«I macchinisti non hanno fatto errori». Per la prima volta nella storia recente delle Ferrovie italiane, di fronte a una sciagura non si parla di «errore umano». L’amministratore delegato di Fs Mauro Moretti riconosce il guasto, ha ceduto un asse. Questo dicono «le prime evidenze». E forse, macchinisti e sindacalisti che puntano l’indice contro i tagli che si traducono in minor controlli e meno manutenzione, non rischiano sanzioni o addirittura il licenziamento come è avvenuto in passato.
E lo dicono, lo dicono in coro che qualcosa non va. In una nota unitaria i sindacati confederali e autonomi chiedono che la magistratura faccia presto ad accertare le cause e mettono sotto accusa «il sistema di regole», alla luce della liberalizzazione nei trasporti «anche rispetto agli standard di manutenzione e controllo del materiale rotabile da parte di tutte le aziende, non solo Trenitalia». Perché è forte il rischio che società private, magari estere, possano mettere in circolazione materiale «non in perfetta norma».
E poi c’è la riflessione da fare sugli allarmi inascoltati. Comincia Guglielmo Epifani, segue l’Orsa, poi l’Assemblea dei delegati dei ferrovieri, sempre in prima linea su questo fronte, e tutti gli altri. La chiedono con lo sciopero unitario, e con le forze dell’opposizione chiamano il governo, oltre che le Ferrovie, a chiarire. L’appuntamento è per oggi, l’esecutivo riferirà in Senato. Qualche spiegazione dovrà pur essere data. «È una tragedia enorme» dice Epifani, «i primi riscontri darebbero ragione ai tanti allarmi lanciati in questi mesi dai sindacati su cui l’azienda aveva reagito sbagliando perché nelle ferrovie c’è un uso di materiali troppo vecchio, ma - ha concluso - aspettiamo di capire bene le cause». Una tragedia annunciata, dunque. E a fargli da eco c’è la denuncia dei delegati dell’Assemblea dei ferrovieri, (lavoratori e iscritti a tutti i sindacati), mobilitatissima sulla sicurezza, basti ricordare la lotta per la riassunzione di Dante De Angelis, il macchinista licenziato da Trenitalia per le sue dichiarazioni a proposito dell’insicurezza ferroviaria.
«La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l’elevatissimo rischio connesso - si legge in una nota dell’Assemblea -. Si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa San Rossore e a Prato». Uno «stillicidio» che ricorre anche nella denuncia dell’Orsa Toscana, che parla degli «insufficienti investimenti stanziati per la manutenzione delle infrastrutture e dei treni». E snocciola gli incidenti, anche mortali, capitati a ferrovieri e viaggiatori «a causa delle “porte killer” e lo stillicidio degli operai della manutenzione delle linee».
Il materiale per riflettere non manca. La Consulta dei Trasporti del Pd chiede che i vertici delle Fs vengano ascoltati in Parlamento, e che il governo «assuma ogni iniziativa utile alla sicurezza». «Un tema sottovalutato - dicono - come dimostra la drastica riduzione dei finanziamenti operata dall’attuale governo».
E lo dicono, lo dicono in coro che qualcosa non va. In una nota unitaria i sindacati confederali e autonomi chiedono che la magistratura faccia presto ad accertare le cause e mettono sotto accusa «il sistema di regole», alla luce della liberalizzazione nei trasporti «anche rispetto agli standard di manutenzione e controllo del materiale rotabile da parte di tutte le aziende, non solo Trenitalia». Perché è forte il rischio che società private, magari estere, possano mettere in circolazione materiale «non in perfetta norma».
E poi c’è la riflessione da fare sugli allarmi inascoltati. Comincia Guglielmo Epifani, segue l’Orsa, poi l’Assemblea dei delegati dei ferrovieri, sempre in prima linea su questo fronte, e tutti gli altri. La chiedono con lo sciopero unitario, e con le forze dell’opposizione chiamano il governo, oltre che le Ferrovie, a chiarire. L’appuntamento è per oggi, l’esecutivo riferirà in Senato. Qualche spiegazione dovrà pur essere data. «È una tragedia enorme» dice Epifani, «i primi riscontri darebbero ragione ai tanti allarmi lanciati in questi mesi dai sindacati su cui l’azienda aveva reagito sbagliando perché nelle ferrovie c’è un uso di materiali troppo vecchio, ma - ha concluso - aspettiamo di capire bene le cause». Una tragedia annunciata, dunque. E a fargli da eco c’è la denuncia dei delegati dell’Assemblea dei ferrovieri, (lavoratori e iscritti a tutti i sindacati), mobilitatissima sulla sicurezza, basti ricordare la lotta per la riassunzione di Dante De Angelis, il macchinista licenziato da Trenitalia per le sue dichiarazioni a proposito dell’insicurezza ferroviaria.
«La rottura di un asse di un carrello del vagone merci è un incidente tipico che non è stato mai tenuto nella giusta considerazione nonostante l’elevatissimo rischio connesso - si legge in una nota dell’Assemblea -. Si è ripetuto innumerevoli volte, sempre fortunatamente con conseguenze meno gravi, da ultimo nei giorni scorsi sempre in Toscana, a Pisa San Rossore e a Prato». Uno «stillicidio» che ricorre anche nella denuncia dell’Orsa Toscana, che parla degli «insufficienti investimenti stanziati per la manutenzione delle infrastrutture e dei treni». E snocciola gli incidenti, anche mortali, capitati a ferrovieri e viaggiatori «a causa delle “porte killer” e lo stillicidio degli operai della manutenzione delle linee».
Il materiale per riflettere non manca. La Consulta dei Trasporti del Pd chiede che i vertici delle Fs vengano ascoltati in Parlamento, e che il governo «assuma ogni iniziativa utile alla sicurezza». «Un tema sottovalutato - dicono - come dimostra la drastica riduzione dei finanziamenti operata dall’attuale governo».
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