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PROCESSO DELL'UTRI: I GIUDICI ACQUISISCONO LA DOCUMENTAZIONE CIANCIMINO

PALERMO - I giudici della corte d'appello che stanno processando il senatore Marcello Dell'Utri (Pdl), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa (in primo grado è stato condannato a 9 anni di reclusione), si sono riservati di accogliere la documentazione prodotta dalla procura generale. Si tratta di due verbali di interrogatorio di Massimo Ciancimino e di una lettera risalente a una ventina d'anni fa e sequestrata nel 2005, fra le carte di Vito Ciancimino, in cui Bernardo Provenzano avrebbe avanzato richieste minacciose destinate - secondo quanto affermato dal figlio di Vito Ciancimino - a Silvio Berlusconi. I giudici scioglieranno la riserva il 17 settembre. IL MESSAGGIO - Il messaggio cui fa riferimento Ciancimino è quello trovato scritto in una lettera sequestrata nel 2005 tra le carte di Vito Ciancimino, e scoperta solo adesso dai pm della procura di Palermo. Nella missiva si fa riferimento «all'onorevole Berlusconi» e a una minaccia che gli sarebbe stata rivolta (un «luttuoso evento») nel caso in cui non avesse messo a disposizione una delle sue reti televisive. Nel messaggio, vergato a mano, si fa anche riferimento a un «contributo» politico che l'autore della missiva avrebbe dato. Secondo quanto sostiene Massimo Ciancimino, la lettera gli sarebbe stata consegnata da Pino Lipari, uomo di fiducia di Provenzano. Il messaggio, secondo quanto racconta il figlio dell'ex sindaco di Palermo condannato per mafia e poi morto, lo avrebbe ricevuto nella villa a San Vito Lo Capo di proprietà di Lipari, e in quella occasione sarebbe stato presente anche Provenzano. Massimo Ciancimino non ricorda con precisione la data in cui avvenne la consegna (il periodo della consegna del «pizzino» sarebbe però successivo all'arresto di Vito Ciancimino, cioè al 23 dicembre 1992). Ma sottolinea invece che il messaggio era completo, cioè non era tagliato nella prima parte così com'è stato trovato dai carabinieri durante una perquisizione. Il foglio di carta, infatti, è strappato a metà e in questo modo i pm lo hanno mostrato a Ciancimino. Questo particolare ha fatto preoccupare il dichiarante, il quale ha detto ai pm che questo fatto lo ha colto alla sprovvista e sostiene che si tratta di una vicenda «più grande di me». Infine, secondo Ciancimino, vi sarebbero altre due lettere che Provenzano avrebbe inviato a Berlusconi attraverso Ciancimino e poi Dell'Utri, di cui però ancora non vi è traccia.

Fonte: corriere.it

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