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RAI ossia Riverenza All' Imperatore







Ore 8 e 33 di venerdì 6 agosto 2010: va in onda sulla Rete Uno della Rai la trasmissione “Nel governo tutto bene, grazie. A parte un gruppo di finiani”. Dieci minuti di programmazione all’interno di UnoMattina Estate con ospite singolo: Sestino Giacomoni, dalla biografia, annota la conduttrice Adriana Pannitteri “molto ricca”, essendo “consigliere del premier Berlusconi, etichettato dalla stampa in diversi modi, soprattutto come assistente suggeritore, addirittura… uomo ombra”. I due sorridono un po’ imbarazzati. Lei: “…mi sembra un po’ troppo”. Non appare invece eccessivo quello che succederà di lì a poco, con Giacomoni che, dopo aver criticato la posizione di Fini e dei finiani, che minano la “stabilità” di un esecutivo che ha fatto tante belle cose, tira fuori il volume pubblicitario Due anni di governo, scaricabile anche dal sito del Popolo della libertà, attraverso il quale i telespettatori “da un lato capiranno veramente cosa ha fatto il governo, perché è difficile capirlo leggendo i giornali, poi troveranno anche delle indicazioni utili…”, come il numero di telefono per avere informazioni sul bonus per la bolletta del gas o per quella elettrica (che, sia detto, si ottiene con un reddito annuo inferiore ai 7.500 euro).

Nel salotto mattutino, l’esponente della maggioranza di governo rivendica i successi. Pare che la “stabilità” che adesso i finiani sembrano aver messo in forse, abbia permesso di superare “la crisi più grave dal ‘29”, di “risolvere in 58 giorni l’emergenza rifiuti a Napoli” (e ora se la situazione è ancora ai limiti della disperazione, si legge nel testo pubblicizzato, è colpa dei sindaci), di “eliminare definitivamente gli enti inutili” (circostanza non pervenuta). Pare siano state anche ridotte del 20% le auto blu. E che siano stati ridotti del 10% gli stipendi dei politici (ma dal 2011, e con qualche trucco) e i finanziamenti ai partiti (sì, ma dalle prossime elezioni, e parliamo di cifre astronomiche). Il siparietto si chiude con un consiglio: ad agosto leggete questo libro, “accanto ai giornali di gossip”. Servizio pubblico.

La linea tracciata
La direzione, d’altronde, l’ha segnata l’editoriale della svolta, enunciato da Augusto Minzolini, direttore del Tg1 e responsabile dell’informazione sulla prima rete, nella serata in cui Gianfranco Fini annunciò il proprio strappo da Silvio Berlusconi. “Il divorzio che si sta consumando nel Pdl – affermava – almeno un elemento positivo lo determina: la chiarezza. E in questo momento c’è bisogno di chiarezza, non di tatticismo esasperato”.

Sarà, ma adesso che i numeri sono chiari, e che la maggioranza di governo rischia di non essere più tale, il clima sembra quello di una campagna elettorale permanente. E “la chiarezza” invocata da Minzolini, ha fatto sì che il gruppo dei finiani sia subito finito nella casella dedicata all’“opposizione”. Ne è testimonianza il duro botta e risposta tra lo stesso direttore e Benedetto Della Vedova, capogruppo di Futuro e Libertà (Fli) alla Camera, nel day after della votazione che ha salvato il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo e azzoppato il governo. Il primo attaccava: “La principale fonte di informazione del Paese dovrebbe trattare la cronaca politica con equilibrio e correttezza: continuare questo trattamento sarebbe inaccettabile”. Cui seguiva la replica in difesa della categoria: “Non è accettabile che si pretenda di suggerire come strutturare il racconto politico violando così l’autonomia dei giornalisti”. E certo che se i finiani sono realmente all’opposizione, per chiarezza si dovrebbe dire che il governo non ha una maggioranza.

Come cani e gatti
Poco male. D’altronde ormai in televisione finiani e pidiellini sembrano rappresentare realmente maggioranza e opposizione e paiono tornati i tempi in cui, Italo Bocchino e Maurizio Lupi si davano sulla voce nel programma di Paragone L’Ultima parola a colpi di “dimettiti” e “fascista e squadrista”. E agli esponenti del Pd, è capitato a Enrico Letta a Linea Notte di mercoledì e a Debora Serracchiani in un In Onda con Italo Bocchino della scorsa settimana, non resta che aspettare che la zuffa tra ex esponenti della stessa maggioranza non sia placata, per abbozzare una specie di: “Avete visto?”.

Prima o poi qualcuno in Rai presenterà un libro in cui questi siparietti verranno derubricati a bicchierate tra amici.

Da Il Fatto Quotidiano del 7 agosto 2010

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