ROMA - Si infiamma nell'opposizione la polemica intorno alla legge sulle intercettazioni. E assume i contorni del tutti contro tutti. Se ieri Pd e Italia dei valori si erano trovati concordi nell'intimare al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di ritirare il provvedimento, oggi sulla stessa vicenda si spaccano.
Di Pietro attacca Napolitano perché, a suo giudizio, nell'incontro con Alfano non sarebbe stato sufficientemente determinato. Una tirata, quella contro il capo dello Stato, mal tollerata da Dario Franceschini. Che difende il Quirinale e replica con fermezza a Di Pietro: quelle a Napolitano sono contestazioni "intollerabili".
Secondo quel che ha scritto sul suo blog il leader dell'Idv, il presidente della Repubblica starebbe usando "una piuma d'oca per difendere la Costituzione dall'assalto di un manipolo piuttosto numeroso di golpisti". Il riferimento, si diceva, è all'incontro fra Napolitano e Alfano, lo scorso 3 luglio, dopo il quale - secondo Di Pietro - Napolitano avrebbe consentito solo "modifiche di facciata" al ddl.
Di Pietro punta l'indice sul fatto che "Alfano ha fatto sapere che sì, il ddl è modificabile - si legge ancora sul blog - ma l'esecutivo va dritto per la sua strada, aprendo solo a quelche ritocco, vale a dire modifiche di facciata". Insomma Napolitano - per l'ex magistrato - "pur di evitare strappi istituzionali ha preferito convocare l'esecutivo prima di rifiutare la firma di una legge fatta su misura per delinquere in libertà".
Per Franceschini, parole troppo pesanti. "E' intollerabile - osserva il segretario del Partito democratico - che il leader dell'Idv coinvolga nella polemica politica il presidente, che sta svolgendo con intelligenza la sua funzione di garante delle regole e degli equilibri istituzionali. Di questo l'intero paese deve essergli grato".
Dell'occasione approfitta la maggioranza: per il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, quella di Di Pietro è "una pericolosa deriva dell'avventurismo e dell'estremismo giustizialisti".
Di Pietro attacca Napolitano perché, a suo giudizio, nell'incontro con Alfano non sarebbe stato sufficientemente determinato. Una tirata, quella contro il capo dello Stato, mal tollerata da Dario Franceschini. Che difende il Quirinale e replica con fermezza a Di Pietro: quelle a Napolitano sono contestazioni "intollerabili".
Secondo quel che ha scritto sul suo blog il leader dell'Idv, il presidente della Repubblica starebbe usando "una piuma d'oca per difendere la Costituzione dall'assalto di un manipolo piuttosto numeroso di golpisti". Il riferimento, si diceva, è all'incontro fra Napolitano e Alfano, lo scorso 3 luglio, dopo il quale - secondo Di Pietro - Napolitano avrebbe consentito solo "modifiche di facciata" al ddl.
Di Pietro punta l'indice sul fatto che "Alfano ha fatto sapere che sì, il ddl è modificabile - si legge ancora sul blog - ma l'esecutivo va dritto per la sua strada, aprendo solo a quelche ritocco, vale a dire modifiche di facciata". Insomma Napolitano - per l'ex magistrato - "pur di evitare strappi istituzionali ha preferito convocare l'esecutivo prima di rifiutare la firma di una legge fatta su misura per delinquere in libertà".
Per Franceschini, parole troppo pesanti. "E' intollerabile - osserva il segretario del Partito democratico - che il leader dell'Idv coinvolga nella polemica politica il presidente, che sta svolgendo con intelligenza la sua funzione di garante delle regole e degli equilibri istituzionali. Di questo l'intero paese deve essergli grato".
Dell'occasione approfitta la maggioranza: per il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, quella di Di Pietro è "una pericolosa deriva dell'avventurismo e dell'estremismo giustizialisti".
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