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Il rampollo del boss e il re dei paparazzi Corona al telefono con Bosti junior

Il rampollo del boss e il “re dei paparazzi”. Al telefono per 39 secondi, il 17 giugno 2009, due mesi dopo l’omicidio per il quale il 31 enne Ettore Bosti, figlio del capoclan del Vasto Patrizio, si trova adesso in carcere ed è stato rinviato a giudizio proprio ieri. Bosti junior fu intercettato mentre parlava con Fabrizio Corona, manager e impresario della comunicazione. Il brogliaccio è stato depositato ieri dalla Procura agli atti dell’udienza preliminare che si è conclusa ieri davanti al giudice Oriente Capozzi.

È Corona a chiamare Bosti. I due parlano di una serata in Riviera Romagnola. «Fabrizio con Ettore - si legge nel riassunto allegato agli atti - questi gli chiede se vuole venire a Riccione, alla villa delle Rose domenica...ci sta lui, Nina, Ida, Belen...Fabrizio gli dice di chiamarlo sabato che si metteranno d’accordo».
Il colloquio viene comunque ritenuto «poco rilevante» dagli investigatori che stavano indagando nei confronti di Bosti junior per l’omicidio di Ciro Fontanarosa il diciassettenne assassinato il 25 aprile del 2009 in via Lettieri, nei pressi della stazione Centrale.

Secondo l’accusa il ragazzino, che era incensurato, sarebbe stato ucciso perché voleva commettere furti e rapine senza l’autorizzazione della camorra. Ettore Bosti, sospettato di aver ricoperto il ruolo di mandante del delitto anche sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo De Feo, era stato arrestato una prima volta per il delitto l’8 marzo 2010 per poi essere scarcerato pochi giorni dopo per un vizio di forma. Il 4 maggio successivo però, dopo essere stato bloccato dai carabinieri all’aeroporto di Capodichino, è tornato in cella dove si trova tuttora.

Ieri si è celebrata l’udienza preliminare che il gup Capozzi ha concluso con il rinvio a giudizio di tutti gli imputati: oltre a Bosti (che è l’unico detenuto ed è assistito dagli avvocati Michele Cerabona e Raffaele Chiummariello) e al pentito De Feo, saranno processati in Corte d’Assise anche Vincenzo Capozzoli (difeso dall’avvocato Claudio Davino) e Cristian Barbato (assistito dall’avvocato Anna Ziccardi). Bosti Capozzoli e Barbato hanno sin qui sempre respinto le accuse. È naturalmente estraneo all’inchiesta Fabrizio Corona.

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Fonte: Repubblica.it

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