Ha avuto paura. Ha provato a comprare voti fino all'ultimo - per l'esattezza fino alle quattro e mezza di ieri pomeriggio - poi quando ha capito che senza i finiani e solo coi nuovi acquisti sarebbe stato comunque sotto la maggioranza non ha voluto rischiare. Calcoli alla mano, ha deciso di mettere la fiducia sul discorso che oggi farà alla Camera. Non sarebbe una grande novità - il voto di fiducia è stato il principale strumento utilizzato dal governo per tenere a bada quell'impiccio chiamato Parlamento - se non fosse per il momento in cui la decisione è stata presa, e per l'effetto immediato che ha prodotto. I dettagli li trovate nell'articolo di Claudia Fusani. Il giudizio di sintesi nelle parole di Bersani. «E' corruzione, roba da magistratura». Anche questa, a dire il vero, non sarebbe una grande novità per il presidente del Consiglio. Solo che la "roba da magistratura" questa volta non è la corruzione di un giudice, la costituzione di 64 società offshore, la subornazione di un testimone. No: è proprio il cuore della democrazia. La funzione del parlamentare, la sua libertà, la sua indipendenza.
La partita in atto è nota: Berlusconi dopo la rottura con Fini vuole dimostrare che il governo è autosufficiente, che non gli serve Futuro e libertà. Per raggiungere questo risultato mette al lavoro per giorni i suoi migliori specialisti. Contattano deputati e con lusinghe e promesse cercano di portarli dalla loro parte. Il primo tentativo l'ha fatto Nucara ma ha fallito. L'attività è andata avanti con vecchie e nuove tecniche. Non solo facendo balenare ricandidature nel sistema bloccato delle liste, posti di sottogoverno o, per i più ambiziosi, ministeri. No. C'è la storia - che risale alla scorsa legislatura - di due ex leghisti i quali, dopo essere ‘pericolosamente' transitati nel gruppo misto, sono stati ricondotti nell'ambito del centrodestra con promesse molto convincenti. Un assegno pari all'indennità parlamentare nella forma di una consulenza. Niente male per la Lega di Roma Ladrona, di "sono porci questi romani". La voce di questa pratica (e di questa possibilità) si è diffusa. E' diventata, per i più spregiudicati, una opportunità. Una parlamentare ‘in bilico' qualche giorno fa ha interrotto l'ennesimo discorso di ‘avvicinamento' con una brutale richiesta: «Vedere cammello».
Il suo predecessore aveva minacciato di trasformare l'aula sorda e grigia in un bivacco per i suoi manipoli. Berlusconi ha ottenuto il risultato con l'abuso dei voti di fiducia. Poi ha fatto un passo ulteriore: ha trasformato il parlamento in un suk. Oggi, se nel suo intervento riuscirà a mantenere la calma - se il suo disprezzo verso i finiani resterà sotto controllo - avrà l'ennesima fiducia. Poi si farà il conto. Per capire se la somma algebrica del pasticcio del Pdl (il totale dei voti meno quelli dei finiani) sarà sopra o sotto la maggioranza. A giudicare dalla decisione assunta ieri, l'interruzione improvvisa delle trattative, qualcosa è andato storto. Deve essere suonato l'allarme durante la maldestra spaccata alla vetrina del supermarket Montecitorio. «Uno perchè si fa un recinto? Perchè ha paura», ha detto Bersani. Paura di non farcela più, da solo. I numeri di oggi diranno.
Fonte: Unita.it
---Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
0 commenti to " Se suona l'allarme "