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In Italia aumenta l'uso di internet ma siamo in coda per accesso e banda larga


ROMA - E' cresciuto in Italia l'uso delle tecnologie nel 2010 ma le famiglie italiane sono ancora indietro rispetto all'Europa per quanto riguarda la penetrazione di internet e della banda larga. E' questa l'indicazione che emerge dall'indagine realizzata dall'Istat sulle tecnologie e il loro utilizzo da parte degli italiani. "Rispetto al 2009 - dice l'Istat - cresce la quota di famiglie che possiede il personal computer (dal 54,3% al 57,6%), l'accesso ad internet (dal 47,3% al 52,4%) e che dispone di una connessione a banda larga (dal 34,5% al 43,4%). Malgrado i progressi, tuttavia, l'Italia continua a rimanere indietro rispetto a molti dei paesi della Ue sia rispetto al possesso di internet sia alla qualità della connessione. Fanno peggio di noi solo Grecia, Bulgaria, Romania.

"Il nostro paese - si legge nel documento - si colloca al ventesimo posto sia per quanto riguarda il possesso di internet da casa (con un tasso di penetrazione tra le famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni del 59% rispetto alla media europea del 70%) sia per l'accesso mediante banda larga (con un tasso di penetrazione del 49% rispetto alla media europea del 61%)". Nonostante questo l'Italia è, con la Grecia, tra i Paesi che registrano la crescita maggiore nell'accesso a internet mediante banda larga (entrambe hanno segnato un aumento superiore al 24%).

Boom dei social network. "Il 45% degli utenti di Internet utilizza siti di social networking (Facebook, Twitter, Myspace, ecc.), il 36,7% inserisce
messaggi in chat, blog, newsgroup o forum di discussione online e il 26,8% utilizza i servizi di instant messaging".

Shopping su web. Quasi un internauta su tre fa shopping sul web. Secondo quanto emerge dall'indagine dell'Istat su 'Cittadini e nuove tecnologie' condotta a inizio 2010, infatti, "il 26,4% degli individui di 14 anni e più che hanno usato Internet nei 12 mesi precedenti l'intervista ha ordinato e/o comprato merci e/o servizi per uso privato nello stesso arco temporale (pari a 6 milioni 685 mila persone)".

Meno differenze sociali. Si riducono le differenze sociali per quasi tutti i beni tecnologici considerati. Ad esempio, la quota di famiglie con capofamiglia dirigente, imprenditore o libero professionista che possiedono l'accesso ad internet passa dal 78,6% all'84,2% (+7,1%) mentre tra quelle con capofamiglia operaio passa dal 49,4% al 59,4% (+20,2%). Tra i motivi per cui le famiglie non possiedono accesso ad internet al primo posto si colloca la mancanza di capacità (40,8%). Il 23,2% delle famiglie considera internet inutile e non interessante, il 13,2% non ha accesso ad internet da casa perchè accede da un altro luogo, il 10,2% perchè considera costosi gli strumenti necessari per connettersi e l'8,2% perchè ritiene alto il costo del collegamento.

Nord Sud. Sono le famiglie del centro e del nord a possedere le quote più elevate di beni tecnologici. Il personal computer, ad esempio, è diffuso in uguale misura nel centro e nel nord (circa il 60%) e meno nel Sud (51,8%). Inoltre, nel Centro-nord si riscontra la quota più alta di famiglie che possiede l'accesso ad Internet (oltre il 54%) e la connessione a banda larga (circa il 46%), mentre nel sud e nelle Isole le quote scendono e si attestano rispettivamente intorno al 47% e al 37%. Tra il 2009 e il 2010 rimane stabile il divario tecnologico tra il nord e il sud del Paese per tutti i beni ad eccezione del decoder digitale terrestre.

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Fonte: Repubblica.it

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