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Borsa, ancora giornata difficile. I mercati hanno sfiduciato Berlusconi

 L'economista Giacomo Vaciago: "Occorre una svolta anche politica per tornare credibili. Mario Draghi? Non è stato ascoltato. Lui chiede da sei anni di far ripartire la crescita"


“La speculazione è una cosa brutta, che esiste dai tempi di Adamo ed Eva. Però ha sempre ragione. Stavolta ha sfiduciato il governo Berlusconi. Nessun italiano potrebbe darle torto”. Ironico e arrabbiato l’economista Giacomo Vaciago spiega la tempesta finanziaria come farebbe con i suoi studenti.

Come esplode la crisi?
I mercati finanziari temono che il debito pubblico italiano sia insostenibile. Moody’s e Standard & Poor hanno dato l’allarme già da mesi. Tremonti ha risposto con una manovra finanziaria fatta con l’urgenza del decreto legge per rimandare gli interventi fra tre anni. Il governo mostra di avere altre priorità, la giustizia, il lodo Mondadori, Milanese e Bisignani. Gli investitori reagiscono vendendo i titoli di Stato italiani.

Quanto ci costerà questo scherzo?
In dieci giorni il rendimento richiesto dai mercati per il debito italiano è salito talmente da incrementare il costo per interessi almeno del dieci per cento. Sul 2012 si può prevedere un maggior costo di 8-10 miliardi di euro, che vanno naturalmente aggiunti alla manovra di Tremonti.
Lacrime e sangue?
Certo, con proteste di piazza. Tutto questo per non aver ascoltato il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, che da sei anni chiede di far ripartire la crescita.

Che nesso c’è tra crescita dell’economia e debito pubblico?
Aumentando il prodotto interno lordo crescono le entrate fiscali e lo Stato ha le risorse per ridurre il debito. Se l’economia cresce, come sta accadendo in Italia, meno dell’inflazione, i conti pubblici non posso che peggiorare, e il debito aumenta.

Diventiamo come la Grecia?
Purtroppo sì. E la colpa è di tutta l’Europa. La crisi di debito e bassa crescita parte a novembre 2009 per tutta l’Unione, e tutti i 17 governi hanno fatto finta di niente. L’Italia ha fatto la sua parte, approfittando dei bassi tassi d’interesse per fare nuovi debiti, ma non per investire, per finanziare le spese correnti. E adesso con le ricette lacrime e sangue le cose non potranno che peggiorare. L’economia frenerà ulteriormente, e rischiamo di passare da una manovra all’altra, con la gente sempre più inferocita.

Questo attacco dei mercati al debito italiano può chiudersi in pochi giorni come una fiammata?
Negli altri Paesi quando è partito non si è più fermato.

Che cosa si può fare per fermare la frana
Cambiare l’immagine del Paese, rapidamente. Mi aspetto che il presidente Napolitano convochi Berlusconi e i capi dell’opposizione per decidere, insieme, che cosa fare. Ma chi avrà il coraggio dell’impopolarità?

Quale ricetta dovrebbe uscire dal caminetto bipartizan?
Una convincente terapia di severi tagli di spesa pubblica e misure per la crescita. La Germania sta crescendo e noi non la seguiamo più come una volta, quando si diceva la locomotiva tedesca. Il vagone Italia si è sganciato e va verso la Grecia.

Per placare la furia dei mercati è necessario un cambio di governo?
In tutti i Paesi europei colpiti dalla crisi del debito gli esecutivi sono caduti. Ripeto, quello che serve è una svolta nella politica economica, perché i mercati hanno colpito la politica di Tremonti, hanno sfiduciato il governo Berlusconi per le sue politiche dell’ultimo anno, non degli ultimi giorni. Questo è un governo debole, diviso sulle ricette economiche. Non so se sarà in grado di dare il colpo di reni.

All’origine di questa crisi ci sono speculatori che vogliono male all’Italia e al suo governo, magari comunisti?
Ma figuriamoci. La crisi è di tutta la zona euro, e a un certo punto gli operatori fanno di tutte l’erbe un fascio, e non è che ci trattano peggio degli altri. I mercati sono globali, e seguono il debito sovrano di 192 Paesi, ma mica tutti i giorni. E così concentrano la loro attenzione in modo casuale su questo o quel Paese. Oggi tocca a noi, e lo sapevamo che prima o poi sarebbe capitato. L’unica cosa da non dire è che altri Paesi stanno peggio dell’Italia: è vero ma non serve a niente. Chi lo dice non sa come funzionano i mercati.

Da Il Fatto Quotidiano del 12 luglio 2011

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