ROMA - Sulla richiesta di arresto di Alfonso Papa, la Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio prende tempo. La maggioranza ha ottenuto di chiedere al giudice per le indagini preliminari di Napoli di acquisire il testo della richiesta di arresto dei pubblici ministeri nei confronti del deputato del Pdl coinvolto nell'inchiesta P4. Inchiesta che, secondo il segretario del Pd Pierluigi Bersani, ha portato alla luce "una palude maleodorante".
In apertura di seduta, infatti, il relatore Francesco Paolo Sisto (Pdl) ha chiesto un rinvio proprio per poter acquisire gli atti e quindi poter tenere la sua relazione in altra seduta. Da qui si è aperto un dibattito sulla questione. Ed è tornato alla ribalta il tema delle intercettazioni. L'idea, spiegano alcuni berlusconiani, è quella di riuscire a fermare "l'abuso che si fa delle loro pubblicazioni sui giornali anche quando non hanno alcuna rilevanza penale". Nel Pdl, si precisa, non si è mai smesso di parlare della necessità di un provvedimento di legge in questo senso, ma ora, dopo che sono finite su tutti i giornali "soprattutto vicende private", non si può più rimanere "con le mani in mano". L'importante, si aggiunge, è che ci sia un intervento al più presto per bloccare "questo abuso inaccettabile". Il mezzo con cui realizzarlo è ancora oggetto di dibattito.
Il capogruppo del Pdl in giunta, Maurizio Paniz, ha sostenuto che le carte del gip sul caso Papa fossero sufficienti
per motivare il fumus persecutionis. A quel punto il finiano Nino Lo Presti ha insistito perché Sisto tenesse la sua relazione oggi ma il relatore non era d'accordo. La discussione si è chiusa con un voto sulla richiesta di acquisizione degli atti del pm: è passata a maggioranza per un voto. Nell'opposizione era assente il deputato di Fli Giuseppe Consolo.
"E' stata una melina per perdere tempo", ha commentato Lo Presti al termine della seduta. "Acquisire la richiesta del pm - ha precisato - è un dato ininfluente. Per la valutazione che dobbiamo compiere sono sufficienti le carte del gip". Le critiche dell'opposizione alla decisione maturata in Giunta per le autorizzazioni sono però di merito oltre che metodo. "Si poteva fare una valutazione sulla base della richiesta del giudice, non su tutte le carte dell'inchiesta perché c'è il rischio di interferire sull'inchiesta stessa, c'è il rischio di fare un'indagine sull'indagine", ha spiegato il presidente della Giunta, il democratico Pierluigi Castagnetti.
Sulla vicenda è intervenuto il leader del Pd Pier Luigi Bersani: "Siamo in una palude e anche maleodorante. All'ombra dell'Imperatore, c'è spazio per il fiorire di cricche e cricchette, logge e loggette, cordate e cordatine. Se non arriva un po' di aria fresca, il Paese fa fatica a trovare le energie morali e civiche per la riscossa. Bisogna assolutamente che parta, e con urgenza, una fase nuova".
Da parte sua, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha annunciato l'intenzione di "fare il possibile e l'impossibile" affinché venga istituita al più presto una commissione parlamentare di inchiesta che "al contempo accerti le responsabilità politiche rispetto ad un sistema di potere deviato, anche al di là delle singole responsabilità penali, ed elabori un testo di legge o comunque gli strumenti legislativi idonei a debellare ora e per sempre un fenomeno tragico e oscuro che nel nostro Paese torna periodicamente a verificarsi". "Le riforme che Berlusconi da sempre vuole e propone non sono quelle che servono al Paese ma, secondo gli anni, alle diverse P2, P3 e P4...", ha aggiunto l'ex pm.
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In apertura di seduta, infatti, il relatore Francesco Paolo Sisto (Pdl) ha chiesto un rinvio proprio per poter acquisire gli atti e quindi poter tenere la sua relazione in altra seduta. Da qui si è aperto un dibattito sulla questione. Ed è tornato alla ribalta il tema delle intercettazioni. L'idea, spiegano alcuni berlusconiani, è quella di riuscire a fermare "l'abuso che si fa delle loro pubblicazioni sui giornali anche quando non hanno alcuna rilevanza penale". Nel Pdl, si precisa, non si è mai smesso di parlare della necessità di un provvedimento di legge in questo senso, ma ora, dopo che sono finite su tutti i giornali "soprattutto vicende private", non si può più rimanere "con le mani in mano". L'importante, si aggiunge, è che ci sia un intervento al più presto per bloccare "questo abuso inaccettabile". Il mezzo con cui realizzarlo è ancora oggetto di dibattito.
Il capogruppo del Pdl in giunta, Maurizio Paniz, ha sostenuto che le carte del gip sul caso Papa fossero sufficienti
per motivare il fumus persecutionis. A quel punto il finiano Nino Lo Presti ha insistito perché Sisto tenesse la sua relazione oggi ma il relatore non era d'accordo. La discussione si è chiusa con un voto sulla richiesta di acquisizione degli atti del pm: è passata a maggioranza per un voto. Nell'opposizione era assente il deputato di Fli Giuseppe Consolo.
"E' stata una melina per perdere tempo", ha commentato Lo Presti al termine della seduta. "Acquisire la richiesta del pm - ha precisato - è un dato ininfluente. Per la valutazione che dobbiamo compiere sono sufficienti le carte del gip". Le critiche dell'opposizione alla decisione maturata in Giunta per le autorizzazioni sono però di merito oltre che metodo. "Si poteva fare una valutazione sulla base della richiesta del giudice, non su tutte le carte dell'inchiesta perché c'è il rischio di interferire sull'inchiesta stessa, c'è il rischio di fare un'indagine sull'indagine", ha spiegato il presidente della Giunta, il democratico Pierluigi Castagnetti.
Sulla vicenda è intervenuto il leader del Pd Pier Luigi Bersani: "Siamo in una palude e anche maleodorante. All'ombra dell'Imperatore, c'è spazio per il fiorire di cricche e cricchette, logge e loggette, cordate e cordatine. Se non arriva un po' di aria fresca, il Paese fa fatica a trovare le energie morali e civiche per la riscossa. Bisogna assolutamente che parta, e con urgenza, una fase nuova".
Da parte sua, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha annunciato l'intenzione di "fare il possibile e l'impossibile" affinché venga istituita al più presto una commissione parlamentare di inchiesta che "al contempo accerti le responsabilità politiche rispetto ad un sistema di potere deviato, anche al di là delle singole responsabilità penali, ed elabori un testo di legge o comunque gli strumenti legislativi idonei a debellare ora e per sempre un fenomeno tragico e oscuro che nel nostro Paese torna periodicamente a verificarsi". "Le riforme che Berlusconi da sempre vuole e propone non sono quelle che servono al Paese ma, secondo gli anni, alle diverse P2, P3 e P4...", ha aggiunto l'ex pm.
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