UDINE Cento tute blu, cento manichini senza testa, cento “sogni” in marcia lungo via Paolo Sarpi. Rimarranno lì fino a domani. Un’i niziativa choc, volutamente forte, molto forte, che scuote le coscienze per ricordare le troppe morti bianche. L’idea è stata “ partorita” da Gianfranco Angelo Benvenuto, eclettico fotografo da sempre attento soprattutto alle tematiche sociali. Una provocazione, la sua, che ha immediatamente trovato sponda nella Provincia di Udine, che ha avuto il sostegno della Cassa edile di mutualità e assistenza, del Comune di Udine e del Centro edile di formazione e sicurezza, e con il patrocinio della Confartigianato.
«Ho pensato – afferma Benvenuto – ai tanti morti sul lavoro. E ho ritenuto di immaginarli senza testa, senza volto, senza mani, senza piedi con addosso soltanto le tute da lavoro, come se la loro assenza corporale si potesse trasformasse in un una presenza vera, in un monito. Quando siamo senza lavoro per certi aspetti ci sentiamo morti dentro, senza significato, senza valore sociale».
I morti che Angelico Benvenuto ha voluto raffigurare «non sono soltanto quelli del lavoro, ma anche quelli che il lavoro lo hanno perduto o quelli che l’hanno fatta finita perché il lavoro non ce l’ avevano proprio». Benvenuto aggiunge che in questa sua opera ha voluto «fotografare lo spirito delle persone che ormai sono senza volto. L'auspicio – che non è soltanto mio – è che il lavoro sia sempre più sicuro perché morire per il lavoro mi pare davvero un pensiero assurdo, allucinante».
«Si tratta di un provocazione – gli fa eco il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, il primo a “sposare” l’iniziativa di Benvenuto – che accende i riflettori sulla sicurezza sul lavoro: i dati relativi agli incidenti mortali o gravi sui posti di lavoro, sembrano sempre più quelli che arrivano dal fronte di una guerra».
Una provocazione che anche l’assessore comunale Enrico Pizza giudica assolutamente positiva anche perché ha innescato una sorta di sinergia super partes e giustamente bipartisan tra le istituzioni del Comune e della Provincia.
Già, una simbolica marcia di 100 cento persone anonime, le cui tute vuote sono riempite soltanto dal vento e dai ricordi dei loro cari. «Oggi – conclude Piero Petrucco, presidente di Cassa edile di Udine e del Cefs – vi è la necessità di parlare con nuovi codici comunicativi per diffondere una cultura basata sulla prevenzione dei rischi e sulla responsabilizzazione dei comportamenti di tutti perché la sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre a essere un diritto del lavoratore, è un interesse sia per l’impresa sia per la società nel suo insieme».
Fonte: MessaggeroVeneto.it
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