ROMA - Se si andrà al voto anticipato - e nella maggioranza già si fa strada l'ipotesi del 27 marzo, una data evocativa visto che è la stessa che sancì la prima vittoria di Berlusconi nel 1994 - Umberto Bossi non ha dubbi: il Carroccio terrà in vita il patto con il Pdl: «Saremo alleati». Del resto, secondo il Senatur, Pdl e Lega insieme non avrebbero alcun problema a vincere le elezioni: «Se si vota noi e il Pdl insieme spazziamo via tutti». E ancora: «Se sta con noi, Berlusconi vince».
DIFFICILE ANDARE AVANTI - Il leader della lega Umberto Bossi non demorde, nonostante il voto critico di ieri sulla mozione di sfiducia a Caliendo. Incontrando i giornalisti a Montecitorio spiega di non spingere affatto per il voto anticipato, ma il Senatur non nasconde che il cammino della legislatura sia tutto in salita. «È vero, sarà molto difficile andare avanti così», ammette Bossi commentando le parole di Silvio Berlusconi sull'ipotesi di elezioni al primo incidente parlamentare. E quanto ad un ipotetico cambio di maggioranza, ovvero ad un eventuale governo di transizione che comprendesse il Pd e che garantisse l'attuazione del Federalismo, il leader leghista è netto: «Non si inizia con Berlusconi per finire con Bersani. La gente non lo capirebbe...». Peraltro il leader del Carroccio esclude pure la possibilità che Giulio Tremonti, da sempre anello di congiunzione tra la Lega e il Pdl, possa guidare un esecutivo alternativo a quello di Berlusconi: «Non è mica scemo». Il capo leghista confida inoltre nella lealtà del premier: «Sul federalismo so che Berlusconi manterrà la parola, lo ha sempre fatto». Quindi nessun contatto con il Pd? «No, io Bersani non l'ho mai visto». Inoltre, per Bossi, «se ci fosse un governo di transizione sarebbe caos nel Paese». Per questo dice di avere fiducia nel Quirinale: «Per primo nel Capo dello Stato e in secondo luogo nel popolo. Ci sono milioni di persone che non accetterebbero e il buon senso prevarrà».
IL VERTICE DA BERLUSCONI - Nel frattempo ha preso il via a Palazzo Grazioli il vertice dello Stato maggiore del Pdl con il premier, Silvio Berlusconi. Nella residenza romana del presidente del Consiglio sono presenti i tre coordinatori nazionali Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi, i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. In via del Plebiscito sono arrivati anche i ministri Giulio Tremonti, Franco Frattini, Altero Matteoli e il guardasigilli Angelino Alfano, insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti. Al centro del nuovo incontro, l'analisi della prospettiva politica del Pdl e la definizione di un percorso di lavoro che punti a rafforzare il partito, radicandolo sul territorio. Lo stesso Paolo Bonaiuti, in mattinata, aveva detto che «l'ipotesi di andare alle elezioni è comprensibile se si pensa che il distacco dei finiani mette in dubbio una maggioranza così importante e un governo che ha fatto tante cose». Per questo motivo «lavoreremo tutta l'estate. Il presidente Berlusconi ci ha detto che è pronto a tenere una serie di riunioni per mettere a punto soprattutto il partito».
Fonte: Corriere.it
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