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Il vento del pensiero - Di Concita de Gregorio


Prima di parlare del fatto di gran lunga più rilevante accaduto nella giornata di ieri - la scomparsa di una persona meravigliosa che ha reso l'Italia un paese migliore - dirò qualcosa anch'io (i lettori giustamente lo pretendono) di quel che mi pare stia accadendo nel Paese e di cosa ci sia da aspettarsi, o da augurarsi. Silvio Berlusconi sta contando i suoi voti alla Camera, a prescindere dal caso Caliendo. La diaspora dei finiani e le micromigrazioni e neoalleanze che ne conseguono potrebbero lasciargliene 316, la metà più uno, ma anche no. Dipende, molti tengono famiglia molti altri onore. Un governo con una consistenza parlamentare così debole è ostaggio del primo che passa e anche del secondo. Dunque Berlusconi fa la voce grossa e minaccia di salire al Quirinale (bisogna avvertirlo che non troverebbe nessuno, il Presidente è a Stromboli), in subordine di andare al voto subito. Conoscendolo da quando aveva capelli di produzione propria escludo che faccia alcunché senza poter addossare platealmente le colpe ad altri. Aspetta il pretesto, cerca il casus belli con Fini. Non sarà questione di ore né di giorni. Posso sbagliare, ma non penso avremo una crisi di governo ad agosto. In ogni caso, sul fronte dell'opposizione, mi ancorerei saldamente ai fatti. Primo: si deve (ancora) aprire la crisi. Secondo: si dovrà poi andare a votare, possibilmente non con questa legge elettorale detta la Porcata, di cui la Lega - ricordo - è coautrice. Serve un sistema che dia agli elettori la possibilità di scegliere gli eletti e che al contempo non sia concepita per escludere dalla rappresentanza i partiti minori. Esistono le formule, negli anni le abbiamo studiate fino allo sfinimento, semplicemente poi sono state scartate per altro tipo di interessi. Sarebbe dunque opportuno non precipitare l'Italia nel caos di una campagna elettorale fatta di dossier dei servizi mentre siamo al collasso economico e trovare piuttosto un'intesa per un governo "di servizio" che cambi le regole e ci permetta di votare in fretta e bene. Terzo, e solo per quando caso mai ci si arrivasse: un simile governo dovrebbe naturalmente segnalarsi come diverso dal precedente. In caso contrario temo che gli elettori rinuncerebbero a capire e, subito dopo chiamati al voto, lo dimostrerebbero: partecipando e molto anche no.


Di tutto questo purtroppo non potremo più parlare al telefono con Elvira, che dal giardino della casa di Marina di Ragusa continuava a dispensare ironia e coraggio con voce roca di fumo. La sua casa editrice si chiama orgogliosamente Sellerio Editore Palermo, l'accento dell'orgoglio su Palermo. Ai tempi della Rai era riuscita a portare persino nelle stanze al neon di viale Mazzini il vento del pensiero e del dubbio che riordina il potere secondo il talento. Abbiamo riso molto, pianto molto, recuperato maioliche nelle discariche perché nulla di bello si butta, letto migliaia di pagine perché sempre cercando il bello si trova. Abbiamo goduto in tanti della noncurante generosità con cui distribuiva intelligenza, eleganza e asciugamani puliti. Abbiamo imparato l'ostinazione nel rigore. Non si ‘ruba' ad altri un autore, diceva, e poi ridendo: caso mai si sopporta che vengano a rubare. Lascia il compito ad Olivia, Antonio, a centinaia di figli non solo di sangue: in alto i calici e avanti, non c'è tempo da perdere.



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