ROMA - Sono in corso da stamattina alcune perquisizioni nell'abitazione romana della giornalista de Il Giornale, Anna Maria Greco e nella sede del quotidiano. A disporle sarebbe stata, secondo quanto denuncia la direzione del quotidiano stesso in una nota, il pubblico ministero Silvia Sereni. Provvedimento disposto per la presunta violazione dell'articolo 323 del codice penale, quello relativo all'abuso d'ufficio.
Per Il Giornale il motivo sarebbe un articolo sul procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassioni dal titolo "La doppia morale di Bocassini" in cui si ricordava come nel 1982 il magistrato fu "sorpresa in atteggiamenti amorosi" con un giornalista di Lotta Continua. "Davanti al Csm - riferiva l'articolo - si difese come paladina della privacy. E fu assolta. Ora fruga nelle feste di Arcore - si sottolineava - ma allora parlò di 'tutela della sfera personale'".
La ragione però è un'altra. Per abuso d'ufficio è indagato dalla procura di Roma il consigliere laico del Csm, Matteo Brigandì, e in relazione a quest'inchiesta è stata eseguita la perquisizione nell'abitazione della cronista de Il Giornale. In base a quanto si è appreso a piazzale Clodio l'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pierfilipo Laviani, è partita da una segnalazione ufficiale fatta dal Consiglio superiore della magistratura. Brigandì, secondo l'accusa, avrebbe passato documenti interni al Csm alla giornalista che ha poi redatto
un articolo sul procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini. "Non ne so nulla, e quindi non ho niente da dire", ha detto il consigliere Brigandì (Lega Nord).
Il consigliere aveva già smentito di aver dato a Il Giornale gli atti del procedimento disciplinare sul pm di Milano. "Ovviamente non sono stato io - aveva detto la scorsa settimana dopo notizie di stampa che lo accusavano di aver chiesto lui il fascicolo al Csm - e se qualcuno sostiene questa cosa ne risponderà nelle sedi legali possibili". "Ho chiesto al Csm una serie di documenti, compreso quel fascicolo, che ho letto per un quarto d'ora e poi ho restituito", aveva precisato Brigandì, che aveva anche annunciato di aver scritto una lettera al vice presidente Michele Vietti per chiedergli di "far luce" sulla vicenda.
Nella nota la direzione del quotidiano spiega che "i carabinieri hanno fatto irruzione a casa della giornalista Anna Maria Greco intorno alle nove e hanno sequestrato il suo computer e persino quello del figlio della cronista. Nel provvedimento di notifica si legge che "i carabinieri hanno perquisito anche la sede romana del quotidiano. In particolare, la loro attenzione era rivolta al pc della giornalista".
Secondo il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti "per l'ennesima volta la casta dei magistrati mostra il suo volto violento e illiberale". Sallusti ha aggiunto che "la perquisizione nell'abitazione privata della collega Anna Maria Greco, autrice dell'articolo che conteneva sentenze pubbliche del Csm, non solo è un atto intimidatorio ma una vera e propria aggressione alla persona e alla libertà di stampa. Stupisce che soltanto le notizie non gradite ai magistrati inneschino una simile repressione quando i magistrati stessi diffondono a giornalisti amici e complici atti giudiziari coperti da segreto al solo scopo di infangare politici non graditi".
La giornalista Anna Maria Greco il 30 gennaio aveva scritto un altro articolo in cui si dava conto dei risarcimenti ai cittadini vittime di ingiusta detenzione o di errori giudiziari negli ultimi 10 anni e si sottolineava come nello stesso periodo le sanzioni per le toghe fossero state solo una decina: "il Csm - scriveva la giornalista - fa da scudo alla Casta".
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Fonte: Repubblica.it
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Per Il Giornale il motivo sarebbe un articolo sul procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassioni dal titolo "La doppia morale di Bocassini" in cui si ricordava come nel 1982 il magistrato fu "sorpresa in atteggiamenti amorosi" con un giornalista di Lotta Continua. "Davanti al Csm - riferiva l'articolo - si difese come paladina della privacy. E fu assolta. Ora fruga nelle feste di Arcore - si sottolineava - ma allora parlò di 'tutela della sfera personale'".
