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DAY 2: IL G8 DELLE POLEMICHE

In attesa di vedre come si evolverà la terza giornata del g8 ad aquila (previsti migliaia di no global), un riassunto completo della seconda giornata.

«Non avete raggiunto il risultato che volevate. Auguri». Ha fretta di chiudere l'argomento il premier. E liquida velocemente la questione, evitando anche in questa occasione di rispondere alle domande che riguardano le frequentazioni di escort e veline. Al cronista di Repubblica che gli chiede se davvero l'immagine dell'Italia è stata rovinata dalla stampa da lui stesso accusata di remare contro il paese non risponde una parola di più. «Ci sono due tipi di realtà, quella vera della gente comune e l'altra realtà dei giornali che è pura fantasia», rivendica poi davanti a chi gli chiede dell'accoglienza calorosa ricevuta al G8.

Era inevitabile che le vicende per cui da settimane è sotto accusa anche da parte della stampa straniera facessero irruzione al G8. Ma Berlusconi cerca di contenere i danni. Al suo fianco c'è Barak Obama, per fare il punto sui lavori del G8.

«Voglio ringraziare il presidente Berlusconi per l'eccellente ospitalità sua, della gente dell'Aquila e degli italiani in generale», dice il presidente degli Stati Uniti, passando poi ad analizzare gli obiettivi che secondo lui sono stati raggiunti durante il vertice.

«Siamo partiti bene, anche se i progressi futuri non saranno facili», rivendica Obama, spiegando che all'Aquila rispetto al clima sono stati fatti «importanti passi avanti sul clima», nonostante il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, abbia criticato gli obiettivi posti dagli Otto Grandi perchè «poco ambiziosi». Non è d'accordo con le critiche Obama. Proprio gli Usa «spesso, in passato, non hanno affrontato le proprie responsabilità» sul fronte dei cambiamenti climatici, ha ammesso Obama. «Ma quei tempi» ha assicurato, «sono finiti». E agli altri paesi industrializzati Obama rivolge un invito: «Resistere alla
tentazione di essere cinici» e non pensare «che il problema sia così ampio da impedire passi significativi».
il g8 delle polemiche
Una promessa poi: «Raddoppieremo i fondi a favore della ricerca e dello sviluppo» per un'economia pulita», annuncia Obama, spiegando che i paesi in via di sviluppo verranno sostenuti nei progetti che prevdano «un basso uso di carbonio».

Una conferenza stampa a due voci. «Abbiamo tutti convenuto che il G8 non è più idoneo per rappresentare motivi di indirizzo nel governo dell'economia mondiale», spiega Berlusconi, prendendo la parola per riassumere gli altri punti al centro del G8. «Abbiamo dato vita con il G14 a una struttura consolidata che questa mattina ha trovato la volontà di tutti per una sua continuità», aggiunge descrivendo un clima di «grande cordialità».
g8 aquila g8
Il premier ha parlato dei temi toccati durante la giornata. Il clima: «Guardiamo alla conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici con molto maggiore ottimismo rispetto a prima», dice, spiegando che, a suo giudizio, anche c'è anche da parte di Cina e India una disponibilità «sorprendente». L'armamento: «Obama ha proposto di mettere in agenda un vertice da svolgersi nel maggio del prossimo con tutti i paesi detentori di armi nucleari per andare verso un mondo più sicuro». L'Iran: il G8 «ha scartato le ipotesi di sanzioni» nei confronti dell'Iran per la questione nucleare ma «ha espresso la ferma volontà di aprire un dialogo forte, duro e deciso» affinchè «in un tempo non esteso» si impedisca che diventi «un Paese possessore di armi nucleari», ha spiegato Berlusconi. Gli altri scenari internazionali: «C'è stata la condivisione assoluta della volontà di intervenire» nelle principali crisi internazionali - ha spiegato - dai rapporti con l'Iran alla pace in Medio Oriente alla situazione in Afghanistan e Pakistan.
Ha poi spiegato che l'Italia verserà i 130 milioni di dollari del Global Fund per l'Africa «entro il prossimo mese» coprendo così il ritardo nei pagamenti delle quote. E ne aggiungerà altri 30 milioni in più.

