La guerra tra Israele e Gaza non si combatte solo sul campo. Oltre ai missili di Hamas l’apparato israeliano deve fronteggiare le insidie che provengono dal web. Quando sono partiti i missili contro Gaza, Anonymous ha iniziato un’operazione di hackeraggio per oscurare tutte le informazioni che corrono sul web.

ANONYMOUS IN CAMPO - Anonymous ha ufficializzato sul suo profilo Twitter che conta quasi 700 mila follower l’operazione #OpIsrael. Gli attivisti hacker hanno colpito centinaia di siti, tanto che il messaggio di DDoS che segnala la caduta di una pagina web è apparso 659 volte, almeno secondo un calcolo della stessa Anonymous. Tra gli obbiettivi colpiti anche il sito del comune di Tel Aviv, oltre a vari siti dell’apparato militare di Israele. Le attenzioni di Anonymous sono state dedicate anche al furto di email e password sensibili, hackerate sempre nell’ambito degli apparati di sicurezza israeliani.

SITI DEFACCIATI - I siti defacciati da #OpIsrael sono stati 9 mila, e Anonymous ha rimarcato il fatto di essere riuscita a cancellare il database del sito del ministero degli Esteri, così come della Bank Jerusalem. L’operazione ha coinvolto numerosi hacker, ed appare in continuità con altre operazioni scattate per contrastare una decisione di un paese estero che contrasta coi valori del gruppo. Anonymous ha però voluto ribadire come #OpIsrael non sia un’operazione anti Israele, del quale si condanna l’occupazione brutale dei Territori Occupati, ma una modalità di contrastare l’oppressione che grava sui palestinesi. Gli hacker hanno comunque ribadito di essere contrari alla violenza, e di non supportare la resistenza militare contro Israele.

Fonte: Giornalettismo.com