La ragione però è un'altra. Per abuso d'ufficio è indagato dalla procura di Roma il consigliere laico del Csm, Matteo Brigandì, e in relazione a quest'inchiesta è stata eseguita la perquisizione nell'abitazione della cronista de Il Giornale. In base a quanto si è appreso a piazzale Clodio l'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pierfilipo Laviani, è partita da una segnalazione ufficiale fatta dal Consiglio superiore della magistratura. Brigandì, secondo l'accusa, avrebbe passato documenti interni al Csm alla giornalista che ha poi redatto
un articolo sul procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini. "Non ne so nulla, e quindi non ho niente da dire", ha detto il consigliere Brigandì (Lega Nord).
Il consigliere aveva già smentito di aver dato a Il Giornale gli atti del procedimento disciplinare sul pm di Milano. "Ovviamente non sono stato io - aveva detto la scorsa settimana dopo notizie di stampa che lo accusavano di aver chiesto lui il fascicolo al Csm - e se qualcuno sostiene questa cosa ne risponderà nelle sedi legali possibili". "Ho chiesto al Csm una serie di documenti, compreso quel fascicolo, che ho letto per un quarto d'ora e poi ho restituito", aveva precisato Brigandì, che aveva anche annunciato di aver scritto una lettera al vice presidente Michele Vietti per chiedergli di "far luce" sulla vicenda.
Nella nota la direzione del quotidiano spiega che "i carabinieri hanno fatto irruzione a casa della giornalista Anna Maria Greco intorno alle nove e hanno sequestrato il suo computer e persino quello del figlio della cronista. Nel provvedimento di notifica si legge che "i carabinieri hanno perquisito anche la sede romana del quotidiano. In particolare, la loro attenzione era rivolta al pc della giornalista".
Secondo il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti "per l'ennesima volta la casta dei magistrati mostra il suo volto violento e illiberale". Sallusti ha aggiunto che "la perquisizione nell'abitazione privata della collega Anna Maria Greco, autrice dell'articolo che conteneva sentenze pubbliche del Csm, non solo è un atto intimidatorio ma una vera e propria aggressione alla persona e alla libertà di stampa. Stupisce che soltanto le notizie non gradite ai magistrati inneschino una simile repressione quando i magistrati stessi diffondono a giornalisti amici e complici atti giudiziari coperti da segreto al solo scopo di infangare politici non graditi".
La giornalista Anna Maria Greco il 30 gennaio aveva scritto un altro articolo in cui si dava conto dei risarcimenti ai cittadini vittime di ingiusta detenzione o di errori giudiziari negli ultimi 10 anni e si sottolineava come nello stesso periodo le sanzioni per le toghe fossero state solo una decina: "il Csm - scriveva la giornalista - fa da scudo alla Casta".
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senti da che pulpito arriva la predica. sallusti si dovrebbe vergognare di parlare contro la magistratura ed i magistrati che rischiano la vita tutti giorni ( vedi minaccie alla Boccassini)MENTRE AI MAGISTRATI VENGONO TOLTE LE SCORTE ,AI GIORNALISTI TIPO FEDE,BELPIETRO E TANTI ALTRI COME LORO NON SOLO GLI VENGONO CONFERMATE MA SE NE AGGIUNGONO ALTRE AD ALTRI LORO COLLEGHI . I PRIVILEGI SONO SOLO DA UNA PARTE GLI ALTRI POSSONO CORRERE I RISCHI. SI ATTACCANO A COSE SUCCESSE TANTI ANNI FA PER SCREDITARE LE PERSONE ONESTE,INVECE DI "CONDANNARE" COLORO CHE DICHIARANDOSI CATTOLICI E MORALISTI VANNO IN GIRO CON MINORENNI E PROSTITUTE.COSTORO DOVREBBERO VERGOGNARSI ESSENDO BIGOTTI E PERVERSI.SI PERMETTONO IL LUSSO DI ANDARE A PRENDERE LA COMUNIONE VIOLANDO I COMANDAMENTI DI DIO.VERGONATEVI,DI NUOVO DICO VERGOGNATEVI.