Intervista ad Antonio di Pietro, leader dell'Italia dei valori e principale arteficie del successo della raccolta firma contro la legge elettorale
“E’ avvenuto qualcosa di incredibile: un milione e duecento mila firme raccolte tra agosto e settembre. Una grande vittoria”. E’ quanto afferma il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un’intervista pubblicato oggi sul quotidiano ‘La Repubblica’.
Nemici e tiepidi sostenitori dei quesiti annunciano una riforma elettorale da fare in Parlamento. Sciacalli o truffatori?
“La prima soddisfazione è che tutti, adesso, hanno capito la forza del popolo. Al di là del nostro impegno e di quello del comitato non ho mai visto tanti cittadini chiedere spontaneamente dov’erano i banchetti. Questa è voglia di politica, altro che antipolitica. La gente difende l’unico strumento democratico per far sloggiare dal Parlamento una classe politica che, eletta col Porcellum, si può vendere al miglior offerente. Tanto non risponde a nessuno”.
Torniamo al punto.
“Il punto è che le firme dicono: c’è bisogno di una nuova legge elettorale. Io lascio aperta la porta a soluzioni parlamentari. Ma evitando un’altra truffa ai danni dei cittadini. Perciò chiedo tre condizioni.
Quali?
“Coloro che sono condannati non possono essere candidati. E se vengono condannati in Cassazione durante il mandato parlamentare, decadono automaticamente. Divieto di assumere incarichi di governo per chi e' rinviato a giudizio. Incompatibilità a svolgere altre attività istituzionali".
Stop ai doppi e tripli incarichi.
“Non solo. Stop a quelli che continuano a svolgere le loro professioni. Avvocati, commercialisti, lobbysti di ogni genere che fanno da deputati gli interessi loro e dei loro clienti”.
Ci crede a una riforma elettorale senza referendum?
“No. Questa classe politica è figlia del Porcellum. E' impossibile che l'autore del malaffare faccia la battaglia contro il malaffare”.
Se invece il tavolo partisse accetterebbe leggi proporzionali?
“Io credo al sistema bipolare. Con le minoranze tutte rappresentate per fare da cane da guardia e la maggioranza messa nelle condizioni di governare. Non credo invece al terzo polo, che per sua natura è costretto ad accettare il programma di uno dei due poli maggiori e quindi può esercitare solo il suo potere ricattatorio o di compravendita”.
Il referendum può portare alle elezioni anticipate con questa legge. Eterogenesi dei fini?
“Se si vota in primavera la valanga referendaria avrebbe ottenuto comunque un grande risultato: rompere il bunker in cui è assediato il gheddafino italiano con l'aiuto della Lega. In Parlamento la sfiducia a Berlusconi non la otterremo mai. Solo la sfiducia di popolo è efficace. Lo hanno capito un milione e 200 mila italiani. E sono pronti a capirlo molti altri”.
Fonte: La Repubblica
Se trovi i nostri articoli interessanti, Clicca su "MI PIACE""
--- Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
0 commenti to " Antonio di Pietro: "Legge elettorale: i condannati fuori dalle liste" "