"Per me, Saviano è uno che ha lucrato sulla mia città. Non c'era bisogno che scrivesse un libro per sapere cos'è la camorra. Lui però ha detto solo cose brutte e si è dimenticato di tutto il resto". Anche l'attaccante del Milan, Marco Borriello, grande escluso dalla rosa della Nazionale, si schiera con quelli che dicono che Gomorra infanga l'immagine del Paese, così come ha già fatto il premier, e presidente rossonero, Silvio Berlusconi.
Borriello, cresciuto in un quartiere 'difficile' come San Giovanni a Teduccio, a Napoli, si è trovato a 11 anni con il padre ammazzato dalla camorra. Vittorio Borriello, detto 'Biberon', venne coinvolto in una inchiesta per usura e fu processato (e assolto) per associazione mafiosa. Scomparve il 22 dicembre 1993.
Ho fatto "molti" sacrifici, dice, ma ho "sempre avuto una famiglia alle spalle che mi ha sostenuto e non mi ha mai fatto mancare niente. Poi a un certo punto è capitato uno spiacevole episodio, ma l'affetto c'è sempre stato", l'episodio "difficile" è appunto l'omicidio del padre, che il calciatore rievoca in una intervista a GQ, in edicola dal 3 giugno.
"Crescere senza una figura maschile di riferimento è stato duro. Per fortuna, abbiamo avuto una mamma che ci ha fatto anche da papà. Comunque è un'esperienza che mi ha rafforzato e reso più responsabile. Altrimenti non sarei andato via da casa a 14 anni". Da casa e da un quartiere non dei più facili.
"San Giovanni a Teduccio, a Napoli, il quartiere con il più alto tasso di famiglie malavitose in Italia, pare". Come si cresce in un ambiente del genere? "Non è la giungla, ma nemmeno Disneyland. Diciamo che ti tempra e ti insegna a stare sveglio fin da piccolo. Prendi un bambino di 8 anni di Napoli e uno venuto su altrove: la differenza si vede".
Borriello parla di tutto, dagli omosessuali nel calcio, passando per Balotelli fino al ruolo di vittima come icona gossip. "Adesso, appena mi vedono in giro con una mi tirano dentro, ma non è colpa mia", dice parlando di gossip. Gli omosessuali nel calcio? "Mai" conosciuti. "Su alcuni ho avuto dei sospetti, ma i nomi non li faccio. Non omosessuali puri, forse. Magari bisessuali".
Meglio gli ipocriti che cambiano maglia ogni anno e le baciano tutte o gli isterici come Balotelli che la buttano a terra e mandano lo stadio a quel paese? "Meglio Balotelli, tutta la vita. Capisco i tifosi, ma capisco anche lui. Contro il Barcellona ha fatto un brutto gesto, però è difficile stare sereni a 18 anni quando tutti i giornali parlano di te e hai lo spogliatoio contro". Al Milan come lo accogliereste? "A braccia aperte - dice Borriello - La nostra è una società forte. E troverebbe compagni disposti ad aiutarlo, mica gente che lo prende a calci nel sedere".
Fonte: Repubblica.it
---Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
Borriello, cresciuto in un quartiere 'difficile' come San Giovanni a Teduccio, a Napoli, si è trovato a 11 anni con il padre ammazzato dalla camorra. Vittorio Borriello, detto 'Biberon', venne coinvolto in una inchiesta per usura e fu processato (e assolto) per associazione mafiosa. Scomparve il 22 dicembre 1993.
Ho fatto "molti" sacrifici, dice, ma ho "sempre avuto una famiglia alle spalle che mi ha sostenuto e non mi ha mai fatto mancare niente. Poi a un certo punto è capitato uno spiacevole episodio, ma l'affetto c'è sempre stato", l'episodio "difficile" è appunto l'omicidio del padre, che il calciatore rievoca in una intervista a GQ, in edicola dal 3 giugno.
"Crescere senza una figura maschile di riferimento è stato duro. Per fortuna, abbiamo avuto una mamma che ci ha fatto anche da papà. Comunque è un'esperienza che mi ha rafforzato e reso più responsabile. Altrimenti non sarei andato via da casa a 14 anni". Da casa e da un quartiere non dei più facili.
"San Giovanni a Teduccio, a Napoli, il quartiere con il più alto tasso di famiglie malavitose in Italia, pare". Come si cresce in un ambiente del genere? "Non è la giungla, ma nemmeno Disneyland. Diciamo che ti tempra e ti insegna a stare sveglio fin da piccolo. Prendi un bambino di 8 anni di Napoli e uno venuto su altrove: la differenza si vede".
Borriello parla di tutto, dagli omosessuali nel calcio, passando per Balotelli fino al ruolo di vittima come icona gossip. "Adesso, appena mi vedono in giro con una mi tirano dentro, ma non è colpa mia", dice parlando di gossip. Gli omosessuali nel calcio? "Mai" conosciuti. "Su alcuni ho avuto dei sospetti, ma i nomi non li faccio. Non omosessuali puri, forse. Magari bisessuali".
Meglio gli ipocriti che cambiano maglia ogni anno e le baciano tutte o gli isterici come Balotelli che la buttano a terra e mandano lo stadio a quel paese? "Meglio Balotelli, tutta la vita. Capisco i tifosi, ma capisco anche lui. Contro il Barcellona ha fatto un brutto gesto, però è difficile stare sereni a 18 anni quando tutti i giornali parlano di te e hai lo spogliatoio contro". Al Milan come lo accogliereste? "A braccia aperte - dice Borriello - La nostra è una società forte. E troverebbe compagni disposti ad aiutarlo, mica gente che lo prende a calci nel sedere".
Fonte: Repubblica.it
---Se hai trovato interessante l'articolo iscriviti ai feed via mail per rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog
0 commenti to " Boriello attacca Saviano:" Ha lucrato su Napoli" "