Dipendesse dalla Lega i professori dovrebbero superare un «test dal quale emerga la loro conoscenza della storia, delle tradizioni e del dialetto della regione in cui intendono insegnare». E' l'ultima richiesta del partito di Bossi ed è anche l'ultimo motivo di scontro nella maggioranza dopo l'Afghanistan e il "caso Sud". La richiesta è stata avanzata alla commissione cultura della camera ma è stata bocciata dal presidente Valentina Aprea, del Pdl. Per ora l'esame della riforma si blocca.
Stop dunque, per la Lega, alla selezione basata sui titoli di studio. «Il presidente Aprea - spiega Paola Goisis, deputata della Lega e presentatrice della richiesta - ci ha detto che il testo dovrà essere discusso direttamente in aula. Ma a questo noi ci opporremo perché non si può scavalcare così la volontà di un partito di maggioranza e la stessa Commissione». " Abbiamo rinunciato a tutto - prosegue la leghista - tranne che ad un punto sul quale insisteremo fino alla fine: ci dovrà essere un albo regionale al quale potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell'insegnante».
I professori devono poter attestare «il loro livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono andare ad insegnare». I titoli di studio, quindi, vengono dopo. Il punto è quello che viene dopo: "Questa nostra proposta che, ripeto, è l'unico punto che noi chiediamo venga inserito nella riforma, punta ad ottenere una sostanziale uguaglianza tra i professori del Nord e quelli del Sud. Non è possibile, infatti, che la maggior parte dei professori che insegna al Nord sia meridionale».
Critica l'opposizone sulla sortita leghista e il comportamento del centrodestra. Dice il capogruppo del Pd in commissione Cultura, Manuela Ghizzoni: "Stupisce veramente la profonda spaccatura - sottolinea - L'istruzione è un tema troppo serio e non può divenire oggetto di pericolose incursioni ideologiche dal sapore tutto nordista».
Stop dunque, per la Lega, alla selezione basata sui titoli di studio. «Il presidente Aprea - spiega Paola Goisis, deputata della Lega e presentatrice della richiesta - ci ha detto che il testo dovrà essere discusso direttamente in aula. Ma a questo noi ci opporremo perché non si può scavalcare così la volontà di un partito di maggioranza e la stessa Commissione». " Abbiamo rinunciato a tutto - prosegue la leghista - tranne che ad un punto sul quale insisteremo fino alla fine: ci dovrà essere un albo regionale al quale potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell'insegnante».
I professori devono poter attestare «il loro livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono andare ad insegnare». I titoli di studio, quindi, vengono dopo. Il punto è quello che viene dopo: "Questa nostra proposta che, ripeto, è l'unico punto che noi chiediamo venga inserito nella riforma, punta ad ottenere una sostanziale uguaglianza tra i professori del Nord e quelli del Sud. Non è possibile, infatti, che la maggior parte dei professori che insegna al Nord sia meridionale».
Critica l'opposizone sulla sortita leghista e il comportamento del centrodestra. Dice il capogruppo del Pd in commissione Cultura, Manuela Ghizzoni: "Stupisce veramente la profonda spaccatura - sottolinea - L'istruzione è un tema troppo serio e non può divenire oggetto di pericolose incursioni ideologiche dal sapore tutto nordista».
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