Home , � La punta delle scarpe

La punta delle scarpe


Dispiace dover dire avevamo ragione, oltretutto ci insegnavano da bambini che non si fa, non è elegante, mortifica chi ha avuto torto lo incattivisce, è inutile. Però siccome viviamo un tempo in cui la memoria di ciascuno è ridotta a un decimo di quella del suo telefonino è giusto - per amore di verità - ricordare che fin da quando Rutelli uscì dal Pd per fondare il suo nuovo partito e Tabacci spiegò che si trattava di una "camera di transito" verso il grande centro (da farsi con la destra della sinistra e la sinistra della destra, al solito) ci permettemmo di obiettare che Fini non è la sinistra di nulla, che non si sarebbe mai reso disponibile a passare per quello che "fa il gioco dei comunisti" - per suo evidente interesse elettorale e per la fortuna dell'opposizione, anche di quella di tutto ciò apparentemente inconsapevole - e che al momento opportuno si sarebbe smarcato alleandosi, semmai, con gli orfani della Dc per fare un polo di centrodestra in chiave antiberlusconiana.

Dicemmo anche che al momento opportuno si sarebbe fatto avanti magari un Montezemolo, anche in questo caso non esattamente l'identikit del perfetto leader progressista, non un Ed Miliband quarantenne per restare alla cronaca di questi giorni, a prestare la sua longilinea e diafana figura alla definitiva demolizione di un bipolarismo del resto da tempo in agonia.

Ecco, nell'attesa di un D-Day (il discorso di domani, gli esiti del voto se un voto ci sarà) che potrebbe come sempre non

n essere l'inizio di niente, trattandosi vistosamente semmai di un'infinitamente lunga fine, i giochi di posizione di queste ore lasciano intravedere proprio questo scenario: la Lega già in campagna elettorale con argomenti da par suo, sono porci questi romani, almeno Asterix diceva sono pazzi ma sebbene a volte si stenti a crederlo non viviamo in un fumetto. I finiani in cerca di una via d'uscita che salvi capra e cavoli, la capra potete indovinare chi sia, i cavoli sono sempre i loro. Montezemolo che da qualche tempo ogni tanto dice la sua e si affaccia a bordocampo. Le elezioni previste per la primavera.

E a sinistra? Beh a sinistra converrebbe distogliere lo sguardo dalla scacchiera del potere e concentrarsi sull'umore - sullo sfinimento - degli italiani che di parole non ne possono più, di tattiche ancora meno. Abbiamo aperto il sito, ieri, ai commenti alla notizia che il potere d'acquisto di ciascuno è sceso di 5500 euro in dieci anni. E voi a cosa avete rinunciato?, abbiamo domandato. Ci hanno risposto con storie di vita: a fare figli, alle ferie, a viaggiare, ad uscire una volta a settimana per vedere un film. A metter su casa, a comprarmi un cappotto. Qualcuno ha scritto: ho rinunciato all'amore, non esco più, sono stanca. Qualcun altro: alla tessera elettorale. L'onda dell'astensione si annuncia altissima. È quello il terreno su cui tornare: chi saprà parlare in modo convincente e credibile a chi ha messo via la tessera elettorale sarà il vero vincitore di questa confusa e tragica partita truccata dai truffatori di professione e dai loro complici.

È vero, ci vorrà tempo perché tanto ce n'è voluto a demolire tutto. D'altra parte bisogna pur cominciare, sollevare lo sguardo dalla punta delle scarpe e cercare l'orizzonte. La politica, altrimenti, cos'è?

Fonte: Unita.it

---Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
vota su OKNotizie

1 commenti to " La punta delle scarpe "

  1. Anonimo says:

    .......CON LA PUNTA DELLE SCARPE DOVREMMO DARE DEI CALCIONI NEL SEDERE ..A QUESTI DIRIGENTI DEL PD ..CHE SONO ANNI CHE NON NE AZZECCANO UNA!!!!!!!!!!

Leave a comment