ROMA - Scoperti e sequestrati video dell'orrore e dell'infamia. E anche molte foto. Tutto materiale destinato alla pornografia ma con protagonisti i bambini. Quasi cinquanta video che coinvolgono quaranta persone della comunità bengalese di Roma sono stati sequestrati martedì dagli agenti della polizia municipale dell'VIII Gruppo dopo le perquisizioni nella zona di Centocelle e Garbatella dall'alba di martedì. Un video denominato «Il prostituto», girato nell'agosto scorso, serviva come «promo» per offrire prestazioni. Un altro coinvolgeva un bambino di 5 anni. Il presunto autore di quest'ultimo filmato è stato fermato intorno alle 13 a Roma. L'uomo, anche lui cittadino bengalese, è stato prelevato dalla sua abitazione, nella zona della Garbatella.
ARRESTATO L'AUTORE - Nel video choc compare protagonista un bambino di non più di 5 anni obbligato da una donna adulta a consumare un rapporto sessuale. Il presunto autore del video, finito in manette martedì, sarebbe stato indicato da un connazionale già arrestato il 20 aprile scorso per detenzione di video con immagini pedo-pornografiche e per rapina.
Nei casi di abusi potrebbero essere coinvolti anche altri bambini fra i 3 e i 4 anni.
Le indagini sono scaturite dopo gli arresti, nell'aprile scorso, di due bengalesi, uno di 34 e l'altro di 22 anni, accusati rispettivamente di violenza sessuale e di rapina. Il video era stato scaricato su un telefonino di proprietà del secondo arrestato, che ha però negato di averlo realizzato personalmente ed ha indicato in un altro connazionale il responsabile.
LE REAZIONI - La notizia del sequestro dei video choc ha provocato dure reazioni. «Il carcere non è sufficiente per coloro i quali hanno disturbi del desiderio sessuale, detengono, producono e distribuiscono materiale pedopornografico. La castrazione chimica, pratica purtroppo non invasiva e irreversibile, appare attualmente la strada migliore da intraprendere per i reati a sfondo sessuale, ancor più contro i bambini, esseri innocenti ed indifesi troppe volte preda di persone disturbate e depravate, a causa delle quali rimangono segnati tutta la vita», dichiarano, in una nota, Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza del Comune di Roma e Fernando Vendetti, presidente della commissione Sicurezza dell'VIII municipio.
BENGALESI PERSONE MITI - Polemiche anche sull'ambiente in cui sono maturati gli abusi e la produzione dei video. «Questo fa pensare che la comunità bengalese nella città di Roma abbia al suo interno elementi pericolosi», ha detto il comandante dell'VIII Gruppo, Antonio Di Maggio. «Per ora - ha aggiunto - riteniamo che i video fossero destinati a un giro interno alla comunità. Ma è da accertare se fossero rivolti anche all'esterno. Una vicenda che sorprende, perché i bengalesi sono persone miti».
Fonte: Corriere.it
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