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ROMA - Si aggrava la posizione del coordinatore del Pdl, Denis Verdini nell'inchiesta sull'eolico in Sardegna. Accusato inizialmente di corruzione, adesso la Procura della Repubblica di Roma gli contesta anche il pesante reato di riciclaggio che sarebbe stato compiuto, secondo le ipotesi del Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dei sostituti Rodolfo Sabelli ed Ilaria Calò, con il "faccendiere" Flavio Carboni. Ma anche la posizione di quest'ultimo si è appesantita. Carboni deve rispondere anche di associazione per delinquere in questa inchiesta che vede indagati, tra gli altri, il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, il "tributarista" Pasquale Lombardi, Arcangelo Martino, costruttore, Pinello Cossu, consigliere provinciale di Iglesias, Ignazio Farris, direttore generale dell'Arpa Sardegna. Tutti accusati per concorso in corruzione.
L'incriminazione di Denis Verdini per riciclaggio è stata provocata dalle indagini bancarie svolte sia dalla Banca d'Italia che dai carabinieri i quali, su incarico della Procura di Roma, hanno perquisito e sequestrato molta documentazione proprio nella banca di Denis Verdini, il Credito Cooperativo Fiorentino dove - tra l'altro - sarebbero transitati 800 mila euro dirottati da Flavio Carboni verso l'istituto di credito gestito da Verdini. Per l'accusa quei soldi sarebbero stati "raccolti" da Flavio Carboni grazie ai versamenti di alcuni imprenditori che avrebbero "anticipato" future donazioni di denaro (tangenti) a quanti, funzionari pubblici e politici, avrebbero potuto dare una mano per realizzare impianti eolici in Sardegna.
Verdini ha respinto l'accusa di avere fatto transitare dalla sua banca "fondi neri" giustificando quel passaggio di denaro come aumento di capitale del "Giornale della Toscana" di cui il coordinatore del Pdl detiene la maggioranza azionaria. "Si tratta di denaro di nuovi soci della società editrice" aveva dichiarato Denis Verdini. Una versione che non convince per nulla il Procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo che ha delegato la Guardia di Finanza ad indagare sui conti di Verdini e sulle sue società. E nei prossimi giorni Denis Verdini sarà convocato dai magistrati romani che gli chiederanno conto e ragione di tutti quegli strani movimenti di denaro, dei suoi rapporti con il Governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci e con il senatore Marcello Dell'Utri (che non è indagato) i quali avrebbero pilotato la nomina di Ignazio Farris come presidente dell'Arpa Sardegna, l'agenzia deputata ai controlli ed al rilascio delle concessioni per gli impianti eolici in Sardegna.
"La sua nomina a presidente dell'Arpa è fondamentale, altrimenti io esco dall'affare", ha detto Flavio Carboni in una conversazione telefonica intercettata dai carabinieri. Gli investigatori, sulla base di intercettazioni e di pedinamenti, hanno infatti registrato alcuni incontri (che sono stati poi ammessi sia da Cappellacci che da Verdini) a Roma dove veniva sollecitata la nomina di Fabris che avrebbe potuto agevolare gli interessi degli imprenditori "raccomandati" da Marcello Dell'Utri e da Flavio Carboni. Ma i guai giudiziari di Denis Verdini potrebbero aggravarsi ancora di più. L'indagine della Procura di Roma s'incastra infatti con quella della Procura di Firenze dove Verdini è indagato per corruzione nell'inchiesta sul G8 e dei Grandi Eventi per l'appalto dell'ormai noto "Palazzo dei Marescialli" di Firenze. Il comune denominatore delle due inchieste è rappresentato dagli affari e dalle operazioni finanziarie finite anche nel mirino degli 007 della Banca d'Italia. Si stanno verificando alcune operazioni finanziarie di Verdini condotte con l'altro indagato dell'inchiesta fiorentina, l'imprenditore Riccardo Fusi. E sia Roma che le Procure di Perugia e Firenze sospettano che ci siano dei "tesori" nascosti in alcune banche straniere. Soldi occultati in conti correnti e forzieri di banche e società finanziarie del Lussemburgo. Il sospetto dei magistrati di Perugia, Firenze e Roma è che la il coordinatore del Pdl Denis Verdini e i vari personaggi coinvolgi nell'inchiesta G8 siano riusciti a mettere al sicuro all'estero ingenti somme truffate allo Stato Italiano ed all'Unione Europea.
