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Siria, la rivolta parte da Facebook. Incendiato edificio del partito Baath

BEIRUT – All’indomani dei violenti scontri e delle manifestazioni anti-regime che hanno interessato varie città della Siria, su Facebook è comparso un appello alla “rivolta popolare” in tutte le province. Intanto centinaia di manifestanti si sono radunati oggi nuovamente nella piazza principale di Daraa scandendo slogano che inneggiano alla ”libertà”. E a Tafas, un piccolo centro nei pressi di Deraa, epicentro della protesta, migliaia di persone che avevano partecipato oggi ad un funerale hanno preso d’assalto e dato alle fiamme una sede del partito Baath e un commissariato.

“Oggi, sabato, rivolta popolare in tutti i governatorati siriani”, recita l’appello lanciato su Facebook. Il testo contiene un’espressione popolare araba intraducibile impiegata dagli insorti siriani che lottarono contro il mandato francese, ripresa in una celebre serie televisiva in onda in questi giorni nel Paese.

Secondo una fonte governativa, nella giornata di ieri hanno perso la vita 13 persone, fra cui due vigili del fuoco e un impiegato uccisi dai dimostranti, mentre il bilancio delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani è di almeno 25 morti. Le proteste di piazza sono proseguite ieri a Daraa, epicentro della rivolta, dove decine di persone sono morte dal 18 marzo, e si sono estese a Sanmin, Daeel, Damasco, Duma, Banias e Hama, dove una rivolta dei Fratelli musulmani fu repressa nel sangue nel 1982.

Da Londra il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdelrahman, ha reso noto che sono stati rilasciati più di 200 detenuti politici. “Le autorità siriane – ha detto – hanno rilasciato dalla prigione di Sednaya oltre 200 persone, per la maggior parte islamici, che avevano firmato una domanda di libertà”. L’informazione, ha precisato Abdelrahman, è arrivata dall’avvocatessa e militante dei diritti umani Sirin Khuri.

L’avvocato di Damasco Khalil Matouq ha dal canto suo riferito che tra le persone scarcerate ci sono diversi appartenenti al Partito democratico curdo e alcuni esponenti islamici. Tutti, comunque, hanno scontato la pena che gli era stata inflitta, ma non erano stati rilasciati nonostante la decorrenza dei termini di detenzione. Matouq ha poi precisato che è stato chiesto al governo di liberare tutte le persone che sono state arrestate dalla polizia nel corso delle manifestazioni anti governative dei giorni scorsi. Le autorità hanno promesso che domani valuteranno le richieste.

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