazione disastrosa che il Partito democratico, con i suoi consiglieri comunali, denuncia da tempo, proponendo contemporaneamente alternative rimaste purtroppo inascoltate, ma che stanno contribuendo a far prendere consapevolezza e ad animare un significativo movimento di opposizione.
Altro che taglio delle tasse, come comunica la propaganda del centrodestra intenta ogni giorno a far credere che l’aumento delle tasse sia una caratteristica del centrosinistra. La realtà è ben altra. Ogni qual volta Berlusconi è al governo la pressione fiscale aumentata sia a livello nazionale che locale e soprattutto nelle città del Sud dove governa il centrodestra. Coloro che del taglio alle tasse ne hanno fatto una bandiera politica, nella realtà le aumentano. Malgrado le maggiori entrate non producano servizi migliori, addirittura esse si perdono nei rivoli della cattiva politica e della cattiva amministrazione.
È tempo di svegliarsi e aprire gli occhi su un tema purtroppo marginalizzato dal dibattito pubblico, ma che incide pesantemente sullo stato di salute dell’economia nazionale e locale e sulla vita concreta dei cittadini. È necessario un approccio serio e rigoroso e non demagogico: abbassare la pressione fiscale correlandola ad una migliore gestione della spesa pubblica, per ottenere efficienza e qualità dei servizi. Palermo da questo punto di vista è l’esempio di ciò che non si dovrebbe fare. L’aumento dell’irpef non lascia precludere nessun beneficio per la città, perché non fa altro che alimentare un circolo vizioso fatto di inefficienza, clientele e collusioni. Solo coniugando legalità e sviluppo nella gestione delle entrate e delle uscite potremo allo stesso tempo diminuire la pressione fiscale, migliorare la qualità dei servizi e far sì che la politica ritorni a perseguire l’interesse collettivo, al servizio di tutti i cittadini.
Fonte: Antimafia duemila
...siciliano a raddoppiare l’addizionale Irpef dallo 0.4 allo 0.8.
Il governo, quindi, ancora una volta si fa complice del disastro finanziario di Palermo, creato da un’amministrazione comunale incapace. In questi anni sono calati a picco tutti gli indicatori economici e sociali relativi alla città, occupazione e sviluppo in primis. La qualità dei servizi è peggiorata – trasporti, smaltimento rifiuti, gestione dell’acqua – mentre sono aumentati vertiginosamente i costi per i cittadini. Per fare un esempio concreto è di ieri la notizia che sulla raccolta differenziata Palermo è agli ultimi posti, col 4.6 %.
Di fronte a questo scenario drammatico cosa fa l’amministrazione comunale? Piuttosto che sviluppare un piano di riqualificazione della spesa, a partire dalla riorganizzazione delle municipalizzate, che gestiscono per conto del Comune i servizi di base, risolve il problema scaricando sui cittadini i costi della propria cattiva amministrazione. Nessuna assunzione di responsabilità da parte di amministratori e dirigenti, nessuna idea, nessun progetto politico. Alla fine gli unici a pagare sono sempre i cittadini, che ricevono servizi scadenti e a peso d’oro. Una situazione disastrosa che il Partito democratico, con i suoi consiglieri comunali, denuncia da tempo, proponendo contemporaneamente alternative rimaste purtroppo inascoltate, ma che stanno contribuendo a far prendere consapevolezza e ad animare un significativo movimento di opposizione.
Altro che taglio delle tasse, come comunica la propaganda del centrodestra intenta ogni giorno a far credere che l’aumento delle tasse sia una caratteristica del centrosinistra. La realtà è ben altra. Ogni qual volta Berlusconi è al governo la pressione fiscale aumentata sia a livello nazionale che locale e soprattutto nelle città del Sud dove governa il centrodestra. Coloro che del taglio alle tasse ne hanno fatto una bandiera politica, nella realtà le aumentano. Malgrado le maggiori entrate non producano servizi migliori, addirittura esse si perdono nei rivoli della cattiva politica e della cattiva amministrazione.
È tempo di svegliarsi e aprire gli occhi su un tema purtroppo marginalizzato dal dibattito pubblico, ma che incide pesantemente sullo stato di salute dell’economia nazionale e locale e sulla vita concreta dei cittadini. È necessario un approccio serio e rigoroso e non demagogico: abbassare la pressione fiscale correlandola ad una migliore gestione della spesa pubblica, per ottenere efficienza e qualità dei servizi. Palermo da questo punto di vista è l’esempio di ciò che non si dovrebbe fare. L’aumento dell’irpef non lascia precludere nessun beneficio per la città, perché non fa altro che alimentare un circolo vizioso fatto di inefficienza, clientele e collusioni. Solo coniugando legalità e sviluppo nella gestione delle entrate e delle uscite potremo allo stesso tempo diminuire la pressione fiscale, migliorare la qualità dei servizi e far sì che la politica ritorni a perseguire l’interesse collettivo, al servizio di tutti i cittadini.
Fonte: Antimafia duemila
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