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Vinicio Capossela: un dj fin troppo “internazionale”


Il cantautore non è riuscito a replicare il successo di Jovanotti, alternando musiche apprezzate con scelte poco gradite dal pubblico

E’ stato secondo molti un dj set fin troppo “internazionale” quello di Vinicio Capossela, sabato sera in Piazza Castello. Di certo non era facile raccogliere l’eredità di Jovanotti, che negli anni passati aveva letteralmente riempito e fatto ballare la piazza per tutta la durata dello show, e il cantautore dell’Irpinia ha cercato di produrre uno spettacolo che abbracciasse il maggior numero di sonorità e culture musicali sparse per il mondo, con risultati alterni.
Il pubblico infatti si è scatenato nella parte iniziale della serata, mosso dalle note dei Clash e di Iggy Pop, o quando più tardi ha cantato pezzi di Gaber, Celentano o la celebre “lavorare con lentezza” di Enzo Delre, ma è rimasto spiazzato di fronte ala scelta di alcune musiche etniche popolari, in particolare russe e orientali, che ne hanno allontanato una parte già prima della conclusione del dj set.
“Quest’anno Vinicio è riuscito a svuotare la piazza prima di mezzanotte”, commenta una ragazza da sotto il palco. E in effetti se accedere allo spettacolo nella fase iniziale, da qualunque direzione si arrivasse, era un’impresa tutt’altro che semplice data la quantità dei presenti, già dopo un’ora si poteva arrivare sotto al palco senza troppi problemi, in particolare dopo che Capossela ha annunciato l’inizio della “musica da sposalizio”, abbandonando i suoni più orecchiabili di inizio show per una sequenza di temi popolari dell’est Europa che hanno mosso parecchia gente verso il concerto jazz nel chiostro di San Paolo. “Di certo è stato coraggioso e ha voluto sorprendere un po’ tutti – commenta un altro spettatore -. A me piace molto come idea, anche se effettivamente alcuni pezzi sono un po’ pesanti”.
Il dato positivo è sicuramente la varietà di pubblico presente: non solo giovani come ci si aspetterebbe in un normale dj set, ma persone di tutte le età venute ad ascoltare un po’ di musica, forse proprio grazie alla varietà e all’originalità delle scelte. La maggior parte dei commenti tuttavia non sono stati positivi, suggerendo spesso che la spiegazione del gran numero di presenze fosse da attribuire più alla notorietà del disc jokey che alla qualità della musica ascoltata, e i paragoni con il Jovanotti delle passate edizioni sono stati anche spietati. Non il ritorno perfetto per Capossela, che poco più di un anno fa nella stessa piazza aveva raccolto la standing ovation dopo il concerto per Ferrara sotto le stelle, nella veste che forse gli dona di più: il cantautore.

Fonte: estense.com 
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