Compare sul web un programma per scaricare gratuitamente canzoni, potentissimo e leggero, non basato sulla condivisione e dagli utenti intracciabili. Un nemico temibilissimo per l'industria musicale, come Napster anni fa, ma stavolta gli scenari sono più complessi. Quanto durerà?
Chi non si ricorda di Napster? Il programma più famoso al mondo a metà tra gli anni '90. Con una semplice ricerca nel database di Napster era possibile scaricare sul proprio Pc qualsiasi canzone ci venisse in mente. Oggi Napster esiste ancora, ma è diventato un programma a pagamento (quindi anche legale), in cui è possibile scaricare qualsiasi singolo dietro corrispettivo, per la buona pace delle case discografiche.
La rete però si sa ricerca sempre nuove soluzioni perchè ogni cosa possa essere usufruita in modo assolutaemnte gratuito, poco importa se questo significa andare contro la legge. Mulve è stato creato proprio secondo questa filosofia. Permettere a qualsiasi utetnte di Internet di poter acquisire con una semplice ricerca qualsiasi brano musicale. La forza di Mulve sono essenzialmente, la sua leggerezza, appena 2 mb, e in particolare il suo totale anonimato. L'algoritmo che permette di condividere le canzoni non si appoggia sui "server" o meglio chiamati "nodi" dei pc degli utenti. In altri termini la ricerca non viene fatta scansionando i milioni di hard disk degli utenti che hanno scaricato Mulve, bensì la ricerca avviene attraverso i server proprietari dei creatori di Mulve. In pratica ogni canzone è rubata.
Basta immaginare un protocollo del genere abbinato ai film, ai videogiochi, alle serie tv, per avere un'idea di che importanza possa avere una tecnologia del genere per l'economia dell'industra dell'intrattenimento, soprattutto declinata sulle piattaforme mobili. Perché è qui che cambia lo scenario: ai tempi di Napster, gli smartphone e gli iPod non erano il fenomeno di oggi. Un'applicazione come Mulve in formato mobile oggi ha potenzialmente un peso imponderabile. Gli autori lo sanno e la leggerezza del programma è un obbiettivo ricercato, con un'interfaccia essenziale che prevede anche spazi pubblicitari.
Quante volte figliolo? Gli utenti di Mulve (Attualmente però impossibilitati ad accedere al sito, in quanto sovraccarico) sono per definizione intracciabili. Non condividono nulla, i server a cui inviano le richieste potrebbero essere ovunque: gli autori sono spiritosamente vaghi e ne indicano l'ubicazione "overseas", leggi "irraggiungibili da qualsivoglia giurisdizione". Una previsione sulla vita di Mulve, semplice ma blindatissimo, è al momento impossibile. Dipende da quanto l'industria lo combatterà, da quanto i responsabili saranno capaci di rispondere, da come saranno in grado di gestirne l'inevitabile crescita. La verità è che dalla "riconversione" in servizio legale di Napster in poi, la condivisione di file non è cessata, anzi. Il dibattito ne ha guadagnato, tra innumerevoli questioni e cause su cosa è legale o meno sul web, sui concetti di copia e condivisione. Ma per fortuna, è arrivata anche qualche certezza: la vendita legale di musica su internet è finalmente un business serio, e ormai una parte considerevole del fatturato dell'industria discografica.
Fonte parziale: http://www.kickasstorrents.com/community/show/6573/
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Chi non si ricorda di Napster? Il programma più famoso al mondo a metà tra gli anni '90. Con una semplice ricerca nel database di Napster era possibile scaricare sul proprio Pc qualsiasi canzone ci venisse in mente. Oggi Napster esiste ancora, ma è diventato un programma a pagamento (quindi anche legale), in cui è possibile scaricare qualsiasi singolo dietro corrispettivo, per la buona pace delle case discografiche.
La rete però si sa ricerca sempre nuove soluzioni perchè ogni cosa possa essere usufruita in modo assolutaemnte gratuito, poco importa se questo significa andare contro la legge. Mulve è stato creato proprio secondo questa filosofia. Permettere a qualsiasi utetnte di Internet di poter acquisire con una semplice ricerca qualsiasi brano musicale. La forza di Mulve sono essenzialmente, la sua leggerezza, appena 2 mb, e in particolare il suo totale anonimato. L'algoritmo che permette di condividere le canzoni non si appoggia sui "server" o meglio chiamati "nodi" dei pc degli utenti. In altri termini la ricerca non viene fatta scansionando i milioni di hard disk degli utenti che hanno scaricato Mulve, bensì la ricerca avviene attraverso i server proprietari dei creatori di Mulve. In pratica ogni canzone è rubata.
Basta immaginare un protocollo del genere abbinato ai film, ai videogiochi, alle serie tv, per avere un'idea di che importanza possa avere una tecnologia del genere per l'economia dell'industra dell'intrattenimento, soprattutto declinata sulle piattaforme mobili. Perché è qui che cambia lo scenario: ai tempi di Napster, gli smartphone e gli iPod non erano il fenomeno di oggi. Un'applicazione come Mulve in formato mobile oggi ha potenzialmente un peso imponderabile. Gli autori lo sanno e la leggerezza del programma è un obbiettivo ricercato, con un'interfaccia essenziale che prevede anche spazi pubblicitari.
Quante volte figliolo? Gli utenti di Mulve (Attualmente però impossibilitati ad accedere al sito, in quanto sovraccarico) sono per definizione intracciabili. Non condividono nulla, i server a cui inviano le richieste potrebbero essere ovunque: gli autori sono spiritosamente vaghi e ne indicano l'ubicazione "overseas", leggi "irraggiungibili da qualsivoglia giurisdizione". Una previsione sulla vita di Mulve, semplice ma blindatissimo, è al momento impossibile. Dipende da quanto l'industria lo combatterà, da quanto i responsabili saranno capaci di rispondere, da come saranno in grado di gestirne l'inevitabile crescita. La verità è che dalla "riconversione" in servizio legale di Napster in poi, la condivisione di file non è cessata, anzi. Il dibattito ne ha guadagnato, tra innumerevoli questioni e cause su cosa è legale o meno sul web, sui concetti di copia e condivisione. Ma per fortuna, è arrivata anche qualche certezza: la vendita legale di musica su internet è finalmente un business serio, e ormai una parte considerevole del fatturato dell'industria discografica.
Ecco un video dove viene illustrato il funzionamento del programma
Fonte parziale: http://www.kickasstorrents.com/community/show/6573/
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E' repubblica che ha copiato voi o viceversa ?
http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/09/23/news/mulve_la_musica_istantanea_il_nuovo_incubo_delle_major_ritorno_al_futuro--7361201/?ref=HREC1-6
Opputre avete copiato tutti e due da qui ?
http://www.kickasstorrents.com/community/show/6573/
o da chissà dove ? Inntato non aveve nemmeno verificato cosa succede andando sul sito ufficiale mulve.
Come è messo male il giornalismo..
Mamma mia che polemico :D
Abbiamo preso noi cmq uno stralcio su Repubblica
per chi non è riuscito a scaricarlo dal sito vi inserisco un link qui, e buon download!! :D
http://www.inkspot.it/MULVE.html
Grazie mille Anonimo ;) Aggiorno l'articolo con il tuo Link