Crisi economica e sviluppo ecocompatibile al centro della seconda giornata del G8, oggi allargato anche ai "paesi emergenti".
che cosa è il g8
Gli otto grandi insieme ai paesi G5 (Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa) più l'Egitto confermano la loro volontà di cooperare affinchè «l'economia globale riprenda la crescita lungo un cammino equilibrato, equo e sostenibile a beneficio di tutti, soprattutto dei più vulnerabili». È quanto si legge nella bozza della dichiarazione congiunta G8 più G5 attualmente in discussione al vertice dell'Aquila.
g8 un'opportunità
Mentre per quanto riguarda le strategie per combattere i cambiamenti climatici alle 18 e 30 saranno Silvio Berlusconi, Barack Obama, Gordon Brown e il premier australiano Kevin Rudd ad illustrare l'impegno comune in materia di tecnologie pulite.
Nella bozza della dichiarazione congiunta G14 secondo cui la crescita deve essere «sostenibile, bilanciata, innovativa, inclusiva e a medio termine», i paesi del G8 e del G5 oltre all'Egitto e la Svezia come presidente di turno dell'Ue si impegnano a un lavoro comune «per assicurare una ripresa verde globale». Secondo il documento, ancora suscettibile di cambiamenti, vengono incoraggiati «lo sviluppo, la diffusione e il trasferimento da noi concordato di tecnologie pulite, a basso carbonio, riducendo le emissioni e aumentano l'efficienza energetica».
scopri i video del g8 di aquila
La materia ambientale è il vero oggetto delle controversie maturate tra i grandi e i cosiddetti paesi emergenti. E infatti la Cina attraverso il direttore del servizo stampa del ministero degli esteri cinese Ma Daoxu ha fatto sapere infatti di non ritenere vincolanti le misure approvate ieri dal G8. Il governo di Pechino invita inoltre a considerare le diverse condizioni dei paesi emergenti rispetto a quelli occidentali nel definire le strategie idonee ad affrontare il climate change. Più modesto delle più rosee aspettative è dunque l'obiettivo a cui approda la riunione del Mef (ovvero gli Otto più Australia, Brasile, Cina, Corea del sud, India, Indonesia, Messico e Sudafrica) nel summit di questo pomeriggio. I partecipanti al vertice si impegnano cioè a sperimentare forme di partnership globale per spingere verso tecnologie pulite. I paesi del G14 più l'Wgitto «aumenteranno e coordinereanno investimenti pubblici nella ricerca e nello sviluppo delle tecnologie amiche del clima. l'obiettivo è di raddoppiare questo tipo di investimento entro il 2015.
il g8 di obama
Sul clima gli 8 leader si sono impegnati a raggiungere un accordo ambizioso e globale alla conferenza sul clima di Copenaghen, in dicembre, che dovrà definire un nuovo schema per la riduzione dei gas ad effetto serra alla scadenza del protocollo di Kyoto. Nel testo dell'accordo si riconosce la necessità di contenere entro di due gradi centigradi l'aumento della temperatura terrestre. Ma la misura è stata considerata "insufficiente" dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Mentre la Cina si è chiamata fuori, rivendicando la necessità di considerare la diversa condizione dei «paesi emergenti».
i grandi del g8 e i segreti
«I leader del G8 hanno fissato come obiettivo a lungo termine il taglio di almeno il 50 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2050», ha continuato l'ex ministro degli Esteri sudcoreano, «ma è molto più importante che si trovi un accordo su quelli che sono gli obiettivi a medio termine». Gli Otto dovrebbero «assumersi la propria responsabilità nei confronti del futuro dell'umanità. Devono assumersi obiettivi coraggiosi e ambiziosi: solo allora potremmo suggellare l'accordo. Questo è il mio messaggio, di questo parlerò ai leader mondiali». Ban ha anche annunciato la convocazione di un «summit il 22 settembre a Palazzo di Vetro cui saranno invitati a partecipare »oltre 100« leader.
Nel documento i Paesi del Mef "riconoscono l'opinione scientifica secondo la quale l'incremento della temperatura media globale al di sopra dei livelli pre-industriali non dovrebbe eccedere i due gradi centigradi".
il g8 ad aquila è al suo terzo giorno
E' la prima volta che i Paesi industrializzati e quelli emergenti fanno proprie le opinioni scientifiche del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell'Onu (Iccp). Ma la Cina, appunto, si sfila. E viene mancata l'intesa sull'altro ambizoso obiettivo del summit, l'indicazione di un taglio del 50% delle emissioni di C02 entro il 2050 auspicata da Usa e Ue. L'impegno è a trovare un accordo di massima in vista della conferenza Onu di dicembre a Copenaghen "per una riduzione sostanziale delle emissioni entro il 2050".

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