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Delitto di Udine, l'indagine punta sul movente economico


UDINE - Dettagli inquietanti e nuovi dubbi sul delitto di Udine emergono dall'ordinanza della convalida del fermo delle due minorenni sospettate di omicidio preterintenzionale per la morte del pensionato Mirco Sacher. Secondo quanto scrive il giudice per l'udienza preliminare Laura Raddino, la collutazione che ha portato al decesso dell'uomo sarebbe iniziata con entrambe le due ragazze "salite a cavalcioni sopra di lui, sulla pancia e sul torace".

Una giovane lo "aveva inizialmente afferrato per le mani" e l'altra "lo aveva preso per il collo" imitata poi dall'amica che, in quei momenti concitati "aveva anche ricevuto un morso al seno da Sacher forse, a dire della stessa, nel tentativo di rialzarsi". La lotta, si legge ancora nell'ordinanza, è "terminata quando, dopo che Sacher aveva detto la parola 'basta', "lo stesso era diventato viola in viso e aveva smesso di parlare e di respirare".

La decisione del gup di confermare il fermo si basa anche sui dubbi relativi alla circostanza che stando a quanto riferito dalle due indagate la colluttazione sarebbe iniziata dopo un approccio sessuale da parte di Sacher non gradito dalle quindicenni. Il giudice osserva che dopo questo tentativo una delle ragazzine è "uscita infastidita dalla vettura", subito seguita dall'amica, ma anzichè allontanarsi le due ragazze sono "rimaste vicino alla macchina, a scherzare, scambiandosi piccoli pugni per gioco mentre l'uomo cercava di avvicinarle a sè, finchè egli improvvisamente aveva fatto sbattere la testa di una contro un palo lì vicino".

A questo punto si sarebbe scatena la reazione della giovane che "lo aveva buttato a terra, arrabbiata". "Forse per far presa per rialzarsi aveva preso per il braccio l'altra giovane facendola finire a terra". Da qui era nata la lotta di cui sono stati riscontrati segni nelle visite all'ospedale Burlo Garofolo di Trieste. Oltre all'ematoma sul seno "è anche pacifico - spiega sempre il gip - che nel corso dell'ispezione è stato riscontrato un ematoma al capo" della ragazzina, compatibile con un urto contro il palo.

E' sulla scorta di questi dubbi che gli investigatori intendono risalire alle movimentazioni bancarie fino agli anni 2011 e 2012 per confrontarle con quelle di questi ultimi mesi, quando ci sono stati numerosi prelievi, e verificare se si è trattato di movimenti regolari o forzati, insoliti o no. L'inchiesta mira anche a ricostruire le spese effettuate domenica dai tre, dopo che sono praticamente spariti i 150 euro prelevati dal pensionato domenica mattina prima di incontrare le ragazze: non sarebbero stati trovati infatti soldi né in casa né in auto o addosso alle ragazze.

Gli inquirenti sembrano però persuasi che il movente dell'omicidio vada ricercato nell'ambito economico che con ogni probabilità legava i tre. A questo scopo verranno conferiti oggi alla Polizia Postale gli incarichi per svolgere la consulenza sui telefoni cellulari sia di Sacher sia delle giovani, e sui computer e sulle pagine Facebook delle minorenni, con l'obiettivo di spiegare il movente o un possibile ricatto. Nel frattempo, potrebbero essere stati raccolte preziose informazioni sulle generalità dell'uomo che ha dato un passaggio alle ragazzine dalla stazione di servizio di Limenella (Padova) alla stazione ferroviaria di Vicenza.

Intanto la Procura dei minori di Trieste si è dichiarata "soddisfatta" della convalida del fermo. "E' andato tutto secondo le nostre aspettative - ha detto il capo della Procura dei Minori di Trieste Dario Grohmann - dalla convalida del fermo alla misura cautelare". "Il gip, come immaginavo - precisa - non ha potuto escludere nulla". Saranno quindi le indagini a dover stabilire se la contestazione di omicidio preterintenzionale sia quella definitiva. "Però potrebbero emergere fatti più gravi - spiega Grohmann - e quindi potrebbe profilarsi l'omicidio volontario".

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