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Appello di Repubblica Sì di Di Pietro: "Non si può arrivare così al 2013"

ROMA - Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sposa l'appello lanciato dal fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari 1 affinché il presidente della Repubblica investa il Parlamento del caso Berlusconi: cioè del problema della sua credibilità. "Noi - ha detto di Pietro dal palco di Vasto, dove ha chiuso la festa del partito - non possiamo chiedere al capo dello Stato di fare un atto incostituzionale, non possiamo domandargli di sciogliere le Camere, ma non possiamo neanche accettare in nome della legge elettorale di arrivare al 2013". Quindi, si schiera con l'editoriale di Repubblica: "Facciamo nostro l'appello di Scalfari a Napolitano", per chiedere cioè al capo dello Stato di utilizzare il suo potere di indirizzare messaggi al Parlamento. Di Pietro, poi, ha aggiunto: "Ora noi dobbiamo completare la raccolta di firme per il referendum, poi dare la nostra disponibilità solo per cambiare la legge elettorale e quindi rivolgerci ai cittadini per far capire loro che siamo in grado di governare".

Insomma, nessun governo tecnico, se non una fase di collaborazione tra varie forze politiche per dare il via a una nuova legge elettorale. Per il resto, voto subito. "La nostra disponibilità c'è solo per cambiare la legge elettorale - dice - perchè non ho alcuna intenzione di consegnare la vittima all'assassino, anzi. No al governo di unità nazionale per ricostruire
il Paese, chi lo ha ucciso non può ricostruirlo. No a mantenere in vita questa maggioranza, salvo che ci sia l'impegno del Presidente della Repubblica a un governo di tot giorni per fare una nuova legge elettorale".

Il leader dell'Idv non ha parlato nel dettaglio di quanto emerge dalle inchieste di Bari e Napoli sul conto del premier. "Star qui a parlare di escort - ha detto - sarebbe partecipare alla distrazione di massa in corso dai problemi reali del paese". Ma ha aggiunto: "Sarebbe bene se il premier accettasse l'invito di don Gallo ad andare in comunità a disintossicarsi, mentre chi ha ancora la credibilità per farlo si assume la responsabilità di governare". Fra i credibili, Di Pietro ha inserito proprio l'Italia dei valori, ma "in squadra", perché bisogna avere "la consapevolezza di poter fare i passi in ragione delle proprie gambe".


E qui è scattato l'ultimo punto dell'intervento di Di Pietro, l'alleanza con Pd e Sel, iniziata venerdì con il faccia a faccia con Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola. Con gli alleati, ha detto, serve "identità di programma", che deve esserci anche per i candidati alle primarie, da "fare il prima possibile", perché "abbiamo bisogno che quelle consultazioni siano una simbiosi tra le persone e il programma".
"Non è possibile che ognuno arrivi portandosi il proprio programma, altrimenti succede quel che succede sempre: siccome vince de Magistris, i partiti non ci stanno". Quindi l'Idv chiede di stare in squadra, ma anche di definire subito un programma di base. "Dobbiamo identificare subito quali sono le nostre priorità", una decina di punti, ha concluso Di Pietro citando il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Ma la festa di Vasto non sarà ricordata solo per le prove di Nuovo Ulivo tra Di Pietro, Vendola, e Bersani. A distanza si è consumato anche l'ennesimo duello tra il leader dell'Idv e quello dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Un'incognita che pesa al momento sulla compattezza dell'opposizione e poi - più o meno a breve - sulle alleanze elettorali del voto che verrà.


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Fonte: Repubblica.it

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