MILANO - Erano Emilio Fede e Lele Mora a portare le ragazze ad Arcore. Lo sostiene Nicole Minetti in una memoria difensiva, consegnata - tramite il suo legale Daria Pesce - ai pm, nell'ambito del filone di inchiesta 1 appena chiuso sul caso Ruby, in cui la consigliera regionale della Lombardia è indagata insieme agli stessi Fede e Mora per induzione e favoreggiamento della prostituzione di trentadue ragazze e di Karima el Morhoug detta Ruby.
La memoria difensiva, in tutto una dozzina di pagine, riguarda solo il secondo capo d'imputazione, cioè il favoreggiamento della prostituzione 2 di Ruby. E spiega nel dettaglio quanto accaduto la notte tra i 27 e 28 maggio del 2010, quando Minetti si presentò alla questura di Milano per farsi affidare la giovane marocchina, all'epoca minorenne, che era stata fermata per furto. Affidamento durato pochi minuti, giusto il tempo di "consegnare" la ragazza ad un'altra brasiliana, Michelle Conceicao 3.
L'avvocato Pesce ripercorre i vari passaggi dell'inchiesta e cerca di dimostrare, in particolare, l'inconsistenza dell'accusa di prostituzione minorile, cioè di aver portato Ruby nella residenza del premier. Visto il deposito della memoria difensiva, appare evidente che la consigliera
regionale non si sottoporrà ad alcun interrogatorio previsto in questa fase dell'inchiesta.
La ricostruzione della Minetti è stata smentita con sdegno da Emilio Fede. "Ho letto una sintesi della memoria difensiva di Nicole Minetti assistita dall'avvocato Pesce - ha commentato in una nota il direttore del Tg4 - L'unico elemento mancante è che entrambe avrebbero bisogno dell'assistenza di uno psichiatra".
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Fonte: Repubblica.it
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