MILANO - Mentre la squadra mobile milanese continua ad indagare sull'omicidio del ragazzo egiziano, nella notte sono stati fermate quattro persone che ora si trovano nelle celle di sicurezza della questura, in attesa di accertamenti. Trentasaei nord africani - la maggior parte dei quali sono egiziani - sono stati accompagnati negli uffici di via Fatebenefratelli. Dieci di loro sono risultati irregolari.
Le indagini sull'omicisio. Sull'omicidio dell'egiziano, un pizzaiolo che il prossimo luglio avrebbe compiuto 20 anni e venerdì scorso era finalmente riuscito ad ottenere il permesso di soggiorno, dopo quattro anni di clandestinità, indagano invece gli investigatori della terza sezione della squadra mobile. Secondo quanto hanno riferito i superstiti dell'aggressione agli agenti, la dinamica sarebbe la seguente: intorno alle 17.30, a bordo dell'autobus 56, è nata una banale discussione fra tre ragazzi africani e cinque loro coetanei latinoamericani. Sono volati prima sfottò, poi insulti e offese, fino a quando, una volta scesi dal mezzo pubblico alla fermata "padova-da lodi", almeno uno dei ragazzi latinoamericani ha estratto un coltello (sembra non ancora ritrovato) e sferrato fendenti contro gli "avversari".
Il ragazzo egiziano, colpito al torace all'altezza del cuore, è crollato in un lago di sangue vicino all'ingresso del civico 80 di via padova, il suo amico ivoriano l.K. di 21 anni, è stato raggiunto di striscio ad un braccio (medicato in ospedale è stato subito dimesso) mentre il cugino della vittima è rimasto illeso. Mentre i due ragazzi prestavano soccorso alla vittima, gli aggressori sono fuggiti.
La rivolta. Nel giro di una decina di minuti, dai bar e dai palazzi adiacenti sono accorsi decine di immigrati arabi che volevano capire l'accaduto, conoscere l'identità della vittima e, sembra, che volessero portare con loro la salma. Sono intanto giunte un paio di volanti e due auto dei vigili urbani che hanno tenuto lontano dal luogo del delitto la folla che sopraggiungeva sempre più numerosa. Sul marciapiede di fronte al civico 80 qualcuno ha iniziato a pregare, altri a "maledire" i "latinos". La rabbia è cresciuta e nel tentativo di contenerla gli agenti hanno iniziato ad agitare gli sfollagente. Alcuni giovani nordafricani a questo punto si sono dileguati nelle vie laterali. Almeno una dozzina le macchine semisfasciate, alcune ribaltate, e una decina gli esercizi commerciali e i locali di proprietà di sudamericani assaltati e vandalizzati in diverse vie del quartiere.
Pierluigi Bersani. La rivolta di Milano dimostra che è fallita la politica di integrazione e sicurezza del governo. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, va giù duro commentando i fatti di via Padova a margine del Manifutura Festival, organizzato dal Nens. Quello che è accaduto - ha detto - "E' una cosa gravissima, mi ha fatto impressione sentire le grida di esponenti della destra, della Lega: ma di cosa stiamo parlando? Governano loro il Paese, la regione, la città, si prendano carico del fatto che è fallita una politica sia di integrazione che di sicurezza e non scarichino le responsabilità". Se si vuole lavorare seriamente per affrontare e superare i problemi, ha proseguito il leader del Pd "si lavori seriamente, ma continuare a coltivare questi problemi per fare consenso e non risolverli mai non è più accettabile".
Fonte: Repubblica.it
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Le indagini sull'omicisio. Sull'omicidio dell'egiziano, un pizzaiolo che il prossimo luglio avrebbe compiuto 20 anni e venerdì scorso era finalmente riuscito ad ottenere il permesso di soggiorno, dopo quattro anni di clandestinità, indagano invece gli investigatori della terza sezione della squadra mobile. Secondo quanto hanno riferito i superstiti dell'aggressione agli agenti, la dinamica sarebbe la seguente: intorno alle 17.30, a bordo dell'autobus 56, è nata una banale discussione fra tre ragazzi africani e cinque loro coetanei latinoamericani. Sono volati prima sfottò, poi insulti e offese, fino a quando, una volta scesi dal mezzo pubblico alla fermata "padova-da lodi", almeno uno dei ragazzi latinoamericani ha estratto un coltello (sembra non ancora ritrovato) e sferrato fendenti contro gli "avversari".
Il ragazzo egiziano, colpito al torace all'altezza del cuore, è crollato in un lago di sangue vicino all'ingresso del civico 80 di via padova, il suo amico ivoriano l.K. di 21 anni, è stato raggiunto di striscio ad un braccio (medicato in ospedale è stato subito dimesso) mentre il cugino della vittima è rimasto illeso. Mentre i due ragazzi prestavano soccorso alla vittima, gli aggressori sono fuggiti.
La rivolta. Nel giro di una decina di minuti, dai bar e dai palazzi adiacenti sono accorsi decine di immigrati arabi che volevano capire l'accaduto, conoscere l'identità della vittima e, sembra, che volessero portare con loro la salma. Sono intanto giunte un paio di volanti e due auto dei vigili urbani che hanno tenuto lontano dal luogo del delitto la folla che sopraggiungeva sempre più numerosa. Sul marciapiede di fronte al civico 80 qualcuno ha iniziato a pregare, altri a "maledire" i "latinos". La rabbia è cresciuta e nel tentativo di contenerla gli agenti hanno iniziato ad agitare gli sfollagente. Alcuni giovani nordafricani a questo punto si sono dileguati nelle vie laterali. Almeno una dozzina le macchine semisfasciate, alcune ribaltate, e una decina gli esercizi commerciali e i locali di proprietà di sudamericani assaltati e vandalizzati in diverse vie del quartiere.
Pierluigi Bersani. La rivolta di Milano dimostra che è fallita la politica di integrazione e sicurezza del governo. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, va giù duro commentando i fatti di via Padova a margine del Manifutura Festival, organizzato dal Nens. Quello che è accaduto - ha detto - "E' una cosa gravissima, mi ha fatto impressione sentire le grida di esponenti della destra, della Lega: ma di cosa stiamo parlando? Governano loro il Paese, la regione, la città, si prendano carico del fatto che è fallita una politica sia di integrazione che di sicurezza e non scarichino le responsabilità". Se si vuole lavorare seriamente per affrontare e superare i problemi, ha proseguito il leader del Pd "si lavori seriamente, ma continuare a coltivare questi problemi per fare consenso e non risolverli mai non è più accettabile".
Fonte: Repubblica.it
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