Siamo entrati in possesso del finale del discorso alla Camera che ieri, all’ultimo momento, Berlusconi ha deciso di non pronunciare. “... E poi, caro Gianfranco, anzi ‘caro’ un corno, consentimi di dirti che hai sbagliato tutto. Ma come, vuoi diventare il leader di una destra normale, più normale ancora della mia, e non hai nemmeno una villa o una società off-shore? Vivi a casa della Tulliani e pretendi di fare concorrenza a me, che ho due ville in Brianza, una sul lago di Como, una a Paraggi, due in Sardegna più quelle dei miei cinque figli, una a Roma e sei ai Caraibi tra Antigua e Bermuda intestate a off-shore! Ora, per dire, ho pure affittato un castello fuori Roma. La villa di Arcore l’abbiamo presa per un pezzo di pane dalla marchesina Annamaria Casati Stampa, che aveva appena perso i genitori in una strage terribile e, siccome è fortunata, aveva pure Previti come protutore. Villa Certosa in Sardegna me l’ha passata Flavio Carboni, quello della P2 e della P3. Tu potevi almeno farti un alloggetto a Montecarlo, prelevandolo direttamente dal tuo partito e invece chi se lo prende? Tuo cognato. E quando si sparge la voce che potrebbe essere tuo, tu corri a smentire! Ma dovevi confermare tutto anche se non era vero, cribbio! Possibile che in 15 anni non sono riuscito a insegnarti proprio niente? Ma dove mi hai veramente deluso è sulle off-shore. Per farti un favore, ne attribuisce una a tuo cognato il ministro della Giustizia di Saint Lucia, che ha fatto di più per me in tre giorni che Angelino Alfano in tre anni. E tu che fai? Smentisci pure lui. Ma allora dillo che vuoi proprio sembrare un barbone! Poi hai peggiorato la situazione con quella cucina da 4.500 euro, roba da profughi rom. Invece guarda me. Negli anni ‘80 me ne sono fatte fabbricare a vagonate, di off-shore, dall’amico Mills. Nel 2001, alla vigilia delle elezioni, la società di revisione Kpmg consegna un rapporto alla Procura di Milano e dice che la Fininvest ne ha addirittura 64. Non tre o quattro: 64 off-shore e non di mio cognato, tutte mie! Su tre livelli. Il primo ne comprende 29: 21 alle Isole Vergini, 5 nel Jersey, 2 alle Bahamas, una a Guernsey. Compresa la famosa All Iberian. Poi c’è il secondo livello: altre 13 off-shore, controllate da quelle del primo. Infine il terzo livello: altre 22. Tutte controllate da dirigenti del mio gruppo, ma con bilanci invisibili, che in sette anni hanno movimentato 3.500 miliardi di lire e – secondo la Kpmg – ne hanno stornati dai bilanci Fininvest almeno 884. In tutto i giudici mi hanno contestato 1.550 miliardi di fondi neri per pagare Craxi e altri politici, il giudice del caso Mondadori e altri magistrati, la Standa, Telecinco, Previti e i prestanome di Tele+ per aggirare la Mammì. Quando la cosa uscì, l’Ecomunist scrisse che ero “unfit”, inadatto a governare l’Italia. Ma chi lo legge l’Ecomunist? Tanto i telegiornali della Rai della sinistra non dissero una parola. Allora dovetti spiegarlo io, all’Unione Industriali di Roma, come stavano le cose: “Le società estere sono cose assolutamente legittime che in un certo momento si facevano perché si doveva trovare un modo in Europa per pagare tasse più convenienti”. Esempio, se uno compra dei film in America, ne acquisisce i diritti e poi li vende in Germania, Francia, Spagna, se passa attraverso società italiane paga le tasse più alte in Europa, se invece lo fa attraverso una società collocata in Lussemburgo paga meno tasse. Se invece questa operazione la fa con una società terza, a cui presta anche i soldi, scrivendolo nel bilancio, e poi questa società fa l’acquisto, è una cosa assolutamente legale. Anzi, se un dirigente non la fa, l’azienda fa bene a dubitare di lui”.
Queste cose le ho dette proprio io, mica un altro. Io che solo due anni prima avevo negato tutto: “Di questa All Iberian non conosco neppure l’esistenza, sfido chiunque a dimostrare il contrario, giuro sui miei figli”. E quattro anni prima avevo dichiarato: “Ma vi pare che col mio senso estetico chiamavo una mia società con quel nome?”. Quando poi le toghe rosse mi hanno smentito, i soliti moralisti hanno pensato: stavolta questo perde le elezioni. Invece non ci crederai, ma le ho stravinte. Anzi ci crederai perché eravamo alleati.
Sai com’è andata a finire? Il processo All Iberian l’ho mandato in fumo depenalizzando il falso in bilancio: “Il fatto non è più previsto dalla legge come reato”; quello dei 1.550 miliardi l’ho mandato in prescrizione, sempre per legge. Tiè. Ora ne ho altri due, Mediaset e Mediatrade, dove mi contestano altre centinaia di milioni di fondi neri su conti in Svizzera, alle Bahamas e pure a Montecarlo. Ah, dimenticavo: ho anche uno yacht di 48 metri che vale 13 milioni, intestato pure quello a un’off-shore alle Bermuda, la Morning Glory Yachting Limited. Solo che a me nessuno dice nulla, mentre a te i miei giornali ti massacrano per quell’alloggetto a Monacò. Così impari a non avere giornali né tv. Per questo non potrai mai diventare un leader: non hai off-shore e quando te ne affibbiano una, neghi. Ma ammetti, no? Poi si fa un bel lodo Fini e si sistema tutto. Non ricordi quel che disse qualche anno fa Giuliano Ferrara a Micro-Mega? “Per fare politica bisogna essere ricattabili, dunque pronti a fare fronte comune con gli altri”. Ma tu niente, sei proprio un caso disperato. Per questo ti ho espulso dal Pdl: per “incompatibilità”. E per questo ti devi dimettere da presidente della Camera: Gianfranco, rassegnati, sei in-com-pa-ti-bi-le!”.
Fonte: Il fatto Quotidiano del 01 ottobre, in edicola
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poveri gli italiani sono nelle mani dei capitalisti senza scrupoli.
Ciao Marco,
una bella idea! Ma come vedi non è cambiato assolutamente nulla il carrozzone della politica corrotta continua per la sua strada senza per un attimo ricordarsi ai mille problemi che affligge il popolo italiano.
Aldo B. Francoforte