Fonte: Repubblica.it
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ROMA - Si aggrava la posizione del coordinatore del Pdl, Denis Verdini nell'inchiesta sull'eolico in Sardegna. Accusato inizialmente di corruzione, adesso la Procura della Repubblica di Roma gli contesta anche il pesante reato di riciclaggio che sarebbe stato compiuto, secondo le ipotesi del Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dei sostituti Rodolfo Sabelli ed Ilaria Calò, con il "faccendiere" Flavio Carboni. Ma anche la posizione di quest'ultimo si è appesantita. Carboni deve rispondere anche di associazione per delinquere in questa inchiesta che vede indagati, tra gli altri, il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, il "tributarista" Pasquale Lombardi, Arcangelo Martino, costruttore, Pinello Cossu, consigliere provinciale di Iglesias, Ignazio Farris, direttore generale dell'Arpa Sardegna. Tutti accusati per concorso in corruzione.
L'incriminazione di Denis Verdini per riciclaggio è stata provocata dalle indagini bancarie svolte sia dalla Banca d'Italia che dai carabinieri i quali, su incarico della Procura di Roma, hanno perquisito e sequestrato molta documentazione proprio nella banca di Denis Verdini, il Credito Cooperativo Fiorentino dove - tra l'altro - sarebbero transitati 800 mila euro dirottati da Flavio Carboni verso l'istituto di credito gestito da Verdini. Per l'accusa quei soldi sarebbero stati "raccolti" da Flavio Carboni grazie ai versamenti di alcuni imprenditori che avrebbero "anticipato" future donazioni di denaro (tangenti) a quanti, funzionari pubblici e politici, avrebbero potuto dare una mano per realizzare impianti eolici in Sardegna.
Verdini ha respinto l'accusa di avere fatto transitare dalla sua banca "fondi neri" giustificando quel passaggio di denaro come aumento di capitale del "Giornale della Toscana" di cui il coordinatore del Pdl detiene la maggioranza azionaria. "Si tratta di denaro di nuovi soci della società editrice" aveva dichiarato Denis Verdini. Una versione che non convince per nulla il Procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo che ha delegato la Guardia di Finanza ad indagare sui conti di Verdini e sulle sue società. E nei prossimi giorni Denis Verdini sarà convocato dai magistrati romani che gli chiederanno conto e ragione di tutti quegli strani movimenti di denaro, dei suoi rapporti con il Governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci e con il senatore Marcello Dell'Utri (che non è indagato) i quali avrebbero pilotato la nomina di Ignazio Farris come presidente dell'Arpa Sardegna, l'agenzia deputata ai controlli ed al rilascio delle concessioni per gli impianti eolici in Sardegna.
"La sua nomina a presidente dell'Arpa è fondamentale, altrimenti io esco dall'affare", ha detto Flavio Carboni in una conversazione telefonica intercettata dai carabinieri. Gli investigatori, sulla base di intercettazioni e di pedinamenti, hanno infatti registrato alcuni incontri (che sono stati poi ammessi sia da Cappellacci che da Verdini) a Roma dove veniva sollecitata la nomina di Fabris che avrebbe potuto agevolare gli interessi degli imprenditori "raccomandati" da Marcello Dell'Utri e da Flavio Carboni. Ma i guai giudiziari di Denis Verdini potrebbero aggravarsi ancora di più. L'indagine della Procura di Roma s'incastra infatti con quella della Procura di Firenze dove Verdini è indagato per corruzione nell'inchiesta sul G8 e dei Grandi Eventi per l'appalto dell'ormai noto "Palazzo dei Marescialli" di Firenze. Il comune denominatore delle due inchieste è rappresentato dagli affari e dalle operazioni finanziarie finite anche nel mirino degli 007 della Banca d'Italia. Si stanno verificando alcune operazioni finanziarie di Verdini condotte con l'altro indagato dell'inchiesta fiorentina, l'imprenditore Riccardo Fusi. E sia Roma che le Procure di Perugia e Firenze sospettano che ci siano dei "tesori" nascosti in alcune banche straniere. Soldi occultati in conti correnti e forzieri di banche e società finanziarie del Lussemburgo. Il sospetto dei magistrati di Perugia, Firenze e Roma è che la il coordinatore del Pdl Denis Verdini e i vari personaggi coinvolgi nell'inchiesta G8 siano riusciti a mettere al sicuro all'estero ingenti somme truffate allo Stato Italiano ed all'Unione Europea.
Fonte: Repubblica.it
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