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Auto della polizia a secco saltate 16 udienze

Sono finiti i soldi per il carburante e la giustizia rischia il disastro. Al tribunale di Arezzo è già assoluta emergenza e si è rischiato di dover liberare arrestati anche pericolosi per l’impossibilità di celebrare i processi con il rito direttissimo o di tenere le udienze di convalida. Ieri la paralisi dei mezzi del Nucleo traduzioni detenuti della polizia penitenziaria di Sollicciano ha cominciato a riflettersi anche sugli uffici giudiziari di Firenze. Per ore è stato impossibile far arrivare in corte d’appello i detenuti che dovevano essere processati davanti alla seconda sezione penale.
"Siamo letteralmente allibiti", commenta Francesco Falchi, vicesegretario regionale del sindacato autonomo della polizia penitenziaria Sappe: «Si ha l’impressione di essere insolventi come la Grecia. Però a Roma si occupano di altro». In luglio il Sappe aveva lanciato l’allarme: anche allora erano finiti i soldi per il carburante e la Q8, che ha una convenzione con il carcere di Sollicciano, aveva bloccato le card, le speciali carte di credito che consentono al Nucleo traduzioni di alimentare i mezzi per trasportare i detenuti. Poi la situazione si era sbloccata, ma a distanza di tre mesi si è ripresentata più grave che mai. Ieri il Nucleo è stato costretto ad annullare cinque servizi, in parte fuori sede, in parte a Firenze.

Il budget già striminzito del Nucleo traduzioni di Sollicciano ha cominciato sempre più drammaticamente a scarseggiare quando ai già gravosi impegni per il sovraffollato carcere di Sollicciano si sono aggiunti quelli per tutti gli arrestati del tribunale di Arezzo. Anche Prato ha gravissime difficoltà e spesso hanno bisogno di aiuto Pistoia e Livorno. I consumi di carburante sono aumentati ma gli stanziamenti non altrettanto. E ora Q8 ha chiuso le pompe. Intanto anche il tribunale di Arezzo ha finito i buoni benzina, sicché un gip ha dovuto arrivare a sue spese a Sollicciano per le udienze di convalida di quattro arrestati.

Sulla carta il Nucleo traduzioni di Sollicciano ha a disposizione 31 mezzi di trasporto, di cui però solo 15 efficienti. Efficienti è dire molto, perché in realtà non più di dieci sono in grado di viaggiare tutti i giorni (se c’è il denaro per il carburante). Tre o quattro sono euro zero, i blindati sono degli anni ’80 e ’90, alcuni regalati dai carabinieri anni e anni fa. Quasi tutti hanno percorso centinaia di chilometri. La prima a fermarsi è stata un’auto usata per i trasporti dei collaboratori di giustizia. Ha percorso quasi 400 mila chilometri. Di recente un furgone che trasportava quattro detenuti ad Arezzo ha dato pericolosi cenni di cedimento.

C’era il rischio che si fermasse in autostrada ed è stato necessario raggiungerlo con un altro mezzo e sostituirlo. «Da dieci anni — scuote la testa Francesco Falchi — il dipartimento non assegna più un automezzo al carcere più importante della Toscana. E non c’è manutenzione. I mezzi hanno le gomme lisce, i freni inesistenti. Siamo lavoratori anche noi». Il Sappe teme che, se non verrà posto rimedio al drammatico sovraffollamento di Sollicciano e a questa situazione intollerabile che rischia di paralizzare i processi, il futuro possa riservare tensioni e disordini. «Basta che qualcuno accenda una miccia».

Il segretario generale della Uil-Pa Penitenziari Eugenio Sarno spiega che "sono saltate 16 udienze e tre visite in ospedale- Il blocco delle attività di 72 ore è stato causato dall'impossibilità di effettuare il pieno agli automezzi per mancanza di fondi. Quanto accaduto a Firenze è il più eloquente degli esempi di quanto può accadere su scala nazionale se non si provvede immediatamente a finanziare i capitoli di bilancio. Siamo di fronte ad un concreto rischio di paralisi dell'attività giudiziaria".

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 Fonte: Repubblica.it

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