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La tredicesima in tempo di crisi. Niente regali, solo rate e bollette


ROMA - Arriva la tredicesima, ma niente follie. Quest'anno l'entrata extra di metà dicembre servirà per fare qualche regalo e togliersi qualche sfizio elettronico, ma soprattutto per pagare le rate del mutuo, saldare bollette arretrate, versare il premio all'assicurazione, restituire un prestito. Addio, dunque, allo sfrenato shopping degli anni che furono: ora la tredicesima - più che a rilanciare i consumi - serve a tappare i buchi scavati nei bilanci familiari dalle spese obbligate.

Un sondaggio della Cgia di Mestre con Panel Data fornisce la ripartizione precisa del gruzzolo: chi potrà farci conto la userà soprattutto per coprire le spese fisse. Il 57 per cento della tredicesima se ne andrà per pagare affitto o mutuo, assicurazione dell'auto o della moto, bollette. Al gadget tecnologico, al vestito nuovo, alla tivù digitale o al cambio di lavastoviglie sarà destinata solo una quota pari al 13,7 per cento. In spese natalizie se ne andrà un altro 8,9. Volendo aggiungerci anche la quota da spendere per viaggi o tempo libero, la parte destinata ai consumi arriverà, nel complesso, al 28 per cento appena.

Per risparmi e investimenti resterà davvero poco, non più del 15 per cento sul totale: decisamente meno rispetto allo scorso anno (il calo è del 13,6 per cento per gli investimenti e dell'8,2 per i risparmi). Ora è vero che i soldi da spendere non sono molti, visto che il valore delle tredicesime è rimasto praticamente al palo riguardo al 2009 ( l'operaio,
in media, troverà quest'anno 8 euro netti in più; l'impiegato 10). Ma la necessità di rianimare la domanda interna, almeno in questa ultima fase dell'anno, spinge la Cgia di Mestre a chiedere la detassazione delle tredicesime. Se non a tutti, vista la precaria situazione dei conti pubblici, almeno ai cassintegrati. "Secondo una nostra stima - precisa Giuseppe Bortolussi, segretario dell'associazione - con questo provvedimento, a ciascun lavoratore in cassa integrazione potrebbero restare in tasca 350 euro in più". Lo Stato, a fronte dei 650 mila lavoratori attualmente in cig ordinaria o in deroga, dovrebbe sopportare un costo fra 200 e i 250 milioni di euro, ma considerato il fatto che per aver diritto alla tredicesima è necessario lavorare almeno 15 giorni al mese e che molti lavoratori non raggiungono tale limite - la spesa potrebbe essere sovrastimata. Gli effetti che la misura avrebbe sull'economia sarebbero, comunque, ben maggiori, visto che - a seconda di quanto risulta dal sondaggio Cgia - circa la metà delle famiglie italiane impiegherebbe le entrate extra per aumentare i consumi. Se poi, come Adusbef e Federconsumatori consumatori chiedono - alla detassazione delle tredicesime si unisse un anticipo dei saldi al mese di dicembre - gli effetti potrebbero ulteriormente aumentare.

Fonte: Repubblica.